Yanina Kuskova ©Tashkent City Women Professional Cycling Team
Donne Élite

Dal Tour de France alla chiusura in due mesi: il disastro annunciato della Tashkent City

Nata per dare i punti all'Uzbekistan per la qualificazione olimpica, la discussa squadra Continental sparirà. La denuncia arriva da Yanina Kuskova, che non potrà andare ai mondiali

20.09.2024 12:16

Durante il Giro d'Italia e il Tour de France avevano fatto parecchio discutere le performance del Tashkent City Women Professional Cycling Team, squadra continental uzbeka che aveva ricevuto la wild card. In entrambe le occasioni, Yanina Kuskova era stata l'unica a portare a termine la corsa, mentre le sue compagne faticavano a tenere le ruote del gruppo per poi ritirarsi, addirittura in quattro alla prima tappa di Rotterdam. Uno scenario che non si ripeterà nel 2025, perché la squadra ha cessato l'attività proprio dopo il Tour, secondo quanto appreso da Global Peloton, la newsletter curata da Dan Challis

Se è la prima volta che sentite parlare di questa squadra, vi starete legittimamente chiedendo come sia possibile che una formazione con limiti strutturali e competitivi così evidenti possa aver ottenuto alle due corse a tappe più importanti del mondo, oltre a partecipare alle corse in Australia di inizio stagione, al UAE Tour, alle Strade Bianche e al Tour de Suisse. Ebbene, in base al ranking UCI 2023, avrebbero avuto il diritto a partecipare a tutte le gare World Tour, in quanto terza squadra Continental con più punti UCI all'attivo. Le modalità e il motivo per cui questa squadra uzbeka sia arrivata così in alto è la chiave per comprendere perché questo progetto fosse nato artificialmente e destinato a morire subito dopo.

Come Tashkent è arrivata al Tour de France

Il Tashkent City Cycling Team nasce nel 2022, con una squadra Continental sia al femminile che al maschile, con soli atleti locali e senza fare particolare rumore. Si comincia a parlare di Uzbekistan anche nelle cronache internazionali per la prima volta a giugno 2023, e non esattamente in termini lusinghieri. A quanto pare, i campionati nazionali nel Paese dell'Asia Centrale, che avevano permesso alla squadra di racimolare parecchi punti, non si erano in realtà mai disputati, e i punti erano stati assegnati a tavolino dalla federazione, secondo un precedente report sempre di Global Peloton.

Nonostante i sospetti, sempre smentiti dal manager della squadra Volodymyr Starchyk, a quanto pare l'UCI non ha investigato oltre e non ha preso provvedimenti, e i campionati nazionali si sono poi regolarmente tenuti a fine agosto, permettendo di racimolare punti che hanno poi fatto la differenza. A questi si sommano i punti conquistati in altre gare di secondo, terzo o quarto piano, soprattutto in Asia, ma anche in Croazia, Polonia o Cipro, dove la concorrenza non arrivava dalle altre squadra in corsa per le licenze. Con gli ultimi punti conquistati tra Giochi asiatici e il Tour of Chongming Island, dove la veterana Olga Zabelinskaya è riuscita a chiudere al settimo posto in classifica generale (120 punti) prendendo dei secondi di abbuono agli sprint intermedi, in una corsa di tre giorni con tre volate di gruppo. 

In questo modo, la squadra chiude l'anno al diciannovesimo posto nelle classifiche UCI, che diventa diciassettesimo dopo la chiusura della EF Education-TIBCO e la fusione tra Jayco AlUla e Liv Racing. In questo modo, tutti gli inviti alle corse World Tour sono garantiti, sfruttando al massimo il sistema di punteggi senza infrangere nessuna regola. Non hanno comunque partecipato a tutte le corse per cui avrebbero avuto la licenza, perché i fondi a disposizione non erano sufficienti per sostenere un intero calendario World Tour. L'obiettivo primario di questo progetto non era infatti la crescita della squadra e la partecipazione a questo tipo di gare, bensì garantire all'Uzbekistan dei posti per partecipare ai Giochi Olimpici.

Dal sogno olimpico al fallimento annunciato

Alla gara in linea a Parigi c'erano Kuskova e Zabelinskaya, che ha partecipato anche alla cronometro, mentre in quella maschile c'era il diciannovenne Nikita Tsvetkov, tornato quest'anno a correre in patria dopo un esperienza nel Cannibal Team, la squadra junior della Bahrain-Victorious. Kuskova ha chiuso al cinquantunesimo posto, dimostrando ancora una volta di essere l'unica rappresentante della sua squadra con un motore da World Tour. La classe 2001 avrebbe dovuto partecipare anche al mondiale di Zurigo tra una settimana, ma in una storia su Instagram ha spiegato che non ci sarà, denunciando la situazione drammatica della sua squadra e della federazione uzbeka.

Yanina Kuskova su Instagram
Yanina Kuskova su Instagram

“La mia ultima corsa è stata il 18 agosto, e in tutto questo tempo io e la mia squadra siamo rimaste a casa in Uzbekistan. Non abbiamo preso parte ad altre gare europee perché la squadra si è sciolta, e probabilmente non faremo altri viaggi, anche se non ho smesso di allenarmi perché speravo di andare ai mondiali. Il mio paese aveva promesso di pagarmi la trasferta, ma alla fine hanno preso dei biglietti che mi avrebbero fatto arrivare meno di 24 ore prima della partenza, e ovviamente sarei stata stanca dopo il volo, ma per loro non è un problema. Ho detto che non sarei andata in queste condizioni, ma a loro non interessa. Mi dispiace che in Uzbekistan non capiscano il valore del ciclismo e delle atlete, è un peccato. La nostra squadra è esistita per tre anni ed è stato un grande periodo, ma ora è finita." 

Le parole di Kuskova sorprendono fino a un certo punto, ricostruendo tutta la vicenda, perché una volta concluso il ciclo olimpico tutto era destinato a finire come era iniziato. Rimane comunque difficile capire perché un Paese con così poca cultura ciclistica abbia messo in piedi questa squadra dal nulla, con evidenti storture e assolutamente non sostenibile, per qualificarsi alle Olimpiadi in uno sport in cui non avrebbero comunque avuto possibilità di medaglia, e parliamo di una spedizione tornata da Parigi con 13 medaglie di cui 8 d'oro, tutte da sport di combattimento e dal sollevamento pesi. 

Il Tour de France corso tra le polemiche rimane l'ultimo atto del Tashkent City Professional Cycling Team. In un'intervista a Rouler, il manager della squadra, l'americano Gleb Groysman, arrivato dopo i Giochi di Tokyo 2021, ha spiegato tutte le difficoltà attraversate per creare una struttura quantomeno dignitosa per poter partecipare a corse così importanti, e come le atlete abbiano sofferto le critiche per la loro partecipazione a discapito di squadre più competitive. 

“Forse altre squadre dovrebbero essere qui, ma avrebbero dovuto ottenere i punti nel 2023. Abbiamo lavorato duramente e questa sarà una grande esperienza per noi. Concordo, altre squadre continental sono più forti di noi, ma le regole sono regole. Avevamo pianificato un training camp in altura, ma non avevamo abbastanza soldi. Il governo dell'Uzbekistan ha speso molti soldi nella squadra, ma niente in confronto ad altre squadre qui, forse il 10% del loro budget. Il salario di queste ragazze è di 200-300 euro, non è abbastanza ma lavorano duro per raggiungere i loro obiettivi", spiegava Grosyman durante la grande partenza dai Paesi Bassi. “Quando sono arrivato in Uzbekistan nel 2021, c'erano solo sette cicliste nel Paese, ora ne abbiamo dieci. Tutte queste ragazze vengono dall'Uzbekistan, la maggior parte delle quali under 23, due hanno 18 anni. L'Uzbekistan non è un Paese di ciclismo, non c'è cultura.”

Una volta raggiunto l'obiettivo olimpico, non c'è più la spinta per migliorare le scarse infrastrutture e continuare ad investire, e secondo quanto riporta Global Peloton, anche la corruzione in ambienti federali è tra la cause della chiusura. Di questa bruttissima pagina, oltre alla rabbia delle squadre escluse dal Tour de France, rimarrà traccia forse solamente per la presenza di Kuskova in qualche squadra World Tour o Continental nel 2025, che ha dimostrato di meritare. Per tutte le altre, l'avventura nel ciclismo probabilmente termina qui, perché non c'è futuro per il ciclismo in Uzbekistan.

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