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Vingegaard fa scoppiare tutti, da Alaphilippe in giù. Sua la Drôme Classic su Martin e Cosnefroy

27.02.2022 16:26

La decima edizione della Drôme Classic è stata senza dubbio spettacolare, animata già lontano dal traguardo dagli scalatori che hanno cercato di scongiurare una possibile volata tra uomini da classiche. D'altronde il percorso di 191.5 km (partenza e arrivo a Étoile-sur-Rhône) prevedeva prevalentemente brevi strappi, eccetto per l'ampio circuito posto negli ultimi 60 km, che chiamava gli uomini di fondo a rendere dura una corsa che si presta a molteplici soluzioni.

La fuga inizia a formarsi dopo circa 25 km, per stabilizzarsi con l'organico definito una decina di km più tardi: Asbjørn Hellemose (Trek-Segafredo), Anthon Charmig (Uno-X Pro Cycling Team), Johan Mens (Bingoal Pauwels Sauces WB), Mathias Bregnhøj (Riwal Cycling Team), Axel Mariault (Team U Nantes Atlantique). La corsa procede regolare per un centinaio di km, con la fuga che raggiunge un vantaggio massimo di circa 5' poi gradualmente ridotto dal gruppo, tutto questo percorrendo il circuito “basso" costellati di brevi, ma ripidi strappi. Un attimo prima di affrontare il circuito con le salite più lunghe è Pierre Latour (TotalEnergies) ad animare la corsa a 65 km dal traguardo, attaccando sul Mur d'Allex e riprendendo i fuggitivi; mentre il gruppo, inizialmente vicinissimo, concede di nuovo una cinquantina di secondi di margine ai fuggitivi.

Salendo il pedalabile Col du Deves, il gruppo di testa miete la prima vittima, ovvero il belga Meens; intanto il gruppo allo scollinamento si è portato ad appena 25", sotto la spinta della Lotto Soudal. Ancor più ridotto (appena 15") il margine all'imbocco del Col de la Grande Limite (4 km al 6.6%), presa di petto da Pierre Latour, seguito soltanto dal danese Hellemose, che però presto dovrà mollare. Intanto in gruppo cominciano i primi scatti, che riportano la testa del gruppo sul Latour.

Dopo pochi minuti iniziano a muoversi i pezzi grossi, quando ancora mancano 40 km dal traguardo: prova a scattare Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), immediatamente replicato da un contropiede di Juan Ayuso (UAE Team Emirates), azioni che mettono fuori dai giochi Andrea Bagioli (Quick-Step Alpha Vinyl Team), vincitore dell'edizione 2021. Si forma un primo quartetto formato da Vingegaard, Ayuso, Mauri Vansevenant (Quickstep) e Victor Lafay (Cofidis). Alle spalle si forma un altro quartetto formato da Quentin Pacher (Groupama-FDJ), Sylvain Moniquet (Lotto Soudal), Quinn Simmons (Trek) e Lennard Kämna (BORA-Hansgrohe), i quali scollinano in vetta con 15" di ritardo; il gruppo più folto si trova invece già a circa 35". La discesa viene condotta da uno scatenato Ayuso, ma senza che questo porti particolari vantaggi; a 30 km dal traguardo, sulle prime rampe della Côte des Roberts (4.2 km al 4.9%, con l'ultimo km al 9%), i due quartetti si compattano, mentre dietro di loro si è sganciata una coppia, adesso a circa 30", formata da Jérémy Cabot (TotalEnergies) e Andrea Mifsud (Nice Métropole Côte d'Azur).

A 28 km dal traguardo rilancia Ayuso seguito da Vingegaard, con i due che riescono a prendere subito vantaggio, soprattutto nel momento in cui Vansevenant molla la presa. Nel frattempo è Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team) ad attaccare dal gruppo, riprendendo rapidamente Cabot e Mifsud e creando selezione, ma allo scollinamento il ritardo del gruppo ormai sfiora il minuto. In discesa inizia a muoversi Julian Alaphilippe (Quickstep), temendo che Vansevenant sia ormai fuori dai giochi. Ai piedi della Côte de Grane (1.7 km al 5.4%) i due di testa hanno già una quindicina di secondi sui primi inseguitori, mentre il gruppo si mantiene a circa 50", ormai sotto la spinta della Quickstep schierata in blocco.

Gli inseguitori continuano a retrocedere e scollinano con 28" di ritardo, mentre dal gruppo (a 49") esce proprio il campione del mondo che si getta in discesa, portando via un quintetto che però viene velocemente ripreso dal gruppo, ormai ad un passo dai primi inseguitori. La Quickstep torna davanti per organizzare l'inseguimento, con ormai soli 16 km per recuperare 40" ai due fuggitivi. Sul Mur d'Allex (circa 1 km al 9%) attacca Guillaume Martin (Cofidis), seguito da Alaphilippe che rilancia subito l'azione, riducendo tantissimo il ritardo; i due vengono seguiti anche da Cosnefroy, formando così un terzetto francese ormai soltanto ad una ventina di secondi dai due di testa.

La situazione si stabilizza, nonostante un timido tentativo di Primoz Roglic (Jumbo-Visma) sull'asperità del Plateau du Solier seguito da un brillante Biniam Girmay (Intermarché- Wanty), ma non riescono a dare seguito e il gruppo si allontana dai primi. Resta una decina di km di pianura per imboccare la rampa conclusiva che porta sulla linea del traguardo, tratto in cui i tre francesi si danno costantemente cambi cercando di avvicinarsi e riuscendoci, almeno in un primo momento.

In vista dell'ultimo strappo il ritardo è di 17" e costringe Alaphilippe a rilanciare subito l'azione; un attimo dopo l'iridato cade nella trappola dei crampi e molla Martin e Cosnefroy ormai a soli 12". Davanti Vingegaard, che già sembrava più fresco nel tratto pianeggiante, molla Ayuso che viene addirittura superato dai due francesi. Vince così il danese con appena 3" su Martin e Cosnefroy, seguiti da Ayuso a 21" e Alaphilippe a 29"; Alexis Vuillermoz (TotalEnergies) regola il gruppo a 34", precedendo Girmay e Stefano Oldani (Alpecin-Fenix), primo italiano, a 36"; chiudono la top10 Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) e Quentin Pacher (Groupama) a 38".

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