Ciclocross

Spettacolo MVDP+WVA, spettacolo cross!

18.12.2016 16:18

Coppa del Mondo, Mathieu Van der Poel su Wout Van Aert a Namûr. Tra le donne ottime Eva Lechner e Alice Arzuffi


Il cross è il Pandora del ciclismo (il riferimento sarà chiaro a chi conosce/ricorda il film Avatar). In termini più leggibili, è un mondo magico, un eden a cui il resto delle due ruote dovrebbe tendere. Foss'anche solo per il fatto di poter disporre (il cross, sempre) di due campioni-rivali che ogni settimana se le suonano di santa ragione per l'intera stagione. Cosa che nello stradismo della periodizzazione e dei picchi di forma è considerabile fantascienza.

Scriviamo queste cose risapute sull'onda dell'entusiasmo per la bellissima gara di Namûr, quinta tappa di Coppa del Mondo (in realtà sarebbe stata la sesta, ma Koksijde saltò per troppo vento). Un'ora di intensità assoluta, di battaglia senza quartiere, sulle ruote e gli scarpini di due avversari nati per dividere il grande pubblico, perché risulta a un certo punto impossibile non parteggiare per l'uno o per l'altro (anche alternativamente: ora tifo te, ora tifo lui, a seconda delle gare o del loro svolgimento).

Oggi veniva naturale tenere per Wout Van Aert, che ha condensato nella sua prova cuore e sventatezza, cadendo due volte e mezza, inseguendo l'algido Mathieu Van der Poel praticamente per tutto il tempo, e alla fine soccombendo alla splendente capacità di guida del suo avversario, che ha sempre fatto la differenza nel tratto più tecnico del circuito, laddove invece WVA si metteva in luce nei passaggi più duri.

 

Le cadute fotocopia di Van Aert
Wout Van Aert doveva avere un appuntamento ok-corral-oriented con una zolla del costone che, attraversato longitudinalmente, caratterizza il circuito di Namûr. Purtroppo per lui, è uscito sconfitto dalla sfida col terragno elemento: primo giro, mentre Tom Meeusen attacca, lui - WVA - cade. Perde secondi preziosi, intanto Mathieu si butta a capofitto sull'azione di Meeusen, la rilancia, s'invola, transita al primo passaggio con 13" sui primi inseguitori. Primi, oddio: il primo è proprio Wout.

Secondo giro, Van Aert ha staccato tutti gli altri, ha rimesso nel mirino MVDP con una furente rincorsa, l'ha praticamente agganciato, quando, di nuovo sul costone di cui sopra, scivola esattamente sulla stessa zolla della tornata precedente. Ma allora lo fai apposta!

Il Campione del Mondo ha patito un attimo più il contraccolpo psicologico che il colpo fisico, ma ha riordinato in fretta le idee, e nuovamente al terzo giro si è messo in spalla l'incombenza di inseguire l'olandese, e in un giro e mezzo ha ricucito quei 20" che si era ritrovato ad avere dopo la sciagurata seconda caduta.

 

Wout, una rimonta dopo l'altra
Parliamo solo di loro due, perché gli altri fungevano da scenografia, come quasi sempre - del resto - da quando questi due fantastici interpreti del cross hanno fatto la loro comparsa sulla scena. Ad ogni buon conto, un bravo Meeusen ha lavorato bene nella prima parte di gara, e ha approfittato del rallentamento occorso davanti (fisiologico, quando Van Aert si è riportato su Van der Poel a inizio quarto giro), ed è rientrato pure lui.

Al quinto giro, nuova tegola per Van Aert: in un punto apparentemente non complicato del circuito ha sbagliato una traiettoria ed è finito con la ruota anteriore in mezzo al pubblico. Un intoppo, non una caduta, ma l'esito è stato il medesimo delle due occasioni precedenti: quelli davanti se ne vanno via, quelli dietro sopraggiungono e fagocitano.

Anche in questo caso - con opportuno cambio di bici al primo box utile - Wout non si è perso d'animo, anche se le energie spese in questi inseguimenti cominciavano a sommarsi le une alle altre. Intanto Mathieu aveva staccato Meeusen, che perdeva via via la brillantezza iniziale.

Nel sesto giro Van Aert si è isolato all'inseguimento del battistrada, alla fine del settimo - mettendo insieme una grandiosa scalata dietro l'altra sulle rampette del circuito - c'è stato il nuovo aggancio: e tre!

 

Van der Poel, magie di guida e vittoria finale
A quel punto mancavano tre giri alla conclusione. Kevin Pauwels, solito diesel, rinveniva bene da dietro, superava Meeusen e avvicinava sensibilmente i due ragazzi. I quali, tra una schermaglia e l'altra, provavano a turno a fare il vuoto, senza riuscirci: prima Wout a fine ottavo giro, approfittando di una sbavatura di Van der Poel in cima a una delle rampette.

Poi ancora lo stesso Van Aert, al giro successivo, con MVDP letteralmente piantato in cima a un'altra rampa. Ma sul costone - luogo d'elezione per la gara dell'olandese - l'ennesima magia di guida ha permesso al nipotino di Poulidor di rimettersi alla ruota del rivale. Tale l'abbrivio preso da Mathieu, che poco dopo, a inizio decimo e ultimo giro, è stato lui a tentare di andarsene, ma WVA ha fatto buona guardia.

L'epilogo: a metà giro Van Aert ha prodotto il suo ultimo affondo, ma ha suscitato la reazione vigorosa dell'avversario, che l'ha affiancato su una delle rampe, per poi compiere il capolavoro definitivo ancora sul costone: l'ha preso dietro, ma lungo quel tratto scosceso ha superato Wout, uscendo dal settore con qualche metro di margine. Ancora una volta Van Aert ha chiuso. Ma in vista dell'ultima rampa, Van der Poel ha piazzato il fuorigiri decisivo, ha preso la salitella con un minimo vantaggio, e ne è uscito praticamente vincitore: le ultime pedalate, di prammatica, gli son servite per controllare la situazione. Van Aert a sua volta controllava alle sue spalle che non rientrasse il vicino Pauwels.

L'ordine d'arrivo recita quindi di Van der Poel primo con 16" su Van Aert, 27" su Pauwels, 1'08" su Meeusen, 1'22" su Sweeck, 1'32" su Corné Van Kessel, 1'37" su Toon Aerts, 1'48" su Michael Vanthourenhout, 2'33" su Marcel Meisen e 2'44" su Klaas Vantornout. In gara anche cinque italiani, tutti giunti molto lontani dai primi: Lorenzo Samparisi si è piazzato in 39esima posizione, quindi tra il 41esimo e il 43esimo posto troviamo Enrico Franzoi, Luca e Daniele Braidot; infine, 49esimo ha chiuso Nicolas Samparisi.

La classifica di Coppa del Mondo vede Van Aert sempre in testa, ora con 370 punti davanti a Pauwels (294), Sweeck (279), Meeusen (257), Vanthourenhout (256), Aert (241) e Van der Poel (240), risalito fino alla settima posizione dopo non aver preso parte alle prime due tappe della challenge. Il prossimo appuntamento di Coppa è fissato per il giorno di Santo Stefano a Heusden-Zolder.

 

Le altre gare: Lechner e Arzuffi sugli scudi
In precedenza si erano disputate le gare delle altre categorie. Tra gli Juniores successo in solitaria del britannico Thomas Pidcock con 50" su due francesi, Antoine Benoist e Maxime Bonsergent; al quarto posto, arrivato insieme ai transalpini (ma cronometrato a 51"), l'ottimo Filippo Fontana, unico classe 2000 della top ten (gli altri sono tutti del '99), e grande speranza per il cross azzurro. Centrare una top ten nella classifica di Coppa (al momento Filippo è undicesimo) sarebbe già un ottimo risultato per questa sua stagione; va detto che conforta particolarmente il fatto che l'ottimo risultato odierno giunge su un circuito molto difficile e reso pesante dal fango. Bene e avanti così.

Tra gli Under 23 Gioele Bertolini non ha brillato, frenato da una caduta in partenza e poi solo nono al traguardo, in una gara vinta con ampio margine dall'olandese Joris Nieuwenhuis con 52" su Quinten Hermans e 57" su Thijs Aerts, entrambi belgi; quarto ha chiuso il francese Clément Russo a 1', quinto l'iridato Eli Iserbyt (anche lui caduto nel corso della gara) a 1'05". Bertolini ha pagato 1'37; fuori dai 10 ma comunque non lontani gli altri italiani: Nadir Colledani 12esimo e Jakob Dorigoni 13esimo, entrambi a 1'53". La classifica vede Nieuwenhuis al comando con 170 punti, con Hermans secondo a 140 e Bertolini (scavalcato oggi dal belga) terzo a 124; Iserbyt è quarto a 115. La difesa del podio sarà l'obiettivo di Gioele nelle prossime tappe di CDM.

Gli esiti migliori per i colori azzurri sono giunti nella gara femminile, con un'ottima Eva Lechner tornata ai suoi massimi (o quasi) splendori: l'altoatesina ha chiuso - staccata di 12" - al secondo posto alle spalle della ceca Katerina Nash. Terza si è piazzata l'olandese Sophie De Boer a 21", quindi al quarto posto troviamo a 28" Alice Arzuffi, che continua a inanellare risultati lusinghieri. In gara c'era anche Chiara Teocchi, che si è piazzata in 14esima posizione. In classifica De Boer è praticamente irraggiungibile coi suoi 323 punti contro i 265 della seconda, la belga Sanne Cant; Arzuffi e Lechner sono decima e undicesima (rispettivamente 169 e 151 punti), per entrambe chiudere la challenge in top ten non è assolutamente proibitivo. E anche in Italia possiamo dirlo: c'è ancora vita sul Pianeta Cross!
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!