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Il Tricolore aspetta un nuovo re

29.06.2018 15:51

A Darfo Boario Terme la sfida per il trono azzurro in linea, su un percorso che permette diversi scenari. Rispetto al 2016 il tracciato è stato indurito. Senza dimenticare la figuraccia del titolo a crono


Domani sarà il giorno della prova in linea valida come Campionato italiani élite 2018: la località di partenza e arrivo è la cittadina lombarda di Darfo Boario Terme. Certamente questo nome non vi è nuovo in quanto è la stessa località che ospitò la rassegna nazionale nel 2016, la quale vide trionfare Giacomo Nizzolo davanti a Gianluca Brambilla e Filippo Pozzato. Rivedere uno svolgimento simile pare difficile, ma non impossibile.

Percorso indurito rispetto al 2016, ma gli uomini veloci ci sono e hanno buona forma
Rispetto a due anni fa, il percorso è stato indurito ed è composto da due circuiti da percorrere 4 volte ciascuno, per un totale di 234 chilometri, con partenza fissata per le ore 10.30. Il primo circuito di 26 km prevede le brevi asperità di Gianico (0.9 km al 7.6%) e di Via Carnaleto e servirà soprattutto per mettere fatica nelle gambe dei partecipanti. Si passa poi al secondo anello di 32 km con due difficoltà: la salita di Berzo Inferiore (2.6 km al 4,5%) e ancora una volta lo strappo di Via Carnaleto (0.5 km al 10.6%), che si concluderà a meno di 3 km dal traguardo. Da segnalare che la strada sull'asperità finale sarà piuttosto stretta, per cui è indispensabile iniziare la salita nelle primissime posizioni.

Il percorso si presta dunque a più interpretazioni. Chi necessita di un arrivo in volata è sicuramente Elia Viviani (Quick-Step Floors), che all'Adriatica Ionica Race ha dimostrato una notevole condizione fisica: il veronese visto a fine marzo sul Kemmelberg potrebbe veramente dire la sua. Tra gli atleti che preferirebbero un arrivo di un gruppetto di poche unità vi sono sicuramente Sonny Colbrelli (Bahrain Merida), vincitore di una tappa al Tour de Suisse davanti a grandi campioni del calibro di Sagan e Gaviria, Andrea Pasqualon (Wanty-Groupe Gobert), trionfatore al Tour du Luxembourg, e Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), il quale non si trova però nella migliore forma possibile a causa del troppo recente ritorno alle corse. Anche Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo) ha già dimostrato di amare questo percorso, ma i continui problemi al ginocchio non dovrebbero consentirgli di giocarsi la vittoria.

Nibali e Moscon, non solo una sgambata pre Tour. Le Professional cercano il colpaccio
Chi invece dovrà forzare la mano sullo strappo finale è Vincenzo Nibali (Bahrain Merida): il siciliano è alla ricerca del tris tricolore e di buone sensazioni in vista dell'imminente Tour de France. Anche Gianni Moscon (Team Sky) necessiterà di un arrivo solitaria per vedere aumentare le sue chance di vittoria, che gli consentirebbe di essere campione italiano sia in linea che a cronometro. Diego Ulissi (UAE Team Emirates) è un altro di quelli che potrebbe fare la differenza in Via Carnaleto e diventare campione nazionale dopo essere già salito sul podio in due occasioni.

Altri corridori che potrebbero ben figurare sono Enrico Battaglin (Team LottoNL-Jumbo), vincitore di una tappa al Giro 2018, Enrico Gasparotto (Bahrain Merida), specialista delle classiche, il compagno Giovanni Visconti, già tre volte campione nazionale, Davide Formolo (Bora Hansgrohe), di molto migliorato nello spunto veloce, Giancluca Brambilla (Trek-Segafredo), secondo nel 2016, ed infine Damiano Caruso (BMC Racing Team), quinto al Giro del Delfinato.

Tra i corridori delle squadre professional, puntano a mettersi in mostra Francesco Gavazzi (Androni Giocattoli-Sidermec), sempre pericoloso nelle volate ristrette, Marco Canola (Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini), che predilige questi percorsi misti, e Giulio Ciccone (Bardiani CSF), secondo in classifica all'Adriatica Ionica Race. Questa prova tricolore sarà inoltre la passerella finale della carriera di Damiano Cunego (Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini) e l'ultima rassegna nazionale di Filippo Pozzato (Wilier Triestina-Selle Italia).

Chissà quando il tricolore a crono. E tra i giovani non va meglio
Leggendo questo articolo vi starete forse chiedendo perché non avete sentito parlare della prova a cronometro in questi giorni. Molto semplicemente, la prova non si è disputata: la Federazione non è riuscita a trovare una sede che ospitasse la competizione, la quale dovrebbe essere recuperata ad agosto o settembre, non si sa ancora in quale località (o tantomeno regione). La faccenda è passata un po' sotto traccia ma è alquanto grave che un movimento storico ed eccellente come quello italiano (che occupa tra l'altro la prima posizione nel ranking per le nazioni) non riesca ad organizzare il campionato nazionale a cronometro, che, solo per citare alcuni esempi, si è recentemente svolto in Azerbaijan, in Cipro e in Kosovo, per rimanere in Europa (altrimenti si potrebbe viaggiare fino alle lussureggianti Mauritius o alle Bermuda, territori in qui le crono si sono disputate).

E non si tratta solo della categoria élite: il tricolore a crono under 23 avrà cittadinanza in Trentino, nel pomeriggio di venerdì 6 luglio, con l'annuncio alle squadre effettuato meno di dieci giorni fa. Tra gli juniores la conferma è giunta solamente martedì, con l'US Ciclistica Santa Croce sull'Arno che si è fatta carico dell'organizzazione per il 28 luglio. Una miopia grave per un settore che sta ritrovando vitalità dopo troppi anni in cui era stato lasciato a se stesso.
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