In bici da Roma a Lecce contro il cambiamento climatico: il bike to work di Sandro Calmanti
Il lungo bike to work di Sandro Calmanti, che è partito questa mattina da Roma, per raggiungere la conferenza della Società Italiana per le Scienze del Clima a Lecce e presentare una ricerca sui cambiamenti climatici nel Mediterraneo
Da Roma a Lecce in bicicletta per presentare uno studio sui cambiamenti climatici nel Mediterraneo alla conferenza della Società Italiana per le Scienze del Clima. È questo il piano di Sandro Calmanti, un ricercatore di ENEA, che questa mattina, in sella alla sua bici, è partito dalla sua abitazione romana per raggiungere il capoluogo salentino. Un lungo viaggio di cinque giorni a impatto zero, a metà tra il bike to work e il cicloturismo, per dare voce al dramma del cambiamento climatico e vivere un’esperienza immerso nella natura.
Sfruttando l’occasione della Settimana europea della Mobilità Sostenibile, infatti, Sandro Calmanti ha deciso di mettersi in gioco e contribuire a suo modo a ridurre le emissioni di CO2. Come ha scritto sulla sua pagina Facebook: - Nei prossimi giorni potrei cercare di spiegare perché ho deciso di fare questo viaggio. Ma intanto mi viene in soccorso lo stralcio dalla quarta di copertina del libro di Moitessier (Capo Nord alla Vela n.d.r) che tutto sommato potrebbe essere la spiegazione migliore “Non si chiede a un gabbiano addomesticato perché di tanto in tanto provi il bisogno di scomparire verso il mare aperto. Ci va e basta, è un fatto semplice come un raggio di sole, normale come l'azzurro del cielo”.
Un viaggio di 5 tappe e circa 650 chilometri
Il programma di viaggio di Sandro Calmanti è piuttosto serrato. Trattandosi, infatti, di un viaggio di lavoro non è possibile concedersi ritardi e giorni di riposo, con l’arrivo fissato tassativamente per il pomeriggio di martedì 24 settembre. Il ricercatore romano ha così pensato di suddividere la sua avventura di quasi 650 chilometri in 5 tappe: un traguardo piuttosto ambizioso per un appassionato di bicicletta che pratica questo sport principalmente negli spostamenti urbani.
Per togliersi subito buona parte del percorso, Calmanti ha deciso di pianificare una prima tappa molto lunga, di 210 chilometri da Roma a Capua. L’idea è quella di sfruttare il percorso pianeggiante e la gamba fresca per percorrere più chilometri possibili in vista delle insidie dei giorni successivi. Il secondo giorno, invece, sarà una giornata piuttosto tranquilla, per riprendere fiato e attraversare le prime difficoltà altimetriche, prima di raggiungere il traguardo di Benevento. Il tratto più impegnativo è previsto nella terza frazione, con un percorso di circa 100 chilometri e diversi valichi da affrontare, prima di giungere al confine con la Puglia. Da lì seguono due giorni prevalentemente pianeggianti, il primo di circa 200 km per raggiungere Cisternino e, infine, gli ultimi 70 chilometri in vista del traguardo di Lecce e partecipare all’aperitivo inaugurale della conferenza.
Una prima tappa difficile e l’arrivo a Capua
Come si può leggere dalla pagina Facebook di Sandro Calmanti, la prima giornata è trascorsa non senza difficoltà. “Uscire in bicicletta dalla prigione del grande raccordo anulare non è mai un problema semplice. Aree semi-industriali e in semi-degrado, camion e autoarticolati in ingresso e uscita, strade intasate. Uno stress a cui mi sottopongo tutti i giorni, e che questa volta non mi merito”. Per questa ragione Calmanti ha deciso di prendere il treno e fino a Campoleone e iniziare la sua avventura in riva al mare, per accorgersi, successivamente, di aver dimenticato a casa la chiave dell’appartamento che gli avevano prestato per dormire a Cisternino.
Un imprevisto che comunque non gli ha fatto passare il buon umore. Come ha scritto a fine giornata, infatti, “ad ogni modo, col mio mezzo a bassissime emissioni di gas serra, 180km con tre boccali di birra, sono arrivato a Capua dove la titolare del B&B mi ha consigliato una pizzeria che nel menù offre le "montanarine Cetara". Queste consistono in uno spicchio di pizza fritta, con sopra un cucchiaio di burrata di bufala, un pomodoro secco e due alici marinate di Cetara. Il fatto di dover lasciare Capua e non poter mangiare anche domani una quindicina di montanarine alla Cetara mi getta nello sconforto”.