Adam Yates prima maglia gialla al Tour de France 2023 © A.S.O.
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Yates & più Yates sbancano al botteghino del Tour

Finale esplosivo per la tappa d'esordio della Grande Boucle nei Paesi Baschi: Adam e Simon se ne vanno insieme, il primo vince e si colora di giallo. Tadej Pogacar terzo e contento, Enric Mas già ritirato

01.07.2023 17:55

Prima giornata di Tour de France e prime cose memorabili: una sfida fratricida per il successo, e non se ne vedono propriamente tante; tra gemelli, poi? Quanto agli Yates in particolare, a memoria si tratta della prima volta in cui i due si giocano in un testa a testa, solo loro, un successo. Ha vinto Adam, Simon abbozza ma tutto sommato è contento pure lui.

Il tifo sfegatato dei baschi, che hanno dato col loro calore il via al TDF 2023. Il primo ritiro eccellente, quello di Enric Mas, caduto in discesa con Richard Carapaz che ha accusato un quarto d'ora di ritardo e chissà se domani ripartirà.

Il primo faccia a faccia tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, all'attacco insieme sull'ultimo muro di giornata (con loro Adam Yates e Victor Lafay); il primo faccia a faccia tra UAE Emirates e Jumbo-Visma, vinto su tutta la linea dagli arabi che piazzano il vincitore della tappa (e prima maglia gialla) e quello della volatina del gruppetto, quel Pogacar che non ha lesinato esultanza, gioioso per la vittoria del compagno ma anche per aver messo a segno un primo punto nella specialissima guerra psicologica che da qui a Parigi agirà sottotraccia in parallelo a quella muscolare che vedremo in bicicletta tra Tadej e Jonas.

Una simpatica giornata di ciclismo, in definitiva, e una prima tappa (quasi) da classifica, comunque su un percorso da classica, che impone ancora la Grande Boucle come modello in questi anni ‘20: chi l’ha detto che si deve partire per forza con una breve crono o con un piattone da velocisti? Non è più bello, più divertente così? Catapultarsi direttamente nello spettacolo dei più forti? Poi per sprintare ci sarà tempo, lunedì (il giorno che per definizione è quello del calo degli zuccheri), ma oggi e domani spazio a uomini di classifica e classicomani. 10 punti per Prudhomme, tanto per cominciare.

Due parole su Adam Yates, 31 anni ad agosto. Al principio pareva più portato del fratello per la classifica dei GT: nel 2016 strappò un bel quarto posto al Tour che però poi rimase il suo miglior risultato, mentre fu l'altro a mettere insieme podi (uno al Giro) e vittorie (una alla Vuelta), oltre a tante affermazioni parziali (ben 10); Adam invece, fino a oggi a secco di tappe tra Tour, Giro e Vuelta, ha come massima gioia in carriera un Catalogna (2021) e al limite un Romandia (quest'anno), oltre a una precoce Classica di San Sebastián, che nel 2015 annunciò quanto il ragazzo si trovi a proprio agio sulle strade in cui oggi vive una gioia così grande. Da domani - l'ha detto lui stesso - tornerà a fare il gregario per Pogacar. Ma questo non vuol dire che non potrà fare lo stesso un po' di classifica, vedrete.

Tour de France 2023, la cronaca della prima tappa

La Francia squassata dalle rivolte urbane è ancora lontana, a Bilbao c'è solo gioia di ciclismo e fame di Tour de France 2023, celebrato dal tipico bagno di passione basca nella prima tappa della Grande Boucle, 182 km con partenza e arrivo nel capoluogo. Due pedalate e subito è partita la fuga del giorno con Valentin Ferron (TotalEnergies), Pascal Eenkhoorn (Lotto Dstny), Jonas Gregaard (Uno-X), Simon Guglielmi (Arkéa Samsic) che festeggiava il 26esimo compleanno e - arrivato un paio di chilometri dopo - anche Lilian Calmejane (Intermarché-Circus-Wanty). 2'30" di vantaggio massimo dopo una quindicina di chilometri, quindi schermaglie sui vari traguardi volanti incrociati via via: Gregaard su Eenkhoorn al Gpm di Laukiz ai -168, Eenkhoorn su Guglielmi a quello di San Juan de Gaztelugatxe ai -114, entrambi di terza categoria, poi ancora Eenkhoorn su Guglielmi allo sprint a punti di Gernika ai -94: qui Mads Pedersen (Lidl-Trek) ha preceduto Peter Sagan (TotalEnergies) e Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck).

Pochi cenni prima della fine della fuga, una caduta di Torstein Træen (Uno-X) ai -83 (senza conseguenze), un allunghetto di Guglielmi e Gregaard ai -74 prima che il quintetto si riunisse in vista dell'annullamento dell'azione, sopraggiunto ai -50; nel frattempo, si era segnalata una noia meccanica per Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), costretto a cambiare bici perdendo un minutino sul gruppo, ma recuperando in tempo per unirsi con tutti gli altri al raggiungimento della fuga, consumatosi 20" dopo il rientro del kazako.

Un minimo di selezione sull'Alto de Morga, coi velocisti usciti di scena ai -42, poi sull'Alto del Vivero ai -31 il ritmo è aumentato tanto. Dopo una specie di allungo di Kevin Vermaerke (DSM), la UAE Emirates si è messa a menare con Mikkel Bjerg, ma quando il danese si è spostato ai -29 (a 2 dalla vetta) son rimasti gli Jumbo-Visma che hanno subito addormentato il ritmo. Tra i vari corridori staccati su questa ascesa, il già citato Lutsenko, protagonista di una giornata difficile; nel finale di Vivero è passata la EF Education-EasyPost con Neilson Powless, e lo stesso americano ha sprintato in testa nonostante la strenua opposizione di Georg Zimmermann (Intermarché); essendo questo Gpm di seconda categoria (con 5 punti in palio), il 26enne della Florida si è assicurato la maglia a pois per domani.

In discesa son caduti ai -22 Enric Mas (Movistar) e Richard Carapaz (EF). Il Tour dello spagnolo, che ha colpito la spalla e il mento ed è rimasto piuttosto scosso, è finito in quel momento; l'ecuadoariano è invece ripartito dopo diversi minuti con il ginocchio sinistro ferito; di fatto due squadre rimaste prive del capitano al primo giorno, non male come scalogna.

Restava da affrontare la salita decisiva della giornata, l'Alto de Pike ai -12, un paio di chilometri durissimi; ai -11.5 è partito forte Felix Grossschartner (UAE), il quale si è staccato di ruota Victor Campenaerts (Lotto) che aveva provato a seguirlo, e poi si è accorto di aver fatto il vuoto e ha un po' rallentato, mentre Tiesj Benoot (Jumbo) tirava il resto del gruppo. A 1 km dalla vetta Grossschartner è stato reinglobato dal gruppo dal quale è partito in contropiede Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies), che però è durato poco.

Il ritmo lo faceva ancora la UAE ora con Adam Yates, e sui colpi del britannico a 700 metri dal Gpm si è formato un buco dietro ai primi quattro: a ruota di Adam c'erano il suo compagno e capitano Tadej Pogacar, il campione uscente Jonas Vingegaard (Jumbo) e Victor Lafay (Cofidis); ai -10 Pogacar è scattato ma Vingegaard non gli ha dato cambi, Lafay invece sì, mentre Adam perdeva contatto e veniva raggiunto dal fratello Simon (in maglia Jayco AlUla), Mattias Skjelmose (Lidl-Trek) e David Gaudu (Groupama-FDJ). Allo scollinamento si è notato il tempo perso tra gli altri da Egan Bernal (INEOS Grenadiers).

In discesa c'è stato un certo ricompattamento, ma prima che si formasse un gruppetto coi 15 più forti ancora Adam Yates è partito, e con lui tra tutti s'è mosso proprio il suo amato gemello. Intanto rientravano sul drappello di Pogacar anche Jai Hindley (Bora Hansgrohe), gli Jumbo Wilco Kelderman, Sepp Kuss e Wout van Aert e ancora Mikel Landa (Bahrain-Victorious), Thibaut Pinot (Groupama), Carlos Rodríguez (INEOS) e Michael Woods (Israel-Premier Tech).

I due gemelli hanno trovato un accordo naturale, si direbbe quasi ancestrale, e hanno spinto a fondo nonostante la Jumbo non mollasse certo il colpo; la coppia al comando ha messo insieme 15" di margine e si è presto assicurata la possibilità di andare a giocarsi uno dei successi di tappa più ambiti della stagione, ovvero quello che porta in dote la maglia gialla. Non c'è stato bisogno di volata: ai 400 metri Adam, di progressione, ha poco a poco guadagnato metri su Simon, ed è andato a fregiarsi del primo successo in un GT.

Simon è stato cronometrato a 4", a 12" è arrivato il gruppetto con Pogacar che ha vinto d'imperio la volata del terzo posto esultando come se avesse conquistato la tappa (gioia condivisa per Yates); alle spalle del fuoriclasse sloveno si sono accomodati Pinot, Woods, Lafay, Hindley, Skjelmose, Vingegaard e Gaudu, mentre Van Aert manco ha sprintato e ha chiuso 11esimo; a 33" il secondo gruppetto con - tra gli altri - Bernal, O' Connor, Romain Bardet (DSM), Louis Meintjes (Intermarché), Valentin Madouas (Groupama), Jack Haig e Pello Bilbao (Bahrain), Tom Pidcock (INEOS), Emanuel Buchmann (Bora), Guillaume Martin (Cofidis), Mathieu van der Poel (Alpecin), Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step) e il primo degli italiani al traguardo, Giulio Ciccone (Lidl), 35esimo; 52" il ritardo di Juan Pedro López (Lidl), 2'38" quello di Matteo Jorgenson (Movistar), 3'13" quello di Dani Martínez (INEOS), 4'59" quello di Esteban Chaves (EF), 5'36" quello di Rigoberto Urán (EF); 9'42" ha pagato alla fine Lutsenko, 15'24" Carapaz.

La classifica generale tiene conto degli abbuoni ma per il resto è uguale all'ordine d'arrivo: 8" il vantaggio di Adam su Simon, 18" su Pogacar, 22" su Pinot e gli altri del gruppetto buono. Domani la seconda frazione del Tour de France 2023 sarà già la più lunga della corsa, 208.9 km da Vitoria-Gasteiz a San Sebastián con tante salitelle tipiche dei Paesi Baschi e l'Alto de Jaizkibel a decidere gran parte della tappa, col suo scollinare a 16.5 km dalla conclusione.

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!