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Ciclismo e tv

Finisce un'epoca: Eurosport abbandona Sky e la tv satellitare dopo quasi trent'anni

Le grandi corse a tappe e le classiche in onda soltanto su Discovery+ (che potrebbe lasciare il posto a una nuova piattaforma)

24.06.2025 22:49

Una storia iniziata alla fine del secolo scorso, quando la pay-tv era ancora analogica e la televisione satellitare era affare per pochi: Eurosport Italia è stata per quasi un trentennio un approdo sicuro per gli appassionati di mille discipline, dalle più popolari alle più esotiche. Ebbene, dopo quasi trent'anni di ininterrotta permanenza sulla tv digitale, la multinazionale dello sport si prepara a lasciare Sky. L'accordo tra il canale del gruppo Warner Bros. Discovery e la consociata italiana dei Murdoch - in scadenza il prossimo 30 giugno - non sarà rinnovato.

Eurosport lascia Sky, cosa cambia per gli appassionati di ciclismo

Il matrimonio tra Eurosport e il satellite era iniziato alla fine degli anni Novanta, quando la tv di stanza a Parigi era ufficialmente sbarcata in Italia grazie a un accordo con Rai Sport, che prestò i suoi telecronisti per gran parte degli eventi in palinsesto dalla primavera del 1997 alla fine del 1998, quando il gruppo di matrice francese lanciò ufficialmente la sua versione italiana su D+, la pay-tv satellitare all'epoca controllata da Tele+. Da allora a oggi, Eurosport ha offerto in molti casi un servizio di gran lunga superiore a quello della concorrenza in chiaro, benché i telecronisti e i commentatori tecnici non abbiano quasi mai avuto l'opportunità di seguire gli eventi sul posto. Una storia di indubbio prestigio in cui il ciclismo ha avuto un ruolo di primissimo piano: le cronache di Andrea Berton e Marco Saligari - che hanno diviso la postazione di commento con i vari Salvo Aiello, Andrea Campagna, Fabio Panchetti, Daniele Colli, Franco Cribiori e molti altri - hanno scandito l'educazione sentimental-ciclistica di un'intera generazione di appassionati, che hanno continuato a seguire le corse su Eurosport anche con la coppia formata da Luca Gregorio e Riccardo Magrini. Un nuovo corso di cui sono stati protagonisti anche Ilenia Lazzaro e Pietro Pisaneschi, affiancati al microfono da spalle come Marco Cannone e Marco Aurelio Fontana. Senza dimenticare la vecchia guardia, capeggiata da Panchetti e Wladimir Belli

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Riccardo Magrini © Eurosport

Quale che sia il giudizio sulla coppia titolare del ciclismo - chi scrive ha già espresso ampiamente la sua opinione al riguardo - l'uscita di Eurosport segna un punto a sfavore sia per Sky Italia (che perde in questo modo due canali strategici per la copertura degli eventi sportivi che non rientrano nel perimetro delle sue esclusive), sia per Warner Bros. Discovery, che ha così rinunciato alla sua principale vetrina in termini di ascolti e ricavi pubblicitari, puntando in via esclusiva sullo streaming. Il precedente di DAZN - in profondo rosso nonostante l'investimento spropositato per i diritti della Serie A - avrebbe dovuto indurre alla prudenza i dirigenti del colosso americano. Che, invece, hanno deciso di compiere questo salto nel buio, senza valutarne gli effetti sul lungo periodo. 

Un nuovo servizio al posto di Discovery+?

In ogni caso, a rimetterci saranno ancora una volta gli utenti, che hanno fin qui beneficiato di un'offerta tutto sommato accessibile (al costo di 8 € al mese) per seguire non solo le grandi corse a tappe, le classiche monumento e le gare minori del calendario su strada, nonché la stagione del fuoristrada, il ciclocross e gli eventi su pista, ma anche tutti i grandi appuntamenti sportivi del panorama internazionale, in testa i primi due tornei del Grande Slam (gli Australian Open e il Roland Garros) e i Giochi olimpici estivi ed invernali. E l'imminente Olimpiade bianca di Milano-Cortina - a quanto pare - è stata la causa della definitiva rottura delle trattative per il rinnovo dell'accordo: com'è noto, i Giochi del 2026 avranno una grossa copertura in chiaro sulle reti RAI. Di conseguenza, Sky ha scelto di rinunciare a un investimento poco redditizio in termini di abbonamenti e pubblicità, tagliando più o meno definitivamente i ponti con Warner Bros., che ha annunciato non solo l'uscita di Eurosport 1 ed Eurosport 2 dalla numerazione del decoder, ma anche di un altro marchio storico come Discovery Channel

Per la verità, le frizioni tra il monopolista della televisione satellitare ed Eurosport c'erano state anche in passato: la permanenza delle due reti sportive sul satellite era stata già a rischio alla fine del 2013, ma alla fine le parti giunsero a un accordo. Quando la proprietà di Eurosport era già passata da tempo nelle mani degli americani, le tensioni si riaccesero alla vigilia dei Giochi invernali di PyeongChang 2018, quando le dirette sui canali di Sky saltarono poco prima della cerimonia d'apertura per questioni economiche. Nonostante questo incidente di percorso, i rapporti di buon vicinato sono proseguiti senza scossoni fino alla scorsa estate, quando la pay-tv del gruppo Comcast ospitò le dirette di Parigi 2024 su 10 canali dedicati. Ora il mesto passo d'addio, divenuto ormai inevitabile dopo che Sky aveva annunciato la nascita di due nuovi canali (Sky Sport Legend e Sky Sport Mix, cui si aggiungerà una rete a tutto basket che prenderà il posto dell'attuale Sky Sport NBA) che subentreranno a Eurosport 1 ed Eurosport 2 dal 1° luglio.

Mentre Sky ha già svelato le sue mosse, Discovery ha scelto di restare alla finestra. Tuttavia, secondo fonti piuttosto accreditate, è quasi certo che l'offerta in streaming cambierà nuovamente nome: così com'è già accaduto in Francia e in Gran Bretagna, è probabile che l'attuale servizio OTT lascerà il posto a Max, dove confluiranno anche i contenuti della casa cinematografica HBO. Sulla carta un semplice cambio di ragione sociale, ma nei fatti un ulteriore aggravio di spesa per gli abbonati. Che potrebbero spendere molto di più per seguire le corse di ciclismo: listino alla mano, un mese di abbonamento a Max in Gran Bretagna costa quasi 20 €. Una strategia vincente? Ne sapremo di più nelle prossime settimane. 

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Carmine Marino
<p>Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre '23.</p>