Ciclocross

Il Ciclocross Femminile cambia Brand

30.01.2021 17:10

Avvincente prova femminile del Mondiale a Oostende: la nuova campionessa duella con Worst, Betsema a lungo in testa e poi bronzo. Giornata no per Del Carmen Alvarado


A 31 anni si compie il percorso, cominciato circa 4 anni fa, che ha portato una delle più forti stradiste dell'ultimo decennio a diventare la ciclista di vertice nel Ciclocross. Lucinda Brand è stata, ed è ancora, un'atleta completa su strada, in grado di vincere classiche di primavera (su tutte una Omloop Het Nieuwsblad) come di fare classifica al Giro d'Italia (ai piedi del podio nel 2018). Nonostante anche una spiccata capacità di emergere volata, da stradista la Brand non è mai riuscita ad essere una numero uno, lo testimonia l'assenza di vittorie o medaglie di peso nel suo palmares, chiusa dall'enormità di talento di tante delle sue connazionali. E allora perché non trovare quel prestigio concentrandosi al 100% in una disciplina che già saltuariamente praticava e per la quale, da bisontino qual è, era naturalmente portata? Ed eccola qui, dopo una crescita costante, ad indossare un iride, non per la prima volta assoluta in realtà (nel suo carniere anche un paio di titoli nel mondiale a cronometro per squadre), ma a titolo individuale, nel Campionato del Mondo di Ciclocross a Oostende.

Il tutto al termine di una delle gare più belle della stagione, forse la più bella in ambito femminile, che fa il paio con la prova dell'anno passato di Dübendorf che anche allora, regalò l'iride all'atleta che più aveva dimostrato di meritarlo nella stagione; e che anche allora vide un argento che sa di gran beffa per Annemarie Worst, l'atleta più sorprendente, autrice finora di una stagione grigia e ritrovatasi in una corsa da atlete potenti e tenaci, persa per un errore in un confronto di 'peso' dove la Brand risulta imbattibile.

Del Carmen Alvarado perde la prova in partenza
Le condizioni del terreno di gara sono sfidanti: vento, gran freddo e pioggia rendono un terreno sulla carta piuttosto veloce un percorso ostile ed insidioso in molteplici parti. Dove non vi è sabbia, le possibilità di scivolare si moltiplicano: ed ecco che difatti la campionessa uscente Ceylin Del Carmen Alvarado, dopo essere scattata in testa, scivola alla prima curva e si ritrova a inseguire le connazionali. Le quali non perdono assolutamente tempo e partono a tutta: Denise Betsema scatta in testa e sin dal primo tratto sabbioso si ritrova a fare una notevole differenze, un buco oltre il quale troviamo Lucinda Brand a 7" e ad una quindicina Annemarie Worst. Buco che diventa voragine, e già di mezzo minuto, oltre la quale si trovano Del Carmen Alvarado, Evie Richards e Yara Kasteljin, tagliate fuori come le altre che le raggiungeranno già alla partenza per la lotta al podio.

Betsema avanti a lungo, poi Brand favorita
Denise Betsema
continua a condurre per tutto il secondo giro, mentre Worst e Brand  si ricompattano e cercano di tenerla a vista, per poi andare a chiudere nel corso della terza tornata che equivale praticamente alla metà della prova (le tornate sono da più di 9' l'una). Non emerge una chiara dominatrice tra le 3: la Brand è nettamente più potente e nella corsa praticamente un soldatino, quindi nella sabbia riesce a martellare come nessun'altra; Betsema ha dato tanto nel fare la lepre, ma conserva ancora energie e qualità; Worst è la più imprevedibile, capace di grandi stilettate come di perdere terreno per cadute. Come le succede poco dopo dell'aggancio alla Betsema, quando si ritrova a inseguire a distanza le due di testa. Nel corso di tale giro la gara sembra già destinata a chiudersi, con la Betsema che si pianta su una collinetta nella seconda parte e rischia di perdersi la Brand, nonostante fosse caduta in precedenza.

Worst rimonta e finisce per terra nel finale
L'attacco nel penultimo giro di Lucinda Brand fallisce: non riesce a sortire il distacco voluto ed incespica nel finale sabbioso a piedi; nel frattempo, la Worst recupera alla grande e si forma in testa l'atteso terzetto. È una situazione di equilibrio che dura per tutto il giro, nel quale le tre sostanzialmente si osservano in attesa dell'attacco all'ultimo tratto di sabbia. È qui che Lucinda attacca ancora: la Betsema non ne ha più e scoppia, andando a prendersi un meritato podio, il primo in carriera per lei che tra l'altro ha avuto una carriera anomala: da promessa della Mountain Bike a ragazza-madre a 19 anni, ha cominciato come la Brand solo pochi anni fa a muoversi con successo in questa disciplina arrivando prepotentemente ai vertici.
Ma torniamo su Brand-Worst: Lucinda stacca Annemarie, la quale però rientra nel tratto di prato e passa in testa. Comincia il testa a testa: si affiancano, e su una curva la Worst commette l'errore di appoggiarsi alla Brand, sulla quale rimbalza come un respingente. Finire per terra a 500 metri dalla fine significa perdere: e quindi oro a Lucinda, per la prima volta a 31 anni, Worst ad 8" e Betsema a 19".

Gara un po' sotto le aspettative per le azzurre
La corsa per il quarto posto si apre nel momento in cui fallisce l'inseguimento della Del Carmen Alvarado, che aveva limato qualcosa nel penultimo giro tornando a mezzo minuto di svantaggio. Come spesso è capitato in stagione, si propone in grande rimonta la rivelazione Clara Hosinger, giunta ai piedi del podio a 52". Seguirà Yara Kastelijn ad 1'04" e solo sesta, ad 1'12", Ceylin Del Carmen Alvarado, precedendo una buona Evie Richards. Ad 1'43" giunge ottava Sanne Cant, mai entrata in gara, la quale precede l'esperta biker tedesca Elizabeth Brandau, sorpresa di giornata ma non nuova a questo tipo di exploit nel ciclocross (a Valkeburg terminò quinta) al quale presenzia solo in mondiale e gare locali e del circuito svizzero, arrivata a 2'07" precedendo Christine Majerus. Dopodiché, a 2'18", troviamo Eva Lechner, autrice di una prova tutto sommato nelle aspettative, considerando che l'altoatesina è più amante del ghiaccio che della sabbia.

Deludono un po' invece Marianne Vos, solo dodicesima, e Alice Maria Arzuffi, quattordicesima a tre minuti nonostante una partenza migliore del solito e un percorso che si prestava abbastanza alle sue caratteristiche di atleta potente a 3'01". A 3'38" un'altra atleta "prestata" al ciclocross totalmente per caso, la pattinatrice neerlandese Anne Tauber che si è fatta praticamente tutta la stagione per colmare lo stop del suo sport principale, fino ad arrivare ad una convocazione nella nazionale più competitiva di tutte. Molto brava Rebecca Gariboldi, giunta 18esima a quasi 4' pur essendo a digiuno di grandi gare internazionale, mentre Silvia Persico e Chiara Teocchi concludono rispettivamente 22esima e 33esima.

 
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