Professionisti

Le squadre 2022: Team DSM

04.03.2022 11:43

Non è facilissimo correre per la formazione olandese, come dimostrano le tante "evasioni" eccellenti causate dai rigidi protocolli interni. Tanti giovani in rosa, il ritorno di Degenkolb e l'obbligo di risultati dopo un anno negativo


Sono stagioni indubbiamente turbolente e complicate da affrontare per la DSM, team che da quest'anno torna a battere bandiera olandese e non più tedesca, pur mantenendo invariato il proprio organico a livello dirigenziale. Era l'ormai lontano 2005 quando nacque la formazione nipponica/olandese allora denominata Shimano-MemoryCorp, che divenne subito dopo Skill-Shimano. Il grande salto nel World Tour è datato 2013, anno in cui la formazione poteva contare sul fortissimo tridente Kittel-Degenkolb-Dumoulin che di lì a poco avrebbero dominato nelle rispettive specialità. Protagonista di quel successo fu senz'altro il giovane manager neerlandese Iwan Spekenbrink, presente sin dalla fondazione nel 2005 e dal 2015 anche presidente dell'AIGCP (l'associazione internazionale dei gruppi sportivi). Dal 2021 subentra a Sunweb come main sponsor la multinazionale olandese DSM, azienda attiva in svariati settori e a forte vocazione biologica. È quindi indubbio che le basi del team siano solide al pari del budget, ma è altrettanto evidente come la squadra debba saper trovare un equilibrio interno tra corridori e staff dirigenziale, molto spesso minato negli ultimi tempi.

Tom Dumoulin, Michael Matthews, Marcel Kittel e Marc Hirschi sono solo alcuni tra i corridori che nel corso degli anni hanno lasciato la squadra in rapporti non proprio idilliaci, a cui si sono aggiunti nell'ultimo ciclomercato Tiesj Benoot ed Ilan Van Wilder. Per tanto tempo c'è stato un alone di silenzio (talvolta anche di mistero) attorno ai motivi di queste imprevedibili partenze con il team che, come da propria tradizione, non ama comunicare troppo con i media riguardo le proprie faccende interne. A fare un po' di chiarezza a riguardo ci ha pensato un'inchiesta del sito sportivo belga Sporza che, raccogliendo testimonianze di ex membri del team sembra essere riuscita a dare un quadro più completo della situazione. A quanto pare ad essere diventato esasperante è l'approccio del team nelle più svariate aree, dall'allenamento all'abbigliamento: tutto modellizzato secondo rigidi protocolli studiati scientificamente e dai quali non sono tollerati sgarri. Spesso succede quindi che i corridori abbiano pochissima libertà di esprimere preferenze riguardo, ad esempio, a quale grande giro prendere parte, o ancora: "Avevano un protocollo per tutto. Era davvero estremo. Ogni anno vengono aggiunte nuove regole. Regole che fanno innervosire i corridori". Non estremizziamo, indubbiamente questo approccio è preferito da qualcuno: è il caso ad esempio di Romain Bardet (recentemente dettosi entusiasta della nuova squadra) oppure di diversi giovani del team, che nei primi anni di professionismo preferiscono seguire precise prescrizioni e modelli per fare esperienza e sapersi poi autogestire. Il problema però, in conclusione, sembra subentrare proprio con i corridori più anziani e anche più vincenti, che a quanto pare mal sopportano le stringenti indicazioni che arrivano dall'alto, preferendo una maggiore libertà che finiscono per cercare altrove.

Il deludente 2021 del team balza subito all'occhio se confrontato a un anno magico quale fu il 2020. Poche le vittorie e pochi i risultati di spicco, insomma un brusco passo indietro che ci si vuole lasciare alle spalle con la nuova stagione. Uomo rivelazione è l'australiano Michael Storer, che vince la classifica finale al Tour de l'Ain e conquista ben due tappe alla Vuelta, nella quale si aggiudica anche la maglia a pois azzurri di migliore scalatore. Vince una tappa nella corsa spagnola anche Romain Bardet, che nella sua prima partecipazione al Giro d'Italia conclude settimo. Infine l'uomo deputato alle classiche Tiesj Benoot non riesce ad andare oltre ad un settimo posto alla Liegi dopo aver concluso la Parigi-Nizza in quinta posizione. Se ci trovassimo di fronte ad un piccolo team non potremmo di certo parlare di risultati trascurabili ma per gli standard a cui ci avevano abituato in casa DSM (e anche Sunweb) si può dire con certezza di essere di fronte ad una stagione negativa.

IL MERCATO


Ciclomercato costellato da numerose cessioni di rilievo a cui il team prova a far fronte confidando sulla crescita di diversi giovani promettenti. Abbandonano la squadra in totale ben 10 corridori, a fronte di soli 7 arrivi. Tra i nomi più noti che lasciano troviamo sicuramente Tiesj Benoot, che interrompe anzitempo il contratto per accasarsi alla Jumbo-Visma, Jai Hindley, Michael Storer, Jasha Sütterlin e Ilan Van Wilder. In casa DSM si prova a colmare le partenze puntando sulla "linea verde" con inserimenti direttamente dal vivaio, come il promettente scalatore belga Henri Vandenabeele, oppure con l'arrivo di un prospetto interessante come Jonas Hvideberg, norvegese prelevato dalla Uno-X. Ma l'arrivo, o meglio il ritorno, che fa più parlare di sé è sicuramente quello di John Degenkolb che dopo 5 stagioni passate tra Trek e Lotto-Soudal torna nel team con cui ha vissuto gli anni migliori della carriera, riuscendo anche a vincere sia Milano-Sanremo che Parigi-Roubaix nel 2015. Importante segnalare che, anche a causa di questi continui rinnovamenti del roster ci troviamo di fronte alla squadra più giovane di tutto il World Tour con un'età media di neppure 25 anni.

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[mks_accordion_item title="LA ROSA"]
Thymen Arensman (Ola, 1999)
Nikias Arndt (Ger, 1991)
Romain Bardet (Fra, 1990)
Cees Bol (Ola, 1995)
Marco Brenner (Ger, 2002)
Romain Combaud (Fra, 1991)
Alberto Dainese (Ita, 1998)
John Degenkolb (Ger, 1989)
Nico Denz (Ger, 1994)
Mark Donovan (Gbr, 1999)
Nils Eekhoff (Ola, 1998)
Chris Hamilton (Aus, 1995)
Leon Heinschke (Ger, 1999)
Jonas Hvideberg (Nor, 1999)
Asbjørn Kragh Andersen (Dan, 1992)
Søren Kragh Andersen (Dan, 1994)
Andreas Leknessund (Nor, 1999)
Frederik Madsen (Dan, 1998)
Niklas Märkl (Ger, 1999)
Marius Mayrhofer (Ger, 2000)
Tim Naberman (Ola, 1999)
Joris Nieuwenhuis (Ola, 1996)
Casper Pedersen (Dan, 1996)
Florian Stork (Ger, 1997)
Martijn Tusveld (Ola, 1993)
Henri Vandenabeele (Bel, 2000)
Kevin Vermaerke (Usa, 2000)
Sam Welsford (Aus, 1996)
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L'ANALISI


Romain Bardet


CORSE A TAPPE: Romain Bardet resta leader per quanto riguarda le corse a tappe. Probabile, ma non certo, che il francese tenti di abbinare Giro e Tour in questo 2022. Le certezze per il team si limitano però al solo trentunenne francese, anche se sono diversi i corridori attualmente ottime promesse che potranno fare importanti salti in avanti in questa stagione: partiamo dallo scalatore olandese Thymen Arensman, passando per il cronoman norvegese Andreas Leknessund, entrambi classe 1999. Di un anno più giovane è Henri Vandenabeele, recentemente nono al Tour of Oman e in passato già due volte sul podio del Giro Under 23. Ci si aspetta tanto da tutti loro.

Alberto Dainese


VOLATE: Cees Bol non sarà lo sprinter con l'accelerazione più bruciante del gruppo ma ha il merito di essere sempre presente e cogliere importanti piazzamenti con continuità. Potrà contare su un treno affiatato e ben organizzato ma da quest'anno dovrà alternarsi negli appuntamenti più importanti con John Degenkolb e con il veneto Alberto Dainese, unico sprinter puro oltre a Bol e ultimamente in costante crescita. Tanti piazzamenti finora che speriamo si tramutino in vittorie nel 2022. Tornando a Degenkolb, il classe '89 sembra aver perso lo spunto veloce dei giorni migliori e pare intenzionato a soffermarsi maggiormente sulle corse delle pietre in primavera prima di fare ritorno al Tour de France. Occorre citare inoltre Nikias Arndt, corridore completissimo e veterano del team; il tedesco sa gettarsi negli sprint e può cogliere risultati su quasi tutti i terreni. Infine è da tenere in considerazione l'olandese Nils Eekhoff, ormai ventiquattrenne, che sembra aver finalmente iniziato a carburare per confermare le altissime aspettative con cui era passato professionista, sia nelle classiche che nelle volate.

John Degenkolb


CLASSICHE: Non possiamo non cominciare parlando nuovamente di John Degenkolb. La carriera di uno dei più grandi talenti dell'ultimo decennio sembra essere definitivamente segnata dal terribile incidente subito nel lontano 2016. Prima di allora il tedesco era semplicemente devastante, tuttavia in questi anni ha continuato a cogliere buoni risultati e ci si augura che questo suo ritorno alle origini porti una nuova fiammata nella sua carriera. In squadra c'è però un altro uomo adattissimo alle corse di giornata (e alle fughe) grazie alle doti di fortissimo passista: si tratta del danese Søren Kragh Andersen che si dividerà la leadership con Degenkolb nelle classiche di primavera. Altri componenti di una pattuglia abbastanza completa saranno i già citati Nils Eekhoff e Nikias Arndt oltre ai vari Nico Denz e Kevin Vermaerke, quest'ultimo ottima promessa per le classiche collinari.
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