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Cima: «È un sogno che si avvera»

30.05.2019 19:40

Le dichiarazioni al termine della diciottesima tappa del Giro d'Italia: Ackermann contento per la maglia ciclamino, Démare deluso e Consonni si avvicina ai primi


DAMIANO CIMA (Nippo-Vini Fantini-Faizanè)
«Dare visibilità alla mia squadra durante le fughe è stato uno dei ruoli che mi ha assegnato il mio team. Oltre alla visibilità, oggi ho vinto! Non è stato facile andare in fuga per i molti tatticismi legati alla Maglia Ciclamino. Eravamo in tre davanti e ringrazio i miei compagni di fuga per la buona collaborazione. Sono rimasto il più calmo possibile negli ultimi chilometri. Non ho mai guardato indietro. Ho aspettato il più possibile per dare tutto nelle ultime poche centinaia di metri. È un sogno che si avvera».

RICHARD CARAPAZ (Movistar Team)
«Sono sereno... Sono nella mia miglior forma di sempre! Scherzando ma sapendo che stavo andando forte, ho chiesto una bici rosa ancora prima di prendere la Maglia Rosa ed è arrivata ieri per il mio compleanno. Sono fiducioso in vista delle ultime tre tappe. Sento forti emozioni perché ci sono molte montagne a venire. Spero di affrontarle nel miglior modo possibile. So che il mio paese ora è paralizzato a causa delle persone che guardano il Giro».

VINCENZO NIBALI (Bahrain-Merida)
«Le energie a fine Giro sono un po' per tutti uguali, c'è chi sta un po' meglio o un po' peggio. Come ho detto, ieri ho avuto una giornata un po' ma anche l'arrivo non mi si addiceva, era molto esplosivo e non ho mai digerito un arrivo così. Però vediamo nei prossimi giorni, vedo molto bene Landa, ha dimostrato di stare molto bene, è possibile qualche suo tentativo ma bisogna vedere gli ordini di scuderia. Domani non so, è un arrivo simile a quello di ieri, forse un pochino più semplice, ma la tappa più importante è quella di sabato. La mia è un po' una missione impossibile, però mai dare niente per scontato: comunque secondo me resta un Giro molto aperto fino alla fine un po' per tutti».

SIMONE CONSONNI (UAE Team Emirates)
«Il terzo posto è un buon risultato, sono soddisfatto anche se non si è riusciti a chiudere sulla fuga. Ho avuto buone sensazioni in volata, nonostante siamo nella terza settimana di un Giro d'Italia che, per me, è stato impegnato, considerando che ho lavorato all'inizio per Gaviria e poi ho dato il mio contributo a Conti e Polanc nei giorni in cui vestivano la maglia rosa. È un ulteriore passo nella mia carriera, cerco sempre di migliorarmi. Questo risultato mi dà la giusta consapevolezza per trarre il massimo dalle prossime opportunità che la squadra mi darà».

PASCAL ACKERMANN (Bora-Hansgrohe)
«Avevamo fatto i conti dei punti in anticipo e sapevamo che saremmo stati vicini. Quando sono finito secondo nella volata ero deluso perché i miei compagni mi hanno supportato tutto il giorno e hanno lavorato duro. Hanno fatto un lavoro fantastico. Ma quando ho capito che avevamo ripreso la maglia ciclamino, è stato un momento speciale per me e per l'intera squadra. Ma di certo non l'ho ancora vinta matematicamente, ci sono ancora tre tappe molto difficile e devo superarle. Comunque adesso siamo felici di riavere la maglia e faremo del nostro meglio per tenerla».

ARNAUD DEMARE (Groupama-FDJ)
«Abbiamo approcciato la volata come volevo, ma poi sono stato ostacolato per due volte. Non ho potuto sprintare come potevo e sono molto deluso dal risultato. Dall'oggi al domani divento scarso perché ho perduto la maglia? Abbiamo dato tutto per questa maglia, ma il Giro dura tre settimane».

RYAN GIBBONS (Team Dimension Data)
«Complimenti ai ragazzi in fuga, tutti loro quattro, i tre corridori e... vabbè... la squadra è stata fenomenale, tutti si sono dedicati al 100% alla mia volata. Sono stati grandi, sono davvero grato: sfortunatamente non ho potuto portare a casa il risultato che volevamo, ma essere quarto nella volata e quinto nella tappa è comunque qualcosa. Ma ancora grande la squadra e continueremo a provarci negli ultimi due giorni».

MIRCO MAESTRI (Bardiani-CSF)
«C'è tanto, tanto rammarico, perché mai mi sono trovato così vicino a conquistare un traguardo così importante. Avevo due strade: rischiare di perdere o provare a vincere. Io ho scelto la seconda. Denz era quello che aveva più gamba, lo si vedeva, Cima invece il più veloce. Quando il tedesco è partito non ho esitato a lanciarmi anche io. Il gruppo dietro arrivava forte e un’esitazione sarebbe stata fatale. Sapevo che Cima poteva passarmi, ma ho agito d’istinto. Trovarmi solo in testa a 300 metri dal traguardo è stata un’emozione bellissima. Spero di riprovarla presto».
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