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Volta a la Comunitat Valenciana 2023 - Analisi del percorso

Al via la prima gara a tappe in terra di Spagna dove si sfiderà una fitta schiera di uomini da Grandi Giri; il tracciato è piuttosto esigente e praticamente privo di tappe innocue

31.01.2023 11:15

Dopo l'antipasto nell'emisfero australe, è il momento della prima corsa a tappe sul continente europeo. Sarà il primo test per alcuni dei principali protagonisti attesi nella stagione ventura; a loro disposizione un percorso impegnativo, in cui non è prevista nessuna tappa per velocisti propriamente detta. I corridori si sfideranno su un tracciato di 5 tappe tutte di media montagna, un paio (la prima e l'ultima) più verosimilmente destinate a volate a ranghi ristrette (ma mai dire mai), le altre tre (di cui due con arrivo in salita) dovrebbero delineare la classifica in modo più sensibile.

 

Mercoledì 1 febbraio - 1a tappa: Orihuela - Altea (189.4 km)

La manifestazione viene inaugurata da una frazione piuttosto lunga con due salite di media difficoltà poste abbastanza vicine al traguardo. Dopo le prime ondulazioni, si inizia a salire verso il celeberrimo Coll de Rates, immancabile nei ritiri invernali di molti ciclisti professionisti e non solo. Il versante classico sarà percorso in discesa e si arriverà al valico da sud: complessivamente sono circa 14 km al 3%, ma la salita vera e propria è il primo tratto di circa 7 km al 5.5% verso Tàrbena, mentre il GPM è in vetta ad un altro strappo di 1500 metri al 6%. Dopo una discesa abbastanza insidiosa si arriva subito ai piedi dell'Alto de Bèrnia: il GPM è formalmente posto 1.5 km dopo l'omonimo Puerto, dove finisce la salita vera e propria di 9.5 km al 4.4%. In vetta mancheranno 35 km, prevalentemente in discesa fino a 14 km al traguardo: da sottolineare l'insolita planimetria, che prevede strade veloci nei tratti in discesa e segmenti molto tortuosi laddove invece si deve pedalare. La strada torna in lieve ascesa per superare Calp, prima di scendere verso Altea, dove resterà soltanto un lungo rettilineo pianeggiante di 4 km per organizzare un eventuale volata.

 

Giovedì 2 febbraio - 2a tappa: Novelda - Alto de Pinos (Benissa) (178.2 km)

È il turno del primo arrivo in salita, posto al termine di una frazione infarcite di salite che potrebbe risultare indigesta a molti ad inizio stagione. In partenza si susseguono alcune vecchie conoscenze della Vuelta, ovvero il Puerto de Maigmó (8.5 km al 3.9%, seguiti da altri 3 di falsopiano), il Puerto de Tibi (5 km al 5.7% media, ma irregolare con tratti al 9/10%), il Puerto de Benifallim (12.5 km al 4%) e l'Alto de Confrides (6.5 km al 4.8%). Una trentina di km all'ingiù ci riporta nella zona di Altea, lungo la costa. Superata Calp, si sale a La Fustera (4.3 km al 5.2%, con un tratto di 1.8 km all'8%); quindi una manciata di km agevoli ci portano ai piedi di Cumbre del Sol, rampa da ribaltamento già percorso due volte dalla Vuelta di 3 km al 10% con punte al 20%. Da qui mancano ancora 33 km al traguardo, ma questa asperità potrebbe essere uno spartiacque importante. Una ventina di km ondulati porta la corsa a Benissa per risalire a Bernia dal versante opposto della tappa precedente; dopo un primo tratto di 2 km al 5% e circa 6 km pressoché pianeggianti, inizia la rampa finale verso Cases de Bèrnia dove è posto il traguardo: prima si sale per 2.5 km al 9% (max 15%); quindi si svolta a sinistra per percorrere il rettilineo finale in discesa per 300 metri, poi di nuovo in salita negli ultimi 200. Pendenze importanti che a febbraio possono scavare distacchi notevoli.

 

Venerdì 3 febbraio - 3a tappa: Bétera - Sagunto (145.1 km)

Con la corsa ormai nel vivo, è il turno di una tappa nel complesso meno usurante, che propone però la salita forse più dura di tutta la corsa. Infatti se i primi 110 km scarsi propongono falsopiani e la facile salita all'Alto de l'Oronet (4 km al 5.2%), nel finale si presenta minaccioso l'Alto del Garbí, percorso alla Vuelta del 2017 in un finale pressoché identico - con l'arrivo posto più distante, presso el Port de Sagunt, anziché in città - ma che si rivelò ugualmente esplosivo. Nel complesso si sale per circa 9 km al 5.5%, ma il piatto forte soltanto a 4.5 km dalla vetta, quando inizia un tratto di 2.8 km al 10.2% (di cui 1.5 km al 13% con punte oltre il 20%). In vetta a questa rampa micidiale per arrivare al GPM c'è altra strada utile per ampliare i distacchi, con circa 500 metri in lieve discesa, seguiti da un altro km abbondante di salita. In vetta mancano 28 km al traguardo: dopo un primo tratto di discesa occhio alla contropendenza del Pla de les Llomes (1 km al 4%) e poi alla picchiata stessa che combacia in gran parte con quella già percorsa scendendo dall'Alto de l'Oronet; al termine di quest'ultima restano soltanto 18 km velocissimi, tutti a scendere.

 

Sabato 4 febbraio - 4a tappa: Burriana - Alto de Cova Santa (Altura) (181.6 km)

Dopo un arrivo su rampa ed uno in discesa, è il momento della tappa nel complesso più esigente (circa 3500 metri di dislivello), anche se sostanzialmente priva di pendenze cattive. Si parte scalando in rapida successione il Port d'Ahìn (oltre 17 km con una media del 2.7%, ultimi 5 km al 4%), il Collado de Ayódar (4.3 km al 5.2%), la salita a Torralba del Pinar (4.5 km al 7%) e l'Alto de Torralba (non classificato come GPM, circa 2.5 km al 7%), un lungo fondovalle ondulato porta ad Altura, dove si inizia a salire verso il Mont Mayor (in tutto 14 km al 4.1%), transitando una prima volta dal traguardo posto di fronte al Santuario de la Cova Santa. Il percorso procede senza una discesa vera e proprio, tornando ad Altura con molte ondulazioni. Per arrivare al Santuario stavolta la salita risulta in tutto di circa 11.5 km al 4%: prima si sale per quasi 2 km al 4/5%, quindi si affronta un km abbondante in lieve discesa ed un breve tratto agevole; la strada torna a salire definitivamente a 7 km dal traguardo (5.5% di media), con in particolare gli ultimi 3.5 km ad avere pendenze più rilevanti (7% circa).

 

Domenica 5 febbraio - 5a tappa: Paterna - Valencia (93.2 km)
(tracciato valido anche per la Vuelta CV Feminas)

Come da tradizione la corsa si chiude con una tappa tra Paterna e Valencia, che sarà percorsa specularmente anche dalle ragazze per la classica che si correrà subito prima. In linea teorica è la tappa col finale più pianeggiante e lineare, ma il tracciato è tutt'altro che banale. La frazione sarà cortissima e riproporrà in parte il finale della tappa di Sagunt, salendo l'Alto de l'Oronet e l'Alto del Garbí, quest'ultimo da un versante diverso (La Frontera) ma ugualmente molto duro: si tratta di 5.2 km al 9.1% con punte del 15%. Lo scollinamento a 43 km dal traguardo, seguito anche in questo caso dallo zampelloto del Pla de les Llomes. Il tratto più tecnico della discesa termina a 35 km dalla fine, ma la strada continua a scendere sensibilmente per circa 5 km. A questo punto la pendenza si trasforma sempre più in pianura man mano che ci si avvicina al traguardo. 30 km di pianura non sono pochi, ma se qualcuno volesse inventarsi qualcosa, la salita rimane una delle più dure di tutte le 5 giornate. Altrimenti sarà volata a ranghi ristretti.

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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.