Remco Evenepoel, iridato a crono a Zurigo 2024 © Soudal Quick-Step
Lo Stendino di Gambino

Nella stagione delle doppiette vedremo finalmente un duello?

In un ciclismo di giganti che si dividono gli obiettivi e quindi i rispettivi periodi di egemonia, il Mondiale di Zurigo è un'occasione d'oro per assistere a un match del secolo tra Pogacar, Evenepoel e Van der Poel

28.09.2024 15:09

Il 2024 della bicicletta resterà per sempre impresso negli annali. Ancor prima che si consumino i due tradizionali appuntamenti conclusivi, mondiale in linea e Giro di Lombardia, sono state scritte pagine indimenticabili di ciclismo. In ordine cronologico, Mathieu van der Poel (Fiandre e Roubaix), Tadej Pogacar (Giro e Tour), Remco Evenepoel (oro olimpico contro il tempo e in linea) e, tra le donne, Grace Brown (oro olimpico e titolo mondiale a cronometro) hanno esaltato gli appassionati con accoppiate di sommo prestigio. Dovesse prevalere domenica nella prova maschile in linea, Remco darebbe luogo a un poker difficilmente eguagliabile.

Il ciclismo oggi permette più egemonie contemporanee

Il ciclismo attuale ci ha insegnato che, grazie ai programmi diversificati, c’è spazio nella stessa stagione per più campioni egemoni. Non è un caso, quindi, che Mathieu, in maglia iridata, Tadej, in rosagiallo, e Remco, pluricoperto d’oro, abbiano tutti realizzato quanto si proponevano a inizio anno. Solo al Tour de France, però, abbiamo visto questi fuoriclasse mettersi contemporaneamente il numero sulla schiena. In questo aspetto la bicicletta sta prendendo sempre più le sembianze della grande boxe degli anni settanta e ottanta che ci offriva ogni anno un solo match del secolo.

Jonas Vingegaard incredulo, ha battuto Tadej Pogacar a Le Lioran © Visma-Lease a Bike
Jonas Vingegaard incredulo, ha battuto Tadej Pogacar a Le Lioran © Visma-Lease a Bike

Eppure, a guardare bene l’andamento della stagione, qualcosa è mancato. Tutti i successi sopracitati sono stati figli del dominio assoluto dei mattatori di turno con il solo Filippo Ganna a impensierire, leggermente, Evenepoel nelle due crono, olimpica e mondiale. La corsa iridata di domenica, ancor più della successiva classica delle foglie morte, resta l’ultima occasione per assistere a una sfida corpo a corpo nel senso classico del termine. Dovendo andare con la lente d’ingrandimento a cercare nel 2024 un testa a testa degno d’essere ricordato bisogna andare allo scontro tra Pogacar e Jonas Vingegaard nella tappa del Tour corsa sul Massiccio Centrale.

In attesa del triello che caratterizzerà la prova di Zurigo

Domenica, in modo analogo all’indimenticabile scena conclusiva de “Il buono, il brutto e il cattivo”, i tre tenori si confronteranno al Mondiale di Zurigo su un percorso apparentemente durissimo, simile a un tappone di montagna d’una grande corsa a tappe. Con Van der Poel oggettivamente sfavorito dal tracciato e il padrone di casa Marc Hirschi unico possibile outsider, gli occhi degli addetti ai lavori saranno puntati su Pogacar cui si presenta un occasione di platino per eguagliare quanto fatto da Eddy Merckx nel 1974 e Stephen Roche nel 1987. Evenepoel, naturalmente, ha tutte le carte in regola per tenere testa al fuoriclasse di Komenda. Il fiammingo, però, ben sa che, a differenza del rivale, lui dovrà fare il vuoto in quanto, in caso d’arrivo a due in volata, difficilmente riuscirebbe a primeggiare sullo sloveno.

In campo maschile l’Italia sarà presente per onor di firma mentre tra le ragazze la speranza di poter essere protagoniste è concreta. Elisa Longo Borghini che quest’anno ha compiuto un’impresa, classica monumento più grande corsa a tappe, che ai maschietti non riesce dal 2007, quando Danilo Di Luca fece l’accoppiata Liegi-Giro, guiderà una formazione agguerrita che, pur dovendo affrontare degli autentici squadroni, magari riuscirà a regalarci un sorriso.

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