Professionisti

Professional, a che punto siamo?

27.03.2018 18:33

Analizziamo i primi tre mesi di Androni, Bardiani, Nippo e Wilier Triestina: più luci che ombre. Ma manca ancora la vittoria in Italia


Dunque, dov'eravamo rimasti? A un 2017 in cui le quattro Professional tricolori avevano stentato sul suolo patrio, tutte incapaci di esultare davanti al pubblico amico e, seppur con varie sfumature, reduci da una stagione con poca competitività ad altissimo livello. Basti pensare che sulle 54 vittorie totali conquistate nell'annata precedente da Androni, Bardiani, Nippo e Wilier, solo 5 sono giunte in corse professionistiche europee.

Il primo terzo di 2018 è ormai in archivio e le prime pedalate fanno indurre al moderato ottimismo per tutte. Ciò nonostante si allunga sempre più il digiuno di vittorie nelle prove della Ciclismo Cup, con la Tre Valli Varesine 2016 vinta da Colbrelli in maglia Bardiani. Non essendo questo il tema dirimente rimandiamo ad altro eventuale approfondimento, limitandoci ad analizzare l'attuale momento delle formazioni nostrane.

Androni in palla con i giovani, italiani e non
Cinque sino a questo punto i successi della Androni Giocattoli-Sidermec, in netto aumento rispetto ai due del 2017. Vero, quattro di essi sono stati ottenuti nell'apertura venezuelana della Vuelta al Táchira contro una concorrenza non di prim'ordine (la rimanente per merito dell'esperto Manuel Belletti al Langkawi). Tuttavia è indubbia la crescita dei tanti giovani a disposizione: se la partenza (per altro ben remunerata) di Bernal verso la Sky è stata pesante, gli altri baby latinoamericani stanno comunque mantenendo le speranze riposte su di loro.

Il diciannovenne costaricano Kevin Rivera e il ventenne colombiano Iván Ramiro Sosa sono i prossimi nomi pronti ad esplodere, con il secondo capace di terminare sesto alla Colombia Oro y Paz e di essere con i migliori alla Coppi&Bartali: in caso di presenza al Giro rappresenterebbero delle potenziali sorprese per i traguardi parziali. Sta piacendo, a livello di risultati e di prestazioni agonistiche, la poliedricità di Davide Ballerini: il canturino, terzo a Larciano, è stato costante protagonista alla Coppi&Bartali su tutti i terreni.

Nella prova emiliana-romagnola il migliore in classifica per i piemontesi è stato Fausto Mansada: al secondo anno tra gli élite il bergamasco si sta mettendo in mostra con la regolarità e il sesto posto finale nell'appuntamento by GsEmilia è solo la punta dell'iceberg della crescita. Sfortuna invece per l'uomo di classifica del team di Gianni Savio, vale a dire Mattia Cattaneo, alle prese con la frattura della clavicola destra. Se Francesco Gavazzi e Andrea Vendrame sono partiti in sordina rispetto al 2017 e Rodolfo Torres si conferma, continua a crescere Matteo Malucelli, autore già di due vittorie venezuelane e ulteriori sei piazzamenti in volata.

Per i detentori nonché attuali leader della Ciclismo Cup i prossimi appuntamenti del calendario sono in terra francese, con il poker Vitré, Tourangelle, Sarthe e Camembert prima del banco di prova del Tour of the Alps, dove verosimilmente si vedrà all'opera buona parte della rosa che verrà poi spedita a Gerusalemme per il rientro dopo due anni di assenza al Giro d'Italia, vero (e non poteva essere altrimenti) obiettivo stagionale.

Guardini ma non solo per la Bardiani, in attesa di Albanese e Senni
Chiuso in fretta il complicatissimo 2017, in casa Bardiani CSF si sorride per quanto sta offrendo l'approccio di 2018. Quattro le vittorie ottenute sinora, in netto aumento rispetto all'unica esultanza conquistata nel periodo gennaio-marzo 2017 e già in numero identico rispetto allo scarno bottino dell'annata passata. E anche le prestazioni sono globalmente migliori di quelle offerte nel recente passato.

Ingaggiato per essere il faro in volata, Andrea Guardini sta iniziando a rispondere presente. Dopo un anno di digiuno il veronese è tornato al successo al Langkawi, sua storica coperta di Linus: ma oltre alle due affermazioni malesi l'ex Astana e UAE ha sfiorato l'esultanza nel più competitivo Abu Dhabi Tour, con l'urlo ricacciato in gola dal solo Kristoff. Ad aprigli al meglio la via è Paolo Simion, che sta migliorando nella tenuta nei percorsi più accidentati. Che sono il pane quotidiano di Giulio Ciccone: il teatino, decimo alla Coppi&Bartali, è pronto a prendersi sulle spalle le responsabilità di leader nelle corse a tappe.

Anche in ragione del complicato avvio che sta vivendo Manuel Senni: il cesenate, al pari dello sfortunato Luca Wackermann, è alle prese con qualche inconveniente fisico di troppo che gli impedisce di rendere al meglio. Sottotono per ora l'apporto di Vincenzo Albanese, ma il salernitano ha tutto per crescere nelle prossime settimane. Ha finalmente colto la prima (e la seconda) vittoria da pro' Mirco Maestri. Il reggiano si è preso tappa e maglia nel piccolo Tour of Rhodes, ripetendo poi per il terzo anno di fila la specialità della casa, ossia la lunga fuga alla Sanremo: non sarà mai vincente, ma un elemento come lui in squadre simili è preziosissimo. Discorso che si estende a Enrico Barbin, veterano e tuttofare del team emiliano.

Per le prossime tre settimane le maglie arancioverdi non faranno capolino in gruppo: prima dell'accoppiata Tour of the Alps e Tour of Croatia i ragazzi di Bruno e Roberto Reverberi saranno impegnati negli allenamenti in vista degli importanti appuntamenti di aprile e maggio. In contemporanea al Giro, dove l'obiettivo è quello di tornare a vincere dopo un'edizione da non ricordare, gli emiliani si disimpegneranno anche in Norvegia e Belgio, per poi concentrarsi sulla Ciclismo Cup in cui occupano attualmente l'ultima piazza fra le Professional tricolori.

Nippo ancora a secco, ma Canola è in rampa di lancio. Sorpresa Bagioli
Chi ha ottenuto sinora il medesimo numero di vittorie del 2017 è la Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini. 0 successi a questo punto di 2017 e 0 successi nei primi novanta giorni dell'attuale calendario. Tuttavia, almeno in un paio di casi, gli italo-nipponici sono arrivati a tanto così dal cogliere l'agognato trionfo.

La stella del gruppo rimane sempre Marco Canola, partito più forte di quanto fatto nell'anno passato: il vicentino, beffato a Larciano dal solo Mohoric, continua a risultare il miglior elemento delle Professional tricolori una volta che il livello di competitività si alza. E i prossimi appuntamenti nel calendario, segnatamente fra Belgio e Paesi Bassi, lo potranno confermare ancora una volta. Chi ha vissuto un gran bell'inizio di 2018 è Nicola Bagioli: il valtellinese è prima giunto quarto al Laigueglia, quindi settimo all'Haut Var (sfiorando la vittoria nella prima tappa) e si è infine distinto alla Tirreno con la maglia di miglior scalatore.

Non è dispiaciuto l'approccio con la categoria del neopro' Filippo Zaccanti, pimpante al Tour de Taiwan, mentre Eduard Grosu infila come d'abitudine molti piazzamenti nelle corse europee di categoria. Con il talentuoso Juan José Lobato ancora chiaramente in ritardo di condizione, dovrebbero essere Simone Ponzi e Marco Tizza i due jolly al fianco di Canola ma sia il bresciano che il brianzolo non hanno ottenuto prestazioni di rilievo. Nella pattuglia giapponese il più competitivo è il solito Hideto Nakane, capace però di brillare quasi esclusivamente nelle prove asiatiche.

Privati, per il secondo anno, della possibilità di prendere parte al Giro, gli uomini diretti da Francesco Pelosi hanno all'orizzonte un calendario di buona qualità. Sabato proveranno a difendere il titolo alla Volta Limburg, prima di dedicarsi all'accoppiata Brabante-Amstel, cui fa immediatamente seguito l'altra accoppiata Alps-Croatia. Maggio è comunque mese importante dato il casalingo Tour of Japan mentre la piacevole novità di giugno si chiama Tour de Suisse.

Mareczko e soprattutto Pacioni le armi della Wilier
Aumentati da due a cinque i successi della Wilier Triestina-Selle Italia che, puntando soprattutto sulle ruote veloci, sta sommando nel pallottoliere numeri interessanti (seconda, al pari della Androni, tra le Professional, alle spalle dell'imprendibile Direct Énergie) anche se, proprio come accaduto alla Androni, le gioie sono tutte giunte fuori dal Vecchio Continente.

Due i successi di Jakub Mareczko, entrambi ottenuti in gennaio allo Sharjah Tour davanti a un rivale di rango come Coquard. Da allora lo sprinter bresciano si è spento, faticando come al solito sui tracciati mossi: urge una pronta ripresa. Chi sta piacevolmente stupendo è Luca Pacioni: il neoacquisto forlivese ha timbrato tre volte fra Gabon, Taiwan e Langkawi, ottenendo la bellezza di sedici piazzamenti in top 10. Come sprinter di scorta, una piacevolissima sorpresa. Sta crescendo nel nuovo compito di apripista Eugert Zhupa mentre un altro fuggitivo seriale come Giuseppe Fonzi non è affatto dispiaciuto al Langkawi, dove ha chiuso al quinto posto.

Si sta orientando nelle azioni a lunga gittata anche Jacopo Mosca, ma il cuneese, oltre alla conquista della classifica a punti alla Tirreno, potrà essere utile nelle prossime prove del calendario italiano. Dove Matteo Busato ha già colto un podio, segnatamente il terzo al Laigueglia. Non stanno dispiacendo né Ilia KoshevoyAlex Turrin né il neoarrivato Edoardo Zardini così come il neopro' Luca Raggio che sta prendendo le misure al meglio con la categoria, ottenendo un incoraggiante riscontro in Malesia.

I giallo rossi di Angelo Citracca saranno di nuovo in sella per il Tour du Maroc prima di dividersi fra Alps e Croatia. L'ultimo appuntamento di avvicinamento al Giro, dove l'auspicio è di cogliere quella vittoria che manca da quattro edizioni della Corsa Rosa, è il Tour de Bretagne, gara solitamente combattuta e aperta a diversi scenari, terreno ideale per approcciare la sfida clou dell'anno.
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