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Pugno a razzo! Il grande Madsinga colpisce ancora

02.09.2022 18:12

Mads Pedersen vince alla Vuelta la 13esima tappa (come aveva fatto in luglio al Tour) battendo in volata Bryan Coquard e Pascal Ackermann. Giornata tranquillissima, Remco Evenepoel in rosso aspetta le montagne del weekend


Il percorso di crescita professionale di Mads Pedersen prosegue, e questo 2022 ha portato il 26enne danese ad aggiungere al proprio repertorio qualcosa che in passato era mancato: la continuità di risultati. E infatti conta, con il successo ottenuto oggi a Montilla, l'ottava affermazione stagionale, un livello mai toccato prima in carriera. L'iridato 2019 è andato a segno a febbraio (Étoile de Bessèges), a marzo (Parigi-Nizza), ad aprile (Circuit Cycliste Sarthe), a maggio (Fyen Rundt), a giugno (Giro del Belgio), a luglio (Tour de France!), poi ha usato agosto per mettere in cassaforte la maglia verde della Vuelta a España attualmente in corso di svolgimento, e una volta archiviata virtualmente la pratica si è potuto dedicare oggi a regalare una vittoria pure al proprio settembre. A chi farà notare l'assenza di una classica nel 2022 di Mads (più su di sesto alla Sanremo non è andato) possiamo rispondere che la stagione non è ancora finita, ma in ogni caso non ci pare di ricordare un'altra annata così piena di sostanza nella carriera del ragazzo, rimasta fino a un certo punto legata a estemporanei exploit (cosa fu Harrogate sennò?) e lunghe pause.

Se Pedersen è entrato nella fase della piena maturità, pure la Vuelta si prepara a farlo: domani e dopodomani si deciderà molto o quasi tutto, data la semplicità della terza settimana, e al momento Remco sembra intoccabile. Nemmeno la caduta di ieri gli ha lasciato scorie, s'è un po' grattugiato ma stanotte ha dormito bene (dice lui) e in corsa non ha avuto alcuna molestia. Qualche patema è toccato invece a uno dei suoi avversari di classifica, Juan Ayuso per la precisione, il quale è stato testato positivo al covid ma con una carica virale tanto bassa che il quasi 20enne della UAE Emirates è potuto rimanere in corsa (un po' quel che successe al Tour al suo compagno Rafal Majka, se ci fate caso).

Parlando di rivali di Evenepoel, Primoz Roglic oggi si è fatto intravedere nel finale, come a voler testimoniare il proprio fattivo e mai tramontato interesse nei confronti della Vuelta (al punto da ipotizzare di sprintare su un arrivo che tirava appena all'insù come quello odierno; poi ha desistito), e nello sloveno si concentrano le aspettative di chi vorrebbe rimesso in discussione ciò che al momento pare indiscusso (ovvero il primato nella corsa).

Staremo a vedere se Roglic avrà la forza o la volontà di inventare qualcosa, nel frattempo torniamo a oggi. La 13esima tappa della Vuelta a España 2022 era la Ronda-Montilla di 168.4 km ed era tra quelle segnate in rosso dai velocisti, per cui non c'erano grandi speranze che una fuga arrivasse al traguardo; sicché, come quasi sempre accade in questi casi, non c'è stata battaglia per andare all'attacco e i primi a muoversi, al primo chilometro, hanno subito avuto il lasciapassare dal gruppo: Julius van den Berg (EF Education-EasyPost), Ander Okamika (Burgos-BH) e Joan Bou (Euskaltel-Euskadi). I tre hanno raggiunto un primo vantaggio massimo al km 40, 3'08" e non di più, e dietro i team degli sprinter si dividevano il lavoro di tiraggio del plotone.

La frazione è scorsa via tranquillissima, i fuggitivi sono stati prima riportati a un margine di un paio di minuti abbondanti, poi sono risaliti fino a +3'20" ai -58 (nuovo vantaggio massimo), ma si trattava di normali oscillazioni di borsa. Ai -21 i Trek-Segafredo hanno dato l'accelerata decisiva per portare all'annullamento della fuga, Bou ha fatto in tempo a vincere il traguardo volante di Espejo ai -15 mentre Van den Berg si staccava; i due superstiti sono stati ripresi ai -9.5.

La INEOS Grenadiers si è incaricata di prendere il comando delle operazioni ai -3.5, rilevata ai 2800 metri dalla Movistar, da cui ha preso il testimone la Alpecin-Deceuninck ai 1500. Ai 1300 sono usciti forte sul lato destro gli Jumbo-Visma che parevano voler lanciare Primoz Roglic ma sono arrivati un po' corti e non sono riusciti nell'intento. Ai 500 metri è allora emerso Pascal Ackermann (UAE Emirates) il quale ha tentato un anticipo esagerato contando di sfruttare le due curve del finale per essere meno raggiungibile. E in effetti il tedesco non è andato lontano dal completare la magata, dato che è stato superato da soli due avversari.

Il primo è stato Mads Pedersen (Trek), che è stato lestissimo a fiutare il pericolo e a mettere Ackermann nel mirino tenendolo come punto d'appoggio e superandolo sull'ultima curva ai 150 metri. Il secondo Bryan Coquard (Cofidis), autore di una bella rimonta che però non gli ha ugualmente permesso di precedere lo scatenato danese in maglia verde, al secondo successo in carriera in un GT (la prima, la 13esima - pure lì - tappa al Tour un mese e mezzo fa).

Alle spalle di Ackermann nell'ordine d'arrivo si son piazzati Fred Wright (Bahrain-Victorious), Danny van Poppel (Bora-Hansgrohe), Quentin Pacher (Groupama-FDJ), Jesús Ezquerra (Burgos-BH), Maxim Van Gils (Lotto Soudal), Roglic (nono) e Urko Berrade (Kern Pharma). 13esimo e primo degli italiani Samuele Battistella (Astana Qazaqstan). Oggi non ci sono stati ritiri eccellenti (unico DNF Thibault Guernalec dell'Arkéa Samsic), per cui la classifica resta invariata: Remco Evenepoel (Quick-Step Alpha Vinyl) è in rosso con 2'41" su Roglic, 3'03" su Enric Mas (Movistar), 4'06" su Carlos Rodríguez (INEOS), 4'53" su Juan Ayuso (UAE), 6'28" su Wilco Kelderman (Bora), 6'56" su Miguel Ángel López (Astana), 7'18" su João Almeida (UAE), 8' su Jan Polanc (UAE), 8'05" su Tao Geoghegan Hart (INEOS), 8'42" su Ben O'Connor (AG2R Citroën), 9'19" su Thymen Arensman (DSM), 10'56" su Jai Hindley (Bora), 11'09" su David De la Cruz (Astana) 11'15" su Louis Meintjes (Intermarché-Wanty), 11'39" su Alejandro Valverde (Movistar), 11'51" su Hugh Carthy (EF), 13'38" su Rigoberto Urán (EF), 14'52" su Richard Carapaz (INEOS), 15'21" su Mark Padun (Bahrain), 19'49" su Jan Bakelants (Intermarché), 20'18" su Jay Vine (Alpecin) e 20'53" su Domenico Pozzovivo (Intermarché), 23esimo e primo degli italiani.

Domani la 14esima tappa della Vuelta riporterà il gruppo in quota: la Montoro-Sierra de la Pandera di 192.5 km si concluderà a quota 1820 metri, degno antipasto della giornata over 2000 di domenica. A dirimere ogni questione sarà ovviamente la salita finale di una frazione più o meno unipuerto.
Dagnoni, presidente di un ciclismo da gnomi
Roglic lancia la sfida, Remco mostra le prime crepe
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!