Pista

Ganna e compagni secondi con margine in qualifica: l'oro è contendibile!

02.08.2021 11:24

Quel che doveva accadere è accaduto: dopo la qualificazione del quartetto femminile (quarto tempo per le azzurre), anche gli uomini dell'Inseguimento a squadre hanno staccato il pass per entrare nel novero delle nazionali che si giocheranno la vittoria alle Olimpiadi di Tokyo. Ganna e compagni si sono comportati molto bene nelle qualificazioni svolte nel pomeriggio giapponese e guardano con fiducia ai prossimi turni.

Il riassunto della gara. Canada, Germania e Svizzera, primi quartetti a scendere in pista, non hanno fornito prove eccezionali, restando al di sopra dei rispettivi primati nazionali. Tutt'altra musica con il team azzurro con Filippo Ganna, Simone Consonni, Francesco Lamon e Jonathan Milan: partiti subito forte, i ragazzi di Marco Villa hanno chiuso con un bellissimo 3'45"895, valevole come record olimpico (3'50"265 il precedente dei britannici 5 anni fa) e ovviamente italiano (3'46"513 fu il tempo segnato ai Mondiali di Berlino 2020), ma soprattutto hanno dato l'impressione di avere ancora margine, visto che un paio di cambi di Milan non sono stati perfetti e nel finale Lamon ha avuto un piccolo passaggio a vuoto quando Ganna è passato a tirare (Consonni ha dovuto spendersi per chiudere un mezzo buco). Insomma una prestazione eccellente ma ancora migliorabile. Filippo come sempre incontenibile in questi casi.

Promettente la Nuova Zelanda che in rimonta per un attimo è pure passata davanti all'Italia fra terzo e quarto chilometro, salvo cedere nel finale. La Danimarca era attesa dopo le mirabilie degli ultimi Mondiali, e non è stata troppo al di sotto delle aspettative: 3'45"014 il tempo di Lasse Norman Hansen, Niklas Larsen, Frederik Madsen e Rasmus Pedersen, ovvero battuto il record olimpico degli azzurri ma non abbassato il limite mondiale, insomma una formazione fortissima ma non imbattibile.

L'Australia è passata da una disavventura che poteva avere conseguenze peggiori, intorno al primo chilometro di gara Alexander Porter era in quarta ruota quando gli ha ceduto strutturalmente il manubrio, staccatosi di netto dal telaio: caduto in avanti, il ragazzo se l'è cavata con qualche escoriazione, mentre i suoi compagni si fermavano (secondo regolamento) per ripartire successivamente. Spazio allora alla Gran Bretagna, che però è la lontana parente di quella che dominava fino al precedente ciclo olimpico: quarto tempo per i brit, quindi nell'attesa che l'Australia rigareggiasse si è compiuto il torneo della Velocità a squadre feeminile.

La Cina, seconda dopo le qualifiche, aveva fissato nel primo turno il nuovo record del mondo con 31"804, abbassando di oltre un decimo il precedente limite da essa stessa detenuta. In finale scontro epico con la Germania e vittoria cinese con Bao Shanju e Zhong Tianshi che hanno chiuso con il tempo di 31"895 e con Zhong che ha dovuto soffrire per respingere la potente rimonta di Emma Hinze (che gareggiava con Lea Sophie Friedrich) nel secondo giro, mentre le russe Anastasiia Voinova-Daria Shmeleva hanno portato a casa il bronzo battendo nella finalina le olandesi. La Cina si riconferma quindi dopo Rio 2016.

Dopo la ricca parentesi veloce, il quartetto australiano ha potuto completare la propria prova, chiudendo stavolta senza intoppi meccanici ma solo in 3'48"448, tempo valevole per il quinto posto, per cui domani (partenza dalle 9.20) al primo turno gli aussie si misureranno con la Svizzera, ottava oggi in 3'51"514. Gli altri accoppiamenti: Canada (3'50"455, sesto) contro Germania (3'50"830, settimo), e poi le due sfide che qualificheranno alla finalissima, Danimarca (prima con 3'45"014) opposta alla Gran Bretagna (quarta con 3'47"507) e Italia (seconda con 3'45"895) contro la Nuova Zelanda (terza con 3'46"079), avversaria da prendere con le molle ma decisamente alla portata degli uomini di Villa.

I quartetti maschili andranno poi alle finali mercoledì, mentre l'Inseguimento femminile si completerà domani, giorno in cui si disputerà anche il torneo della Velocità a squadre maschile.

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