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Ganna&Affini orologi sopraffini

17.08.2019 16:52

Festa italiana nella crono del Binck Bank Tour: Filippo batte Edoardo. Tim Wellens guadagna su Marc Hirschi, domani gran finale sui muri


Passiamo agli statistici un incarico: risalire all'ultima volta in cui una cronometro del Pro Tour/World Tour - Giri anni '00 esclusi - ha visto piazzarsi ai primi due posti due italiani. Non giuriamo che non sia mai successo (parliamo degli ultimi 15 anni di ciclismo, in fondo), ma trovare il riscontro non sarà facile. Se poi restringiamo ulteriormente il cerchio, e invitiamo gli statistici di cui sopra a trovare il precedente di due italiani 23enni primo e secondo di una prova contro il tempo di "serie A", ebbene qui siamo abbastanza certi di andare sul sicuro: non è mai successo.

Questo ci dice l'enormità del risultato maturato oggi nella sesta tappa del Binck Bank Tour 2019, a Den Haag, con Filippo Ganna ed Edoardo Affini a dominare la scena lasciandosi dietro fior di cronoman nonché corridori esperti di queste strade, e che nella corsa in questione spesso hanno dato prove di valore anche contro le lancette (a partire da Tim Wellens).

È chiaro che non si è trattato della crono più partecipata dell'anno, molti pezzi grossi del settore sono altrove, però resta un dato di gran prestigio in un panorama su cui anche solo un annetto fa non avremmo pensato di poter svettare in questo modo.

Filippo Ganna ha compiuto, col passaggio in Sky (ora Team Ineos) un piccolo salto di qualità, mostrando una crescita su strada che fa eco ai suoi grandi risultati in pista, e che l'ha portato a conquistare le prime vittorie da professionista dopo il biennio di svezzamento in UAE Emirates: partito col piede più che giusto in febbraio, quando s'impose alla prima uscita stagionale, la crono d'apertura del Tour de la Provence, il piemontese si è poi tolto la soddisfazione di conquistare il titolo nazionale contro il tempo un mese e mezzo fa, e oggi coglie il primo successo nel WT. In una crono che, curiosamente, ha un chilometraggio quasi identico a quella provenzale: una sorta di doppio inseguimento sugli 8 km (e spiccioli) su cui al momento Ganna mostra di essere più che mai competitivo.

Edoardo Affini pure era partito col botto, anche se negli albi d'oro non resterà traccia di quanto combinò nella Clásica de Almería, sua prima competizione in maglia Mitchelton-Scott: quel giorno tirò il gruppo per decine di chilometri, risultando determinante nella riuscita di un ventaglione che poi non portò frutti al suo team (vinse Pascal Ackermann), ma che di sicuro lo segnalò al management australiano come una pedina di sicura affidabilità e di interessante avvenire. Successivamente il mantovano ha fatto importanti esperienze in varie corse disputate per la prima volta (per esempio ha portato a termine la Roubaix), e ha conosciuto il sapore della vittoria al Giro di Norvegia in maggio, per poi ripetersi pochi giorni dopo alle Hammer Series in Limburgo, e per mettere una saporita ciliegina col podio di inizio agosto agli Europei a cronometro, alle spalle dei soli Evenepoel e Asgreen.

Se entrambi continueranno a crescere, possiamo aspettarci una disfida che ci terrà incollati ai secondi, negli anni a venire; per il momento ci basta gioire per la bella doppia affermazione odierna: partiti ben prima dei big della classifica del BBT, prima Ganna e poi Affini hanno messo il muso davanti chiudendo rispettivamente in 9'16" e in 9'21" e superando un cagnaccio espertissimo come Jos Van Emden, che era al comando nelle fasi iniziali della crono (tempo di 9'24") e che avrebbe poi chiuso sul podio di giornata.

 

La crono degli altri: Wellens resta al comando della corsa
Per vedere in campo i più forti del Binck Bank Tour 2019 si è dovuto aspettare un bel po' di tempo, lunghi e piacevoli minuti passati da Ganna sull'hot seat di giornata. Ma nessuno ha più avvicinato i due italiani, tantopiù che nel finale qualche goccia di pioggia ha bagnato un percorso che, contestualmente, veniva spazzato da un crescente vento trasversale, fatto che ha sicuramente causato un aumento del livello di cautela da parte di chi ha gareggiato per ultimo.

Sicuramente ciò ha influito nel risultato, per onestà bisogna ammetterlo, ma sbaglieremmo se dessimo alle correnti un peso superiore a quello che hanno effettivamente avuto: perché bisogna pure sottolineare che i distacchi inflitti da Ganna (e Affini) ai rivali più attesi sono stati comunque sostanziosi.

Vediamo nel dettaglio: i 6" di Edoardo rispetto a Filippo li abbiamo citati, e pure gli 8" di Van Emden. Al quarto posto ha chiuso Stefan Küng (Groupama-FDJ) a 11", seguito da Harry Tanfield (Katusha-Alpecin) a 15", Bob Jungels (Deceuninck-Quick Step), Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e Søren Kragh Andersen (Sunweb) a 16", Laurens De Plus (Jumbo-Visma) a 18" e il leader della generale Tim Wellens (Lotto Soudal) a 20". Con lo stesso ritardo hanno portato a termine la prova Mike Teunissen (Jumbo-Visma) e Fabio Felline (Trek), mentre Marc Hirschi (Sunweb), secondo della generale alla partenza, si è piazzato 17esimo a 24".

In base a questi risultati Tim Wellens allunga in classifica rispetto allo stesso Hirschi, che passa da 4" a 8" di distacco, mentre De Plus lima qualcosa e, pur restando terzo, vede il distacco scendere da 14" a 12"; la generale prosegue con Küng a 40", Iván García Cortina (Bahrain Merida) a 43", Teunissen a 45", stesso ritardo di Kragh Andersen; sale all'ottavo posto Felline a 49" e la top ten è completata da Michael Valgren (Dimension Data) a 53" e Greg Van Avermaet (CCC) a 54", medesimo gap pagato da Sep Vanmarcke (EF Education First); citiamo anche il 12esimo della classifica, Oliver Naesen (AG2R La Mondiale), a 55", mentre poco più indietro ci sono i due capitani Deceuninck-Quick Step, Zdenek Stybar (59") e Philippe Gilbert (1'07").

Abbiamo aggiunto questi ultimi nomi rispetto alla top ten perché domani ce li aspettiamo a battagliare nel gran finale del Binck Bank Tour 2019, che sarà rappresentato dalla Sint Pieters Leeuw-Geraardsbergen, ormai classica conclusione della corsa: 178 km con arrivo ai piedi del Muur, che peraltro verrà affrontato per tre volte nel corso della frazione, punteggiata da 13 passaggi sui muri fiamminghi. Un epilogo che promette, come al solito su questi tracciati, un bel pomeriggio di spettacolo ciclistico agostano.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!