Professionisti

Le squadre 2022: Jumbo-Visma

17.02.2022 20:45

Una formazione da paura intorno ai due fari Primoz Roglic e Wout Van Aert: rinforzato il comparto classiche, ingaggiato Dennis a puntellare quello dei GT; chi colmerà il vuoto lasciato da Groenewegen?


Con la stagione ciclistica appena avviata, ci occupiamo di presentarvi gli organici delle 18 squadre World Tour 2022, siamo giunti alla Jumbo-Visma. Fondata nel 1984 per volere di Jan Raas e da subito protagonista nel ciclismo di primo piano, la formazione neerlandese ha cambiato spesso e volentieri sponsor (e dunque nome) nei primi anni di attività fino all'arrivo, nel 1996, di Rabobank. Per diciassette stagioni la banca di Utrecht ha investito nel team e insieme hanno scritto pagine importanti della storia della bicicletta. Con l'abbandono del main sponsor a fine 2012 è iniziato il rapido declino della squadra, arrivata a toccare il fondo tra il 2014 e il 2015 sotto l'egida Belkin, annate in cui le rare soddisfazioni sono arrivate prevalentemente da corse di importanza minore. Solo dopo l'ingresso di Lotto NL è iniziata la riscossa della compagine dei Paesi Bassi; nel 2016 ci sono stati infatti gli arrivi di Victor Campenaerts, Dylan Groenewegen e soprattutto dello sloveno Primoz Roglic, tuttora il pilastro della Jumbo-Visma. Con l'acquisto di Wout van Aert, nel 2019, i gialloneri (molto più gialli che neri ormai) hanno completato la rinascita, divenendo una delle squadre più forti del gruppo.

Il nuovo gruppo dirigente, capeggiato dal general manager Richard Plugge e dal direttore sportivo Merijn Zeeman, ha radicalmente cambiato l'anima della formazione. Grandissima attenzione viene dedicata ai dettagli, la dieta dei corridori è perfettamente studiata per ognuno dei 29 elementi e gli studi per scovare i materiali e le posizioni migliori per le cronometro sono precisi ed efficaci, come dimostrato nel 2021 (lo specialista in questo campo è Mathieu Heijboer). Nonostante il budget non sia equiparabile a quello di UAE ed Ineos, la Jumbo è competitiva su ogni terreno a qualsiasi latitudine e riesce ad ottenere il meglio da ciò che il fisico degli atleti può offrire.

Nell'ultima stagione delusioni e soddisfazioni si sono bilanciate quasi perfettamente. La sfortuna ha precluso a Roglic la possibilità di affrontare a viso aperto il connazionale Pogacar al Tour, ma non gli ha impedito di mettersi al collo l'oro olimpico nella prova a cronometro, di conquistare per la terza volta consecutiva la Vuelta e di mettere insieme una miriade di altri successi tra classiche (come il Giro dell'Emilia) e corse a tappe (spiccano tappa e generale ai Paesi Baschi). Van Aert (13 acuti anche per lui) si è portato a casa Gand-Wevelgem e Amstel Gold Race, oltre ai soliti piazzamenti d'onore: argento ai Giochi di Tokyo nella corsa su strada e ai Mondiali di Leuven nella cronometro. La sorpresa maggiore è spuntata però dal Tour de France: nonostante il ritiro del capitano, la Jumbo ha fatto man bassa di vittorie, tre per WVA e una per Kuss, ma ha soprattutto rivelato al mondo il talento di Jonas Vingegaard, secondo sul podio degli Champs-Élysées davanti a un campione come Richard Carapaz, proiettando il danese in una nuova dimensione.

IL MERCATO


La sessione estiva non è stata portatrice di radicali e profonde novità, ma più di qualcosa è cambiato in seno alla Jumbo. Le cessioni di Antwan Tolhoek e soprattutto di George Bennett hanno indebolito il settore scalatori del roster neerlandese, ma non rappresentano certamente la perdita più sanguinosa: Dylan Groenewegen, a preparazione invernale avviata, ha rescisso il contratto in accordo con la squadra ed ha firmato per il Team BikeExchange. Il motivo che ha spinto il pitbull ad abbandonare i compagni è la sua volontà di correre il Tour de France, desiderio che non avrebbe esaudito rimanendo alla Jumbo-Visma. I ritiri dei tre tedeschi Cristoph Pfingsten, Paul Martens e Tony Martin e quello del belga Maarten Wynants, hanno liberato ulteriori quattro posti. I primi rinforzi sono arrivati direttamente dal Development Team, il mezzo principale che ha la Jumbo per anticipare le mosse di mercato delle due potenze economiche rivali; Mick e Tim van Dijke, insieme a Michel Hessmann, sono passisti e cronoman promettenti, capaci di reggere discretamente anche in salita e dotati di un buono spunto veloce. Avranno tempo e modo di crescere.

Dalla MTB un altro colpo: Milan Vader alternerà le due discipline e ha già iniziato la sua nuova avventura su strada con un positivo tredicesimo posto nella terza frazione della Volta Valenciana (non a caso era presente un segmento sterrato). Senza la locomotiva Tony Martin era imperativo trovare un altro passistone, possibilmente in grado di tener un buon passo in salita. Con l'acquisto di Rohan Dennis la Jumbo ha superato le aspettative. L'australiano era il pezzo mancante dell'organico presentato negli ultimi anni al Tour e con la sua presenza chissà che Primoz non si superi.
Il vero punto debole della compagine, però, era il sostegno, quasi nullo, ricevuto da Van Aert nelle classiche del Nord. E siccome la Jumbo ha intenzione di far sul serio pure a Fiandre e Roubaix, ecco tre nomi da levare il fiato: Tosh Van Der Sande, Cristophe Laporte e Tiesj Benoot. Con loro e Dennis la formazione neerlandese ha colmato le ultime debolezze ed è pronta a fare fuoco e fiamme nel 2022.

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Edoardo Affini (Ita, 1996)
Tiesj Benoot (Bel, 1994)
Koen Bouwman (Ned, 1993)
David Dekker (Ned, 1998)
Rohan Dennis (Aus, 1990)
Tom Dumoulin (Ned, 1990)
Pascal Eenkhoorn (Ned, 1997)
Jos van Emden (Ned, 1985)
Tobias Foss (Nor, 1997)
Robert Gesink (Ned, 1986)
Chris Harper (Nzl, 1994)
Michel Hessmann (Ger, 2001)
Lennard Hofstede (Ned, 1994)
Olav Kooij (Ned, 2001)
Steven Kruijswijk (Ned, 1987)
Sepp Kuss (Usa, 1994)
Christophe Laporte (Fra, 1992)
Gijs Leemreize (Ned, 1999)
Sam Oomen (Ned, 1995)
Primoz Roglic (Slo, 1989)
Timo Roosen (Ned, 1993)
Mike Teunissen (Ned, 1992)
Milan Vader (Ned, 1996)
Wout van Aert (Bel, 1994)
Tosh Van Der Sande (Bel, 1990)
Mick van Dijke (Ned, 2000)
Tim van Dijke (Ned, 2000)
Nathan Van Hooydonck (Bel, 1995)
Jonas Vingegaard (Dan, 1996)
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L'ANALISI


Primoz Roglic


CORSE A TAPPE: Un settore nel quale i tecnici avranno l'imbarazzo della scelta: Primoz Roglic, Tom Dumoulin e Jonas Vingegaard fanno invidia a qualunque altra squadra e si divideranno i ruoli sia nelle corse di una settimana, come UAE Tour (nel mirino del neerlandese), Parigi-Nizza (affare dello sloveno) e Tirreno-Adriatico (obiettivo del danese), sia nei grandi giri. Al Giro d'Italia Dumoulin, dopo tre anni negativi, tenterà di tornare competitivo per la generale, spalleggiato dal fedelissimo Sam Oomen, dal neozelandese Chris Harper, dal cronoman mantovano Edoardo Affini e dal connazionale Koen Bouwman. Ad affiancarlo anche un outsider potenzialmente pericoloso, vincitore del Tour de l'Avenir nel 2019, il norvegese Tobias Foss, fortissimo a cronometro, per giunta. In Francia brilleranno le stelle di Roglic e Vingegaard, i quali avranno uno squadrone della morte a disposizione: Rohan Dennis, Steven Kruijswijk, Sepp Kuss e Van Aert gli altri quattro nomi già annunciati a inizio gennaio. Per la Vuelta occhio ai sopraccitati Kuss e Kruijswijk, ormai agli sgoccioli di una lunga e soddisfacente carriera. Nelle corse a tappe minori potranno mettersi alla prova Tiesj Benoot, quando non impegnato in compiti di gregariato, Foss, Gijs Leemreize (nome alquanto futuribile) e lo stesso Dennis. Rimane poi aperto un piccolo spiraglio di vedere Wout van Aert testarsi nuovamente in una gara di 7/8 giorni: le due corse prescelte sono Benelux Tour, non esattamente l'ideale dato che il belga ha dato più volte dimostrazione di potersela cavare agevolmente su percorsi simili, e il Delfinato. L'antipasto del Tour, quest'anno condito da moltissima cronometro (piatta) e poca salita, stuzzica la fantasia di WVA.

David Dekker


VOLATE: Con la cessione di Groenewegen la Jumbo ha perso uno dei fari per gli sprint di gruppo. Il compito di sostituirlo è assegnato a due giovani ruote veloci neerlandesi: David Dekker, figlio di Erik, e Olav Kooij, ancora ventenne ma già messosi in luce in svariate occasioni negli ultimi due anni. La Vuelta potrebbe rappresentare l'obiettivo primario della stagione per la coppia di sprinter, che incontrerà altri traguardi importanti in semiclassiche belghe e internazionali (Amburgo e Francoforte, ad esempio) nell'arco di questo 2022. Cristophe Laporte, Mike Teunissen e i gemelli Van Dijke vantano anch'essi un'elevata punta di velocità e possono metterla a frutto in corse mediamente selettive. Infine, tra Parigi-Nizza, Sanremo, Delfinato e Tour, Wout van Aert avrà tempo e modo di sprigionare tutti i suoi watt negli arrivi a ranghi compatti. Il Rollingstone di Herentals, se lanciato ad alta velocità, risulta quasi insuperabile anche per sprinter del calibro di Caleb Ewan e Mark Cavendish.

Wout Van Aert


CLASSICHE: I rinforzi per le classiche del pavé sono validi e numerosi e dunque Wout Van Aert non ha più alibi. Sanremo, Gand-Wevelgem, Fiandre, Amstel e Roubaix nel mirino del belga. Le alternative, in caso di scenari tattici inusuali o eventi inaspettati, non mancano: Mike Teunissen, Christophe Laporte, Tiesj Benoot e Tosh Van Der Sande avranno il compito di supportare al meglio il capitano e di farne le veci in sua assenza. Contando su questi nomi, la compagine dei Paesi Bassi potrà permettersi di rischiare giocando finalmente d'attacco, dopo anni in cui è stata costretta a difendersi e seguire azioni altrui. Gli stessi Benoot e Van Der Sande, assieme a Dumoulin e Vingegaard, costituiscono lo stuolo di aiutanti della punta di diamante del team nelle classiche altimetricamente più dure come Freccia, Liegi e Lombardia: Primoz Roglic cercherà il bis alla Doyenne e la prima affermazione sul Muro di Huy, asperità che strizza l'occhio all'esplosività dello sloveno.
Notizia di esempio
Gli sprint li sa fare. E-li-sa vincere