Professionisti

Gilbert rompe la neutralità con la Svizzera

11.06.2017 17:59

Philippe conquista il primo successo in carriera al Tour de Suisse anticipando la volatona; quinto Trentin. Dennis cade, Küng nuovo leader


A neanche due mesi dal successo all'Amstel Gold Race e dall'infortunio che gli impedì di schierarsi al via della Liegi-Bastogne-Liegi e del Giro d'Italia, il campione belga Philippe Gilbert torna sul gradino più alto del podio: a fine maggio al Giro del Belgio il 34enne corridore della Quick-Step Floors aveva trovato sulla propria strada il fenomeno Mathieu Van der Poel, oggi invece nella prima tappa del Tour de Suisse è arrivata una bellissima vittoria, frutto di grandi gambe ma soprattutto di una grande abilitare a leggere la corsa nel suo momento chiave che oggi è stato all'ultimo chilometro quando tutto sembrava ormai pronto per un arrivo in volata. Per Gilbert si tratta del quinto successo stagionale, il primo in carriera al Giro di Svizzera.

Cinque in fuga, la BMC controlla
Dopo il prologo di ieri, il Tour de Suisse è rimasto sempre nella cittadina di Cham per una frazione in circuito che, come piace molto agli organizzatori di queste parti, si prestava ad un finale poco scontato: i corridori dovevano affrontare quattro giri da 43.6 chilometro, ognuno con la salita di Horben ed altre ondulazioni nei pressi del traguardo. La fuga del giorno è partita praticamente subito: davanti si sono portati il danese Lasse Norman Hansen e l'irlandese Conor Dunne entrambi della Aqua Blue, poi Nick Dougall della Dimension Data, Antoine Duchesne della Direct Energie e Nick Van der Lijke della Roompot.

Appena 15 chilometri e il vantaggio dei battistrada era già di tre minuti e mezzo ma poi lungo la discesa dal primo gran premio della montagna ha continuato ad aumentare: con una trentina di chilometri di gara percorsi Dougall, Duchesne, Dunne, Hansen e Van der Lijke hanno toccato un massimo di 5'35" nei confronti del plotone dove era la BMC del vincitore del prologo di ieri Rohan Dennis a dettare un ritmo abbastanza regolare.

Due brutte cadute, a terra anche Dennis
Nei primi tre giri la corsa è filata via senza particolari sussulti ed emozioni, tutto il contrario rispetto all'ultima tornata. I fuggitivi hanno approcciato l'ultimo giro con 2'35" di vantaggio anche perché nel frattempo la BMC aveva trovato la collaborazione di Bora e Sunweb: davanti però Lassen Norman Hansen ha avuto un problema e così Conor Dunne da bravo compagno di squadra si è fermato ad attenderlo per riportarlo in testa alla corsa. Completata la rimonta, Dunne si è poi fatto riprendere dal gruppo ma a quel punto, a 30 chilometri dall'arrivo, la fuga contava solo più su 1'25" di vantaggio.

Nel plotone maglia gialla l'andatura è aumentata parecchio anche perché tutti volevano stare davanti in vista dell'ultimo passaggio sulla salita di Horben: purtroppo ciò ha provocato un paio di brutte cadute. La prima è avvenuta ai meno 31 chilometri e tra i coinvolti ha visto anche l'italiano Sacha Modolo: il corridore della UAE Team Emirates è ripartito, mentre il tedesco Jonas Koch (CCC Sprandi) è stato trasportato in ospedale per accertamenti.

A 25 chilometri, proprio mentre il gruppo raggiungeva Dougall, Duchesne, Hansen e Van der Lijke, è avvenuta la caduta peggiore: l'olandese Steven Lammertink (Team LottoNL-Jumbo) ha riportato le conseguenze peggiori e si è ritirato, ma tra i tanti corridori finiti a terra c'era anche il leader del Tour de Suisse, lo sfortunato Rohan Dennis che non più riuscito a rientrato e che al traguardo ha pagato 9'53". Giornata sfortunata anche per il colombiano Jarlinson Pantano che ha concluso la tappa in 174esima ed ultima posizione a più di venti minuti di ritardo dal vincitore.

Bakelants, Caruso e Rui Costa all'attacco
Nonostante le due cadute ed i tanti corridori coinvolti, il gruppo non ha avuto esitazioni a tirare dritto anche perché ormai la corsa era lanciata e la salita di Horben vicinissima. Qui è stata la Sunweb a portare un bel forcing per appesantire le gambe dei rivali di Michael Matthews, tra i velocisti certamente uno dei migliori sulle salitelle di un paio di chilometri, ma poi ad attaccare è stato un drappello con Domenico Pozzovivo, Jan Bakelants, Rui Costa, Michael Woods, Dayer Quintana, Damiano Caruso e Steven Kruijswijk.

Il gruppo ha reagito allo scatto e c'è stata grande selezione da dietro, ma proprio in vista del gran premio della montagna Jan Bakelants ha rilanciato in testa portandosi dietro Rui Costa e Damiano Caruso: a quel punto mancavano 23 chilometri all'arrivo. I tre battistrada sono arrivati ad avere anche 25" di vantaggio sul primo gruppo inseguitore anche perché a tirare c'era solo un uomo della Bora-Hansgrohe mentre la BMC faceva buona guardia rompendo eventuali cambi per favorire Caruso. Ai meno 10 il gap era ancora nell'ordine dei 20" ma nel frattempo da dietro erano rientrati sul gruppo altri corridori e così la velocità si è alzata.

Velocisti beffati all'ultimo chilometro: la spunta Philippe Gilbert
Bakelants, Caruso e Rui Costa sono stati ripresi a poco più di cinque chilometri dall'arrivo e poco dopo c'è stato ancora spazio per un timido tentativo di Greg Van Avermaet che però è stato ripreso abbastanza rapidamente. Tutto sembrava apparecchiato per un arrivo allo sprint tra Peter Sagan, Michael Matthews e John Degenkolb, per fare alcuni nomi del primo gruppo, ma i treni sono deragliati all'ultimo chilometro. Alta andatura, leggera pendenza a salire e alcune decise accelerazione hanno fatto sì che un drappello di sette o otto corridori prendesse un piccolo vantaggio: nessuna squadra era ancora abbastanza in forze per prendere il controllo della situazione, e così quel gap di pochi metri è risultato decisivo per tagliare fuori dalla vittoria i migliori velocisti.

Tra i corridori che avevano preso vantaggio all'ultimo chilometro c'era anche Philippe Gilbert che in queste situazioni ci va a nozze e ha potuto far valere la classe e l'esperienza del campione: il belga della Quick-Step Floors alla fine s'è imposto in volata davanti al neozelandese Patrick Bevin (Cannondale), al francese Anthony Roux (FDJ), allo svizzero Michael Albasini (Orica) ed al nostro Matteo Trentin, anche lui dello squadrone di Patrick Lefévère. Il campione del mondo Peter Sagan non è riuscito a trovare spazio per passare e ha tagliato il traguardo solamente in ottava posizione preceduto anche dal compagno di squadra Burghardt e dal ligure Bonifazio, nono è arrivato Valerio Conti, decimo Michael Matthews mentre John Degenkolb ha rischiato tantissimo con un paio di contatti nel finale e ha chiuso solamente 13°.

Con Rohan Dennis staccato, la maglia di leader resta comunque in casa BMC visto che è passata sulle spalle di Stefan Küng con 1" di vantaggio su Michael Matthews e Tom Dumoulin, 4" su Lars Boom, 8" su Peter Sagan e 10" su Damiano Caruso che con il suo attacco nel finale ha guadagnato 3" di abbuono ad un traguardo volate. Tra i corridori potenzialmente di classifica arrivati attardati oggi segnaliamo Tejay Van Garderen (3'31") e soprattutto lo spagnolo David De La Cruz (5'32"). La tappa di domani andrà da Menziken a Berna per 159.3 chilometri totali: la tappa non è durissima, ma attenzione al finale con un strappetto all'ultimo chilometro.
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