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Anche al Wolfpack piacciono le parate

26.03.2022 18:42

Nell'ultima tappa della Settimana Coppi e Bartali i fuggitivi Josef Cerny e Rémi Cavagna in coppia davanti a Omer Goldstein. L’israeliano rischia il colpaccio, ma alla fine generale a Eddie Dunbar. Antonio Tiberi si conferma quinto


Si correva oggi nel segno di Franco Ballerini in una tappa tra le località adiacenti di Casalguidi e Cantagrillo di 160.2 km, che prevedeva il San Baronto da Vinci è la tripla ascesa a Mungherino, attraverso la cosiddetta salita "del Baco", caratterizzata da molteplici tratti in doppia cifra che potevano modificare la classifica generale. La ha avuto un andamento abbastanza lineare, strutturato sulla rincorsa del gruppo nei confronti della fuga, finendo per non provocare particolari conseguenze sul risultato finale.

Il primo ad animare la gara in partenza è stato Edoardo Zardini (Drone Hopper - Androni Giocattoli), che però non è riuscito a portar via la fuga; un attimo dopo essere stato riassorbito, si è sganciato un gruppo di 10 atleti, a cui il gruppo ha lasciato margine: Frederik Wandahl (BORA - hansgrohe), Julius Van der Berg (EF Education-EasyPost), Omer Goldstein (Israel - Premier Tech), Josef Cerny e Rémi Cavagna (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Fabio Van den Bossche (Alpecin-Fenix), Tom Paquot e Johan Meens ( Bingoal Pauwels Sauces WB), David Martin Romero (EOLO-Kometa), Giovanni Carboni (Italia) e Jacopo Cortese (Mg.K Vis-Color for Peace-VPM). Nonostante l'accordo non fosse idilliaco sono riusciti ad accumulare il primo minuto di vantaggio, momento in cui si è assistito ad un piccolo braccio di ferro con la Bardiani-CSF-Faizanè, rimasta fuori dalla fuga. Non appena la formazione italiana ha mollato la presa, la fuga è decollata, grazie anche al benestare della INEOS Grenadiers del leader Edward Dunbar.

Quello che è certo è che si è creata un'interessante situazione, soprattutto per Goldstein che si era presentato al via in 26a posizione in classifica, con 6'58" di vantaggio: infatti la INEOS ha mollato talmente tanto da portare il margine dei fuggitivi a quasi 9', quando ormai stava iniziando la salita di San Baronto e con questa gli ultimi intensissimi 80 km. Goldstein ha fiutato la possibilità di fare il colpaccio ed ha per primo animato la corsa fin dal primo passaggio sulla salita finale, iniziata dal gruppo con circa 7' di ritardo. In vista del GPM sono rimasti da soli i tre che poi hanno catalizzato l'attenzione nel finale, ovvero lo stesso Goldstein e la coppia Quick-Step formata da Cerny e Cavagna, mentre intanto la INEOS non dava la sensazione di avere grandi energie per inseguire. E infatti al passaggio in vetta il ritardo del gruppo era nuovamente salito a 8'15", poi addirittura a 8'55" a due giri del termine, lasciando quantomeno qualche dubbio su quale potesse essere il risultato finale.

Poco prima del suono della campana Josef Cerny ha attaccato in solitaria, cercando di far valere la superiorità numerica della Quick-Step nel gruppo di testa. Possiamo dire che questo è stato il momento che ha fatto crollare le chance di Goldstein anche per la classifica, dal momento che mentre la INEOS stava di nuovo riuscendo a mangiare parte del margine (7'35" al passaggio dal traguardo), davanti si era rotto l'accordo e l'israeliano non aveva più la collaborazione dei due "lupi". Da segnalare che, purtroppo, in gruppo è caduto Cian Uijtdebroeks (BORA), il giovane prospetto belga, partito da Casalguidi al 7° posto in classifica: costretto a cambiare bici, si è preso qualche rischio di troppo, è finito a terra e si è ritirato. Non dovrebbe aver subito gravi conseguenze se non alcuni punti di sutura.

Sull'ultimo passaggio in salita Goldstein ha provato a dare tutto per riagganciare Cerny, senza riuscirci, mentre alle spalle un attacco di Dunbar - che ha creato selezione in gruppo, il quale però se è velocemente raggruppato - ha fatto definitivamente crollare il distacco. Il colpo di grazia è stato l'attacco portato da Cavagna negli ultimi km, con il campione nazionale francese che è rientrato su Cerny appena in tempo per mettere in scena l'arrivo in parata. Solo terzo Goldstein, nel suo piccolo l'eroe di giornata, ad appena 14". Segue un brillante Van der Berg a 46", che ha effettuato le tre tornate finali quasi sempre inseguendo da solo i primi tre e a cui è mancato veramente poco per giocarsi il successo. Quindi Wandahl regola Van den Bossche e Paquot a 3'03", seguiti da Carboni a 3'05". A questo punto arriva il gruppo, relativamente compatto, a 4'23" pilotato da Natnael Tesfatsion (Drone Hopper) - apparso molto brillante anche in salita - e Diego Ulissi (UAE Team Emirates), rispettivamente 9° e 10°.

Quasi identica è rimasta la classifica generale, che vede Dunbar vincere la sua prima corsa da professionista davanti al compagno di squadra Ben Tulett a 9". Seguono: Marc Hirschi (UAE) a 24", Simon Carr (EF) a 30", Antonio Tiberi (Trek - Segafredo) a 45", Diego Ulissi (UAE) a 48", Jan Polanc (UAE) a 1'23", Gianluca Brambilla (UAE) a 1'25", Tesfatsion a 1'38", Nicola Conci (Italia) a 1'38". 11° a 1'59" Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan Team).
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Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.