Professionisti

Un fuoriclasse indescrivibile, anzi epocale

05.03.2022 21:06

Le pagelle della Strade Bianche di oggi: ovvio 10 e lode a Tadej Pogacar, ma tanti bei voti per una corsa sempre palpitante. Simone Petilli bandiera italiana


Tadej Pogacar - 10 e lode
Un fuoriclasse semplicemente indescrivibile, tanto è poderosa e trascinante la sua azione. Se nel secolo della specializzazione, dei "marginal gains", della preparazione mirata ad un unico appuntamento, c'è qualcuno in grado di vincere un Tour de France, una Liegi, un Lombardia e al contempo dominare una Strade Bianche con 50 chilometri di assolo, quel qualcuno è un fenomeno epocale; quel qualcuno è Tadej Pogacar. Nell'azione odierna l'imperatore sloveno ha dato una lezione di completezza stratosferica, disarmante. In primo luogo ha sfruttato un tratto di discesa nel settore di Monte Sante Marie per allungare sul gruppetto di cui faceva parte, mettendo in mostra un'abilità tecnica con pochi pari in gruppo, dopodiché ha aperto una voragine tra sé e quel drappello con una progressione in salita da far impallidire il povero campione del mondo. Nell'unico segmento che poteva risultare indigesto ad un corridore solo in avanscoperta contro un folto plotone ad inseguire, Tadej si è addirittura preso il lusso di guadagnare sui propri inseguitori, testimoniando anche una superiorità non banale sul passo. Pogi, infine, ha dimostrato che non sempre la tattica considerata più lineare è al tempo stesso la migliore, ma che a volte rischiare, soprattutto se ciò comporta imporre la propria condotta di gara sugli altri, vale la candela.

Alejandro Valverde - 9
Basterebbe l'età, 42 anni, per comprendere quanto sia stata eccezionale la prestazione del murciano tra gli sterri senesi. Vittima di spicco della caduta ai -100, è rientrato in gruppo poco prima di Alaphilippe, ma ha gestito con più attenzione le energie rispetto al francese, riservandosi qualche colpo per il finale; ben tre spari, per la precisione. Uno assestato per rispondere ad Asgreen nel settore di Monteaperti, uno poi su Le Tolfe per riportarsi sul danese evaso in precedenza dal drappello di cui facevano entrambi parte e per concludere l'ultimo sullo strappo di Santa Caterina per cogliere un podio preziosissimo, anche per chi come Alejandro ha vinto tutto. Gli rimangono ancora pochi mesi (se non cambia idea a forza di piazzamenti e vittorie) prima della fine di una gloriosa carriera e lo spazio per togliersi qualche altro sfizio c'è eccome; un certo muro vallone aspetta solo l'arrivo del suo domatore.

Kasper Asgreen - 9
Dopo il Covid è seguito un periodo difficile per il danese, arrivato a marzo indietro di condizione e con molto lavoro da svolgere in ottica Giro delle Fiandre. Quasi del tutto graziato dal capitombolo di metà gara, Kasper è rimasto buono buono nel gruppo, dando qualche cambio qua e là al compagno e capitano teorico Alaphilippe, finché a 25 chilometri dalla fine non ha deciso che era arrivato il momento di testare le proprie gambe e quelle dei rivali. Pogacar ormai era già irraggiungibile, ma le posizioni del podio ancora incerte. Non contento della selezione effettuata, in particolare per colpa della scarsa collaborazione apportata da Tim Wellens e Valverde, Asgreen è ripartito su Colle Pinzuto garantendosi il podio, ma non ha retto la stilettata di Valverde in Via Santa Caterina. L'avvicinamento alle sue classiche, Harelbeke, Fiandre e Roubaix su tutte, passa ora dalla Tirreno; al termine della corsa dei due mari è assai probabile che rivedremo il miglior Asgreen della carriera, lo stesso ammirato nella scorsa campagna primaverile. Oggi comunque una conferma da parte sua è arrivata: non è "solo" un uomo da pietre.

Attila Valter - 8.5
La sorpresa di giornata. Il magiaro non aveva particolarmente brillato in quest'inizio di stagione e una classica con così tanta competizione non appariva di certo come il contesto ideale per rivederlo nelle posizioni di testa. E invece il portacolori della Groupama non ha peccato di hybris, è rimasto calmo nel gruppo e solo sull'ultimo segmento sterrato ha aperto il gas, riportandosi su Simmons, Narvaez e Wellens (6; dal belga ci si aspetta sempre molto nelle prime corse dell'anno, ma anche stavolta alla prova del nove ha deluso, nonostante sia stato tra i pochissimi a rimanere in piedi ai -100) in compagnia di Pello Bilbao (8, quinto) e regolandoli tutti allo sprint in Piazza del Campo, conquistando un'eccezionale medaglia di legno.

Jhonatan Narváez - 7.5
Il connazionale di Carapaz è a tutti gli effetti uno dei migliori dieci classicomani del momento. Come sul Berendries sette giorni fa, anche oggi ha seguito senza problemi la sparata di Asgreen a Monteaperti (all'Omloop era stato Benoot, s.v. causa caduta oggi, ad aprire le danze), cedendo qualcosa su Le Tolfe e venendo poi anticipato nel finale dai due rimontanti Valter e Bilbao. Per vincere una grande corsa di un giorno gli manca ancora qualcosa, ma nellle semiclassiche belghe (e non solo, la Sanremo è aperta a qualunque scenario) sarà un outsider pericolosissimo.

Quinn Simmons - 7
A distanza di dodici mesi ancora protagonista tra la polvere senese; con la Strade Bianche ha un feeling particolare, sarà la distanza ridotta che favorisce un atleta già maturo sotto molti punti di vista ma non ancora finito sotto altri, sarà il disegno che favorisce una corsa arrembante, elemento distintivo dello statunitense, sarà l'aria di inizio marzo, ma in Toscana Quinn finisce sempre per essere della partita. Anche oggi in evidenza dalle prime battute, ha poi sofferto nei punti con le pendenze più arcigne, ma non è crollato nel finale e ha anche battuto Tim Wellens, a lunghi tratti suo compagno d'avventura. Il focus si sposta ora sul pavé, far meglio che a Siena sarà dura.

Simone Petilli - 8.5
Un nono posto inaspettato, che fa sognare. Ha giocato a nascondino fino alla fine, ma di quelli che si sono mossi solo negli ultimi chilometri è stato il migliore, persino davanti ad un signor scattista come il colombiano Sergio Higuita, decimo. Le prospettive non possono e non devono essere esagerate, ma questa top ten può rappresentare un buon viatico in vista della nuova stagione.

Carlos Rodríguez - 8
Lo spagnolo è stato l'unico che ha tentato di rispondere allo scatto di Pogacar, rimanendo per lungo tempo a bagnomaria tra lo sloveno e il gruppo. Il giovanissimo alfiere della Ineos non è nuovo a movimenti da lontano (basti prendere in esame la tappa conclusiva del Tour de l'Avenir 2021) e merita un lungo applauso per aver resistito 20km alla morsa del plotone. Come se non bastasse, una volta ripreso non ha mollato le code del gruppo come molti altri, ma è rimasto agganciato sino alla linea del traguardo al grosso degli inseguitori. Corridore di grandissimo interesse per il futuro ma da tener d'occhio sin da ora per le prossime corse a tappe che disputerà.

Jakob Fuglsang - 4
Praticamente l'unico che ha passato completamente indenne la caduta provocata dal vento laterale nel settore di Lucignano d'Asso. Non è stato costretto a nessuno sforzo extra, non ha subito nessun contraccolpo fisico, eppure si è sciolto sul più bello, quando invece nelle scorse edizioni si illuminava. Qualche colpo di coda c'è l'ha ancora in canna, forse, ma siamo giunti con ogni probabilità alla fine del cammino.

Julian Alaphilippe - 5
Non si può sapere quanto la caduta lo abbia danneggiato, né quanto l'inseguimento gli abbia tolto a livello energetico, sia fisico che mentale. Come sempre il campione del mondo ci ha messo carattere, provando in prima persona un paio di botte e tentando poi di rispondere a Pogacar. Le forze sono giunte ben presto al lumicino e Julian, privato di ogni forza, è affondato a oltre 8 minuti dal vincitore; crolli del genere non sono nuovi all'iridato che già dalla Tirreno avrà la possibilità di rifarsi e di avvicinarsi alla condizione ideale. I suoi obiettivi, non va dimenticato, saranno solamente ad aprile.
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