Ciclismo Giovanile

L'ammirato Neilson abborda la rosa

09.06.2017 16:15

Giro d'Italia Under 23, lo statunitense Powless trionfa a Imola anticipando tutti. Buon terzo posto per Giovanni Lonardi


L’avevamo già detto nell’articolo di presentazione pubblicato un paio di giorni fa: il Giro d’Italia Under 23, tornato finalmente a disputarsi dopo cinque anni di stop caratterizzati da molta inquietudine e incertezza per le sorti future, sarà garanzia di spettacolo. In primis per il tracciato insidioso e variegato proposto in questa nuova rinascita, in secondo luogo per la più che qualificata start list annoverata da questa quarantesima edizione.


La prima tappa proponeva già un finale tutt’altro che scontato e alla fine il canovaccio è stato ampiamente rispettato, con il successo di uno dei protagonisti più attesi: in quel di Imola infatti, ad esultare e ad indossare la prima maglia rosa è infatti lo statunitense Neilson Powless, uno dei punti di forza della corazzata Axeon Hagens Berman che, seppur presentatasi al via senza l’altro astro nascente Adrien Costa (al suo posto gareggia l’interessante portoghese Ivo Oliveira), ha tutta l’intenzione di recitare un ruolo di primo piano in gara.


Per lo yankee ventenne poi, inventatosi una perfetta stoccata da finisseur negli ultimi cinque chilometri, le strade italiane devono essere particolarmente gradite, dal momento che nello scorso mese d’aprile si era imposto in una volata a due nel Palio del Recioto, una delle gare internazionali più importanti ed in grado di fornire sempre ottime indicazioni in prospettiva. Nel prevedibile festival straniero però si può iniziare quest’avventura già con un certo ottimismo, portato dal bel podio ottenuto da Giovanni Lonardi della General Store, uno dei velocisti più costanti (a dispetto delle sole due vittorie ottenute finora) finora ammirati in questo 2017.


Partono in 172, Areruya, Bais ed Ermenault i primi avventurieri del Giro
132 chilometri con un finale nient’affatto scontato hanno costituito la distanza della prima frazione, caratterizzata da partenza e arrivo ad Imola, in cui soprattutto l’ascesa finale ai Tre Monti poteva rappresentare un ideale trampolino per tutti coloro che avrebbero avuto in animo l’idea di anticipare la soluzione allo sprint. Al via si sono presentati 172 atleti, con l’unica defezione del neozelandese Ryan Christensen rispetto alla start list definitiva annunciata alla vigilia.


Dopo un breve allungo di Dario Puccioni, atleta della rappresentativa che raccoglie atleti provenienti da varie regioni del centro e sud Italia, in prossimità del ventesimo chilometro è nata l’azione che ha finito per caratterizzare quasi per intero la frazione: protagonisti il francese e figlio d’arte Corentin Ermenault del Team Wiggins, il ruandese Joseph Areruya e il trentino Mattia Bais, portacolori del Cycling Team Friuli.


Il terzetto ha subito trovato un ottimo accordo, raggiungendo un vantaggio massimo di quasi 3 minuti in prossimità del traguardo Intergiro di Castelguelfo, posto al chilometro 47, dove a transitare per primo è stato il transalpino Ermenault, campione europeo in carica dell’Inseguimento individuale su pista, che ha così conquistato la prima maglia blu di leader della speciale classifica, dando anche un buon impulso all’azione del terzetto. Il plotone, guidato dalle maglie della BMC Development Team, vale a dire la formazione di Pavel Sivakov, uno dei maggiori candidati al successo, ha mantenuto un gap costante, che si è attestato sempre oltre i due minuti fino ad una ventina di chilometri dal traguardo, quando il trio di testa aveva già superato la prima asperità di giornata posta a Sassoleone, dove a transitare per primo era stato proprio l’interessante Areruya.


Il gruppo recupera sui Tre Monti, Powless attacca e va a vincere
Il vantaggio del terzetto di testa ha iniziato pian piano a scemare sotto l’impulso della BMC e della Mitchelton Scott, che proprio ai piedi dell’ascesa ai Tre Monti è riuscita a ridurre a poche decine di secondi lo svantaggio. Ultimo ad arrendersi l’indomito Joseph Areruya, che ha staccato Bais ed Ermenault nel tentativo di riuscire a racimolare ulteriori punti che gli consentissero di vestire la maglia di miglior scalatore ma per sua sfortuna la rimonta del plotone si è concretizzata proprio in prossimità della vetta, lasciandolo così a mani vuote.


A transitare per primo è stato così Seid Lizde del Team Colpack, che scollinando davanti a Pavel Sivakov della BMC e al compagno di squadra Mark Padun ha appaiato Areruya in vetta alla graduatoria, vestendo però lui la maglia verde al traguardo. A quel punto, col gruppo decisamente allungato, si è cominciato a ragionare in prospettiva sprint con le ruote veloci più resistenti presenti nella testa. Chi però non è stato d’accordo con quest’eventualità è stato lo statunitense Neilson Powless, che proprio al culmine della discesa ha operato l’allungo. L’atleta dell’Axeon è riuscito a guadagnare subito una decina di secondi e per ciò che restava del gruppo è stato indubbiamente difficile poter pensare di organizzare un inseguimento efficace.


Powless è riuscito così a mantenere una distanza di sicurezza e si è presentato tutto solo a braccia alzate sul traguardo, andando a cogliere la terza affermazione in stagione (oltre al già citato Recioto aveva vinto anche la frazione a cronometro del Triptyque des Monts et Châteaux in Belgio). La prima parte del gruppo, molto allungato anche a causa di una caduta che ha coinvolto vari atleti (tra loro lo statunitense Owen, l’albanese Nika, l’argentino Tivani, Simone Ravanelli, Alessandro Fedeli, Imerio Cima e Gianmarco Begnoni), è giunta sul traguardo con un ritardo di 9” ed è stata regolata nello sprint per la seconda posizione dall’olandese Bram Welten della BMC, una delle ruote veloci più attese in questo Giro, che è andato a precedere un bravissimo Giovanni Lonardi della General Store, che ha così conquistato l’ennesimo podio in stagione.


In quarta posizione Ivo Oliveira, altro atleta Axeon, davanti all’interessante colombiano Hodeg, all’olandese Julius Van Den Berg, a Filippo Rocchetti della Zalf, Michele Corradini della Mastromarco, Giacomo Zilio della Zalf e Raffaele Radice del Delio Gallina, che hanno così completato la top ten. Tra i corridori interessati alla classifica generale il solo Marco Negrente della Colpack ha accusato un ritardo di una certa entità (1’21” per la precisione). Una curiosità: in questo Giro Under 23 viene assegnata anche la maglia nera all’ultimo classificato, che dopo questa prima frazione sarà sulle spalle di Daniel Favaro del Cycling Team Friuli, giunto con un ritardo di 16’25”.


Domani primo arrivo in salita all’Abbazia di San Valentino
Powless ha così vestito la prima maglia rosa di questa edizione ed in virtù dell’abbuono conquistato guida con 13” su Welten e 15” su Lonardi. Domani però sarà in programma già un primo interessante test per tutti coloro che ambiranno al successo finale: la frazione che scatterà da Castellarano si concluderà infatti dopo 145 chilometri all’abbazia di San Valentino, collocata nel medesimo comune reggiano. Un finale molto adatto agli scattisti, visti i due chilometri con pendenza media che non scenderà mai sotto il 10% e che quindi chiamerà decisamente all’azione scattisti e scalatori. Dopo l’avvio odierno c’è da scommettere che se ne vedranno ancora delle belle e lo stesso Powless non mollerà il simbolo del primato così facilmente.
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