Giro di Romandia 2017

Un grande favorito per la vittoria può essere l’australiano Richie Porte, ex gregario di Froome che dall’anno scorso si è messo in proprio passando alla BMC: il percorso gli si addice parecchio ma non corre dalla Parigi-Nizza. Un corridore da seguire con grande attenzione è lo spagnolo Ion Izagirre (Bahrain Merida) che ha disputato una grandissima Liegi e che ha tutte le qualità per puntare in alto: l’anno scorso finì terzo, adesso vuole cercare di migliorarsi. Primoz Roglic, Rigoberto Urán, Louis Meintjes, Roman Kreuziger, Simon Yates, Rafal Majka, Warren Barguil e Pierre Latour sono altri nomi da non sottovalutare.

Abbiano tenuto da parte il russo Ilnur Zakarin ed lo statunitense Tejay van Garderen perché tra gli uomini di classifica sono gli unici che ultimeranno qui la preparazione in vista del Giro d’Italia. Il capitano della Katusha-Alpecin ha vinto il Tour de Romandie nel 2015 mentre l’anno scorso si vide togliere dalla giuria, molto discutibilmente, una vittoria di tappa a vantaggio di Nairo Quintana: dopo quell’episodio disputò un’ottima corsa rosa che però terminò in anticipo per una rovinosa caduta lungo la discesa del Colle dell’Agnello mentre si trovava a lottare per un posto tra i primi cinque. Lo statunitense della BMC invece è ormai da qualche anno un vero enigma: in Catalogna ha dato qualche timido segnale di ripresa, se si confermerà in Svizzera potrebbe trovare fiducia in vista del Giro.

Per quanto riguarda i velocisti in gara risaltano su tutti Elia Viviani e Sonny Colbrelli: il percorso generale di questo Tour de Romandie non è durissimo, ma i due azzurri dovranno saper conquistarsi le loro occasioni. La gara partirà subito con un breve prologo a cronometro di 4800 metri a Aigle e sempre a cronometro si concluderà poi domenica a Losanna: in mezzo ci saranno due tappe di montagna, la prima con Champéry al termine di una salita lunga ma dalle pendenze incostanti, la seconda invece avrà l’arrivo in quota a Leysin in una frazione con ben quattro gran premi della montagna ma nessuno lungo più di 7 chilometri. Le due tappe rimanenti possono prestarsi ad epiloghi allo sprint: a Bulle il finale è in leggera salita e bisognerà scegliere bene i tempi della volata visto che qualche salita renderà più appesantite le gambe dei corridori; a Payerne invece ci sarà un’interessante sequenza di muri tra cui quelli di Grandsivaz e Lovens (a circa 60 km dall’arrivo) che avranno pendenze superiori al 20%.