Professionisti

Tanto tuonò che Roglic

11.05.2019 20:00

Il Giro d'Italia 2019 si apre con una superba prova di Primoz Roglic nella crono del San Luca. Tutti distanziati, Yates secondo, Nibali ottimo terzo davanti a López e Dumoulin


Aspettavano tutti pioggia, lampi, tuoni e fulminacci. Era stato quello il tema dominante della vigilia, tanto dominante che aveva influenzato direttamente la gara, spingendo quasi tutti i favoriti della classifica a scegliere di anticipare la partenza. Abbiamo così vissuto una cronometro alla rovescia, un una tantum non esaltante se non nei primi 20-30', realmente di fuoco, prima di un lungo periodo di acquiescenza nell'attesa dell'ultimo big, unico ad aver deciso di partire tardi, Simon Yates.

Aspettavano tutti pioggia, lampi, tuoni e fulminacci. E hanno avuto tutto questo tempestar climatico condensato in una sola personcina: Primoz Roglic. Distacchi erogati a pioggia, lampi di classe e stile, tuoni di potenza irrefrenabile nelle gambe, fulminacci evocati in chi guardava, tra l'ammirato e l'allibito, ammirato perché non puoi non ammirare un campione così forte, allibito perché il terrorino che questo ti ammazzi il Giro così, da subito, te lo porterai dentro per un po' di giorni (a meno di non voluti imprevisti).

Erano partiti tutti presto, i grandi, perché la pioggia prima o poi sarebbe giunta - dicevano i meteorologi - e poi invece non è giunta. Erano pure partiti tutti ben orientati a non cambiare bici in vista del San Luca, perché - questo era il secondo tema della vigilia - avevano valutato non valesse la pena rischiare il pit stop per distanze così limitate. Limitate ovvero 8 km di percorso, con i duemila metri finali inerpicati sull'erta del San Luca. Bologna, 11 maggio 2019, prima tappa del Giro d'Italia, cronometro individuale. In sella!

 

Da Dumoulin a Roglic, la crono si consuma in mezz'ora
Il primo a partire è stato proprio il più pronosticato della vigilia: Tom Dumoulin. Il capitano della Sunweb non ha strapazzato i cronometri come molti si aspettavano, e ha così confermato l'idea che possa aver puntato le lancette del picco di forma tra una decina di giorni. Quando davvero servirà andare a tutta per vincere questa corsa rosa, dato che da qui a Pinerolo non ci saranno esagerate difficoltà.

L'olandese ha fermato il cronometro sul tempo di 13'22", bene ma non benissimo per uno così forte. Il primo riscontro di questa prestazione non superlativa l'abbiamo avuto quando, dopo cinque minuti, ha concluso il proprio esercizio Miguel Ángel López, esattamente con lo stesso tempo di Tom: addirittura il colombiano dell'Astana ha fatto meglio del collega nella parte in piano (2" di vantaggio all'intertempo prima del San Luca), poi i tempi dei due si sono appaiati a fine salita, con qualche centesimo in favore di MAL.

Il boato vero e proprio però il pubblico di casa l'avrebbe esploso di lì a poco, perché Vincenzo Nibali era già impegnato in corsa. Ed era impegnato bene: primo all'intertempo con 5" su López e 7" su Dumo. In salita il siciliano ha continuato con una cadenza ottima, abbracciato dalla folla del San Luca, e ha condotto fino in cima il proprio brillante impegno. 13'17" per lui alla fine, confermati i 5" su López, e 5" pure su Dumoulin.

La grande gioia propagatasi rapidamente per tutto il porticato della salita bolognese è durata però troppo poco: mentre Nibali tagliava il traguardo, in strada c'era già Primoz Roglic a far solchi. E li ha fatti, oh se li ha fatti: perfetto sul piano, devastante sul muro, era il favorito d'obbligo per questa tappa e ha rispettato tutti gli schemi. 6'48" all'intertempo (4" su Nibali), e poi 12'54" al traguardo, primo e unico a stare sotto la soglia psicologica dei 13 minuti. 23" su Vincenzo, 28" su López e Dumoulin, tanto per prendere subito le distanze tra sé e il resto del Giro. Come esordio, niente male per niente.

 

Tutti gli altri e poi Yates
Intanto tra uno e l'altro dei quattro citati, avevano gareggiato anche altri uomini, e possiamo rapidamente riassumere alcuni distacchi rispetto allo sloveno proiettato sulla maglia rosa. Bob Jungels (Deceuninck-Quick Step) è stato forse un po' al di sotto delle attese (46" ha pagato dal primo), Davide Formolo (Bora-Hansgrohe) ha chiuso a 50", Mikel Landa (Movistar) a 1'07", Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin) a 1'14". Il possibile dualismo in casa Ineos tra Tao Geoghegan Hart e Pavel Sivakov (protagonisti al recente Tour of the Alps) ha visto per ora prevalere il britannico, 35" il suo ritardo mentre il russo ha pagato 1'01". Buono Rafal Majka, che contende a Formolo la leadership Bora: 13'27" il tempo del polacco dopo un'ottima scalata, quinto posto finale a 33" da Roglic.

E poi una lunga attesa, come scrivevamo in apertura, fino a Simon Yates, partito al tramonto, senza pioggia e senza vento: il gemello in maglia Mitchelton-Scott non è andato al massimo sul piano (7'06" ai piedi del San Luca), poi si è scatenato in salita (6'07" il suo tempo di scalata, di poco superiore al 6'02" di Giulio Ciccone, il migliore del Gpm, e al 6'05" di Roglic) recuperando secondi su secondi, magari non rispetto a Primoz, ma su tutti gli altri sì. 13'13" alla fine per il britannico, secondo posto a 19" dal vincitore e con 4" su Nibali. Tutto sommato, una prestazione di lusso anche per lui.

 

Domani si valica l'Appennino con Roglic in maglia rosa
Quindi ricapitoliamo la classifica generale dopo la prima tappa: Primoz Roglic è in maglia rosa con 19" su Yates, 23" su Nibali, 28" su López e Dumoulin, 33" su Majka, 38" su Geoghegan Hart, 35" su Laurens De Plus (Jumbo), 39" su Bauke Mollema (Trek-Segafredo), 40" su Damiano Caruso (Bahrain).

Il capitano della Jumbo-Visma, alla seconda affermazione di tappa nella corsa italiana (aveva conquistato la crono del Chianti nel 2016), è pure il primo sloveno in maglia rosa nella storia: un'ennesima chicca per una stagione fin qui esaltante per Primoz, dominatore di tutte le gare a cui ha partecipato: UAE Tour, Tirreno-Adriatico, Tour de Romandie.

Domani la seconda tappa del Giro valica l'Appennino, da Bologna si va a Fucecchio per 205 km di una frazione che avrebbe potuto essere altimetricamente molto più tosta, ma nella quale non mancheranno le insidie: il Castra e il San Baronto (ma dal versante facile) animeranno il finale, con ultimo Gpm a 28 km dalla fine. Ma occhio: previsto maltempo, previsto vento forte, prevista pioggia, previsto freddo. Ma dopo oggi, se non crederete al 100% ai meteorologi, vi potremo anche capire.
Notizia di esempio
Nuova fuga in porto alla Rhône Alpes Isère Tour, ad alzare le braccia è Sweeny
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!