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Dylan Dog, un cagnaccio alla Dwars door Vlaanderen!

31.03.2021 16:43

Van Baarle vince l'ultima semiclassica prima del Fiandre di domenica. Van der Poel e Alaphilippe sotto tono, podio per Christophe Laporte e Tim Merlier


Obiettivo Giro delle Fiandre: Mathieu Van der Poel e Julian Alaphilippe scendevano in campo oggi nella Dwars door Vlaanderen, Wout Van Aert a casa prendeva appunti davanti alla tv. Pagheremmo per leggere le righe vergate sul notes dal RollingStone di Herentals, perché di spunti di riflessione la corsa di oggi gliene ha dati tanti sui suoi due principali avversari per domenica: sfiatati, almeno all'apparenza, chissà quanto col freno a mano tirato (l'iridato magari si è un po' nascosto, ma Mathieu? È parso in netto calo rispetto a venti giorni fa!). Di sicuro in ombra nella radiosa giornata di Dylan Van Baarle, splendido vincitore di una gara velocissima, premiato dal coraggio di provarci a 53 dall'arrivo e dalla capacità di resistere al prolungato inseguimento da parte di alcuni dei protagonisti delle corse fiamminghe. Tra gli altri, un Van Avermaet e uno Stuyven ancora in tiro.

Per Van Baarle arriva a 28 anni il successo più importante di una carriera riempita da tanto gregariato, tanta fatica, e occasionali soddisfazioni. Certo l'avevamo visto molto bene nelle ultime uscite (settimo ad Harelbeke, ottavo a Wevelgem), tant'è vero che era uno dei sorvegliati speciali della vigilia. Da qui a immaginarsi un numero tanto lampante ce ne passava, ma il bello del ciclismo delle classiche è anche la possibilità di vedere tali giornate di grazia da parte di qualcuno dei tanti atleti che infoltiscono le seconde schiere. Bravissimo Dylan, applausi meritati per lui. Rimandati tutti gli altri.

76 edizioni e 184 km per la Dwars door Vlaanderen, 13 muri da affrontare tra Roeselare e Waregem, perfette condizioni climatiche con cui correre (assenza di vento, sole sulla carovana). Non partiti Edward Theuns (Trek-Segafredo) e Stefan Rutsch (EF Education-Nippo), gli altri sì e si sono lanciati pancia a terra nel senso che la prima ora è volata via a 50 all'ora, molti tentativi ma nessuno in grado di trovare spazio, e fuga del giorno che per partire ha dovuto attendere l'allungo di Ethan Hayter (Ineos Grenadiers), reduce da una bella Coppi e Bartali. Il 22enne londinese si è mosso al km 76 (108 dalla fine), e su di lui poco dopo son rientrati Jelle Wallays (Cofidis, Solutions Crédits) e Florian Vermeersch (Lotto Soudal), mentre non ce l'ha fatta successivamente Nils Eekhoff (DSM). Il terzetto ha proceduto per una trentina di chilometri con un minutino al massimo, poi ai -69 Vermeersch non è più riuscito a tenere gli altri due.

Varie cadute in gruppo, e ai -60 è stato crash Italia, dato che Elia Viviani (Cofidis), nelle prime posizioni, è scivolato sul tratto in pavé di Mariaborrestraat, in una curva a sinistra, e su di lui tra gli altri è franato Matteo Trentin (UAE-Emirates). Quest'ultimo è ripartito presto, quanto al veronese ha dovuto fare i conti con le botte e si è rimesso in sella dopo un po'. Nel frattempo Stefan Küng (Groupama-FDK) aveva iniziato a mettere a ferro e fuoco il gruppo con un'accelerazione importante. Ciò ha causato difficoltà a diversi uomini, e ha reso più difficoltoso il rientro da parte di altri che erano rimasti attardati a causa delle cadute, uno su tutti Tom Pidcock (Ineos).

Quindi Greg Van Avermaet (AG2R Citroën) ha promosso un attacco sullo Steenbeekdries ai -58, e a quest'azione si è agganciato Dylan Teuns (Bahrain-Victorious) che ha rilanciato alla grande, e di fatto ci si è ritrovati con un gruppetto di una trentina di unità avvantaggiato su un'altra decina di... gruppetti: come dire, corsa esplosa a più di 50 dall'arrivo. Va da sé che contestualmente a tutto ciò Wallays e Hayter sono stati ripresi (ai -57).

Dalla massima fluidità del momento poteva partire in qualsiasi istante un contrattacco buono. Per esempio ai -53, da un drappello avvantaggiatosi da poco e comprendente tra gli altri Alexander Kristoff (UAE), Tim Wellens (Lotto) e Nils Politt (Bora-Hansgrohe), è andato via sul Berg Ten Houte, ottavo dei 13 muri, Dylan Van Baarle (Ineos).

Tutti interessanti prodromi al momento che tutti attendevano, ovvero quello dello scatto di Mathieu Van der Poel: andato in scena ai -52 e rintuzzato da Florian Sénéchal (Deceuninck-Quick Step) in prima battuta e poi dal resto del gruppo (tirato dal solito Küng), non avremmo immaginato che quello sarebbe stato il momento migliore del campione olandese oggi. Quindi ci ha provato Jasper Stuyven (Trek) con Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix), ma la situazione era in continua evoluzione, tutta un andirivieni. L'unica certezza era rappresentata da Van Baarle al comando con un margine oscillante tra i 20 e i 30".

Dopo la fase di grande confusione ci siamo ritrovati con il sostanziarsi di un drappello composto da una quindicina di unità tra cui Stuyven e comprendente anche un reattivo Giacomo Nizzolo (Qhubeka Assos), all'inseguimento del battistrada; il problema era che Hayter fungeva da stopper in favore del compagno Van Baarle, e pure che non c'era di fatto un grande accordo data la presenza di ruote troppo veloci (vedi appunto Nizzolo); sicché questo gruppetto è stato raggiunto ai -44 dal drappello MVDP che era poco dietro. In tutto ciò, sorprendente l'assenza di Julian Alaphilippe: il capitano della Deceuninck è rimasto intruppato in un terzo gruppetto in cui Kasper Asgreen provava a lavorare per lui.

Tentativi successivi dei Bora (prima Politt, poi Daniel Oss), ma a prendere margine ai -43 è stato un terzetto composto da Victor Campenaerts (Qhubeka), Ivo Oliveira (UAE) e Luke Durbridge (BikeExchange). Ai -35 sul Knokteberg c'è stato un bell'attacco di Van Avermaet che ha condotto l'olimpionico a chiudere sui tre intercalati, e qui clamorosamente Mathieu ha pagato un conto salato, staccandosi e venendo raggiunto anche dal terzo gruppo, nel quale Alaphilippe si svegliava e provava a forzare i tempi per recuperare su quelli davanti, selezionando un drappello comprendente anche Trentin. Quest'azione non è andata però lontano, sicché da dietro son rientrati in tanti, compreso il sorprendente (in negativo) Van der Poel. E poi ovviamente si sono susseguiti i batti e ribatti, con continui tentativi di evasione, il migliore dei quali orchestrato da Alexander Kristoff (UAE) e un'altra decina di unità tra cui Nizzolo.

Ma la corsa si faceva più avanti: con Van Avermaet si erano mossi anche Stuyven, Sénéchal, Teuns, Warren Barguil (Arkéa Samsic) e Christophe Laporte (Cofidis), e ai -30 il distacco di costoro da Van Baarle ammontava ancora a mezzo minuto. Ai -26 si è mosso Barguil e quest'azione ha fatto male a Teuns, che ha perso contatto dagli altri 8. Ai -23 un'altra ripassata di Van Avermaet sul Vossenhol, terz'ultimo muro i giornata; ai -18 è stato Stuyven ad accelerare sull'Holstraat, il penultimo. Ai -15 è toccato quindi a Durbridge. Ma Van Baarle era sempre lì, 30" davanti, inscalfibile, imperturbabile, inavvicinabile.

MVDP dava cenni di risveglio negli ultimi 25 km, provando a dare la scossa al suo gruppo, ma ormai i buoi erano scappati dal recinto.

Sul Nokereberg, ai -11, Van Avermaet ha tentato un'estrema accelerazione, ma Van Baarle ha superato indenne anche quest'ultimo muro e si è presentato ai 10 km finali coi soliti 30" di vantaggio. GregVan non si rassegnava all'idea, ma la lepre non sarebbe più stata ripresa. Anzi, erano proprio i primi inseguitori quelli destinati a essere risucchiati dal gruppone dietro, in cui agli sforzi dei Qhubeka per Nizzolo si sommavano quelli degli Alpecin (Van der Poel compreso) per Tim Merlier. Laporte è giusto riuscito a piazzare lo scatto dell'anticipo nell'ultimo chilometro, per andare a prendersi un buon secondo posto alle spalle dello scatenato Van Baarle, andato a dama con 53 km di fuga solitaria sul cartellino. Bravissimo l'olandese della Ineos.

In scia a Laporte (a 30" circa dal vincitore) sono arrivati in volata Merlier, Yves Lampaert (Deceuninck), Tosh Van der Sande (Lotto), Kristoff, Van Avermaet, Anthony Turgis (Total Direct Énergie), Sénéchal e Stuyven. Cassazione per il risultato di oggi, attesa per quello di domenica: la Ronde è dietro l'angolo, e dopo la gara odierna tutte le certezze che potevamo avere fino a ieri vacillano un po'.
Notizia di esempio
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!