Con due vittorie di tappa Nico Denz ha tenuto alto l'onore tedesco all'ultimo Giro d'Italia © RCS Sport
Professionisti

La crisi infinita del ciclismo tedesco

Dopo gli anni d'oro di Ullrich e Zabel, in seguito agli scandali doping uno dei movimenti più floridi d'Europa si è desertificato, tra corse sparite e squadre che hanno chiuso: qual è lo stato dell'arte oggi all'ombra della Bora-Hansgrohe?

17.07.2023 19:35

La Germania è uno dei migliori luoghi per praticare cicloturismo, i percorsi attrezzati sono numerosi ed è facile trovare bike hotel e officine per le riparazioni, ma il rapporto tra i tedeschi e il ciclismo professionistico è invece piuttosto turbolento e ha vissuto varie fasi di up and down.

I primi ciclisti tedeschi ad ottenere risultati significativi furono negli anni '60 Hans Junkermann, Rudi Altig e Rolf Wolfshohl con il primo che vinse due edizioni del Giro di Svizzera, all’epoca considerato importante come un GT, il secondo che fu vincitore di una Vuelta a España, una Milano-Sanremo, un’edizione del Giro delle Fiandre e una del Campionato del Mondo, mentre il terzo vinse anch’esso una Vuelta oltre a essere forse il più forte crossista della sua generazione.

Nei trenta anni successivi l’unico nome degno di nota fu quello di Didi Thurau, piazzato più volte nei dieci dei tre grandi giri e vincitore di una Liegi-Bastogne-Liegi, prima di arrivare all’epoca di massimo splendore del ciclismo tedesco, il periodo a cavallo tra gli anni '90 ed inizio anni 2000: in questi due decenni hanno corso i due massimi esponenti del ciclismo teutonico, Jan Ullrich ed Erik Zabel.

Jan Ullrich, soprannominato il Kaiser, fu uno specialista delle grandi corse a tappe e delle gare a cronometro, vinse il Tour de France 1997, la Vuelta a España 1999, la medaglia d’oro e d’argento rispettivamente nella prova in linea e in quella a cronometro dei Giochi olimpici di Sydney 2000; rientra tra i corridori che hanno vinto tappe in tutti e tre i Grandi giri e in otto partecipazioni al Tour de France è salito ben sette volte sul podio.

Un corridore totalmente diverso era invece Erik Zabel, velocista capace di vincere per ben sei volte consecutive la classifica a punti del Tour de France dal 1996 al 2001 e la medesima classifica alla Vuelta a España nel 2002, 2003 e 2004; vincitore di oltre duecento corse in carriera, Zabel trionfò per ben quattro volte alla Milano-Sanremo nel 1997, 1998, 2000 e 2001.

La data che portò nel baratro il ciclismo tedesco fu il 18 luglio 2007 quando alla notizia della positività al testosterone del corridore della T-Mobile Patrik Sinkewitz le due emittenti di stato tedesche, Ard e Zdf, decisero di sospendere con effetto immediato la diretta televisiva del Tour de France dopo l’ennesimo, presunto, caso di doping.

Il 7 gennaio 2015 la tv pubblica tedesca Ard annunciò di aver trovato l’accordo per trasmettere le edizioni del 2015 e del 2016 del Tour de France dopo che l’ultima volta era stata il 2011 e le parole all’epoca del direttore del Tour de France Christian Prudhomme furono: “La Germania è uno dei Paesi più importanti nel mondo del ciclismo, ricordo il successo che avemmo nel 2005 quando per l’ultima volta il Tour ha visitato il Paese”.

Il 1 luglio 2017 la 104esima edizione del Tour de France ha visto la quarta partenza tedesca della storia, questa volta da Düsseldorf, una scelta non casuale visto che la capitale del Nordreno-Westafalia aveva l’obiettivo di diventare la capitale tedesca della bicicletta e promuovere la bici come mezzo di trasporto quotidiano in città.

Tornando a parlare di corridori gli uomini simbolo degli ultimi quindici anni sono sicuramente quattro, ma solo uno di questi è ancora in attività. Il primo è André Greipel, soprannominato il Gorilla, professionista dal 2005 al 2021 ha vinto in carriera sette tappe al Giro d’Italia, undici al Tour de France e quattro alla Vuelta a España dove vinse anche la classifica a punti.

Il secondo è Marcel Kittel, anch’egli velocista come Greipel, professionista dal 2011 al 2019 ha vinto quattro tappe al Giro, quattordici al Tour e una alla Vuelta. Il terzo è Tony Martin, soprannominato Panzerwagen, professionista dal 2008 al 2021 è stato uno dei più forti cronoman della storia, quattro volte Campione del Mondo della specialità nel 2011, nel 2012, nel 2013 e nel 2016 e medaglia d’argento ai Giochi olimpici di Londra 2012.

L’ultimo, unico ancora in attività, è John Degenkolb, professionista dal 2011 ha vinto in carriera una tappa al Giro d’Italia, una al Tour de France e dieci alla Vuelta a España, ma è passato alla storia soprattutto per l’accoppiata Milano-Sanremo e Parigi Roubaix del 2015.

Ad oggi il movimento tedesco è impantanato in una fase di stallo sia guardando alle corse che ai ciclisti: molte delle gare storiche sono sparite e non si vedono all’orizzonte campioni capaci di lasciare il segno. 

Al momento fanno parte del calendario WT solamente la Eschborn-Frankfurt e la classica di Amburgo, ora chiamata BEMER Cyclassics, mentre sono presenti nel calendario UCI Europe Tour il Giro di Germania (ritornato nel 2018), lo Sparkassen Münsterland Giro (corsa nata nel 2006) e il Rund um Köln (corsa storica tornata nel 2022 dopo l’annullamento di due edizioni per la pandemia).

A rappresentare bene il momento difficile è la sparizione di tantissime corse: solo tra le gare a tappe si sono persi il Giro di Sassonia (ultima edizione nel 2009), il Regio Tour (ultima edizione nel 2012), il Giro di Baviera (ultima edizione nel 2015), il Giro della Bassa Sassonia (2007), il Giro della Renania-Palatinato (2007); stessa morìa nelle prove in linea.

Per quanto riguarda le squadre, nel 2005 c’erano due UCI World Teams tedeschi, la Gerolsteiner  (con i vari Leipheimer, Rebellin e l'allora neopro' Tony Martin) e la T-Mobile Team (presenti Ullrich, Sevilla, Zabel, Guerini e Nardello) e un UCI ProTeam, il Team Wiesenhof (Greipel e Geraint Thomas tra gli altri). Oggi nel WT è rimasta solamente la BORA hansgrohe.

Corridori: nel 2005 ce n'erano 38 nel World Tour, 15 tra le Professional e 22 tra le Continental; quest'anno siamo a 33 nel WT, 5 tra le Professional e 47 tra le Continental: se non altro la base pare riallargarsi. Attualmente nel ciclismo tedesco ci sono molti buoni corridori come Pascal Ackermann, Maximilian Schachmann, Lennard Kämna, Emanuel Buchmann, Phil Bauhaus e il già citato Degenkolb ma manca l’elemento di spicco capace di vincere le grandi corse e la domanda che ci si pone è: quanto ancora durerà questa fase di stallo?

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