Tiesj Benoot vince la Kuurne-Bruxelles-Kuurne 2023 davanti a Nathan Van Hooydonck e Matej Mohoric © Jumbo-Visma
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Benoot primo a Kuurne... ma c'è moto e moto di vincere!

Tiesj ha la meglio nella KBK 2023 dopo un attacco a cinque in cui la Jumbo-Visma ha ancora una volta dominato la scena. Corsa falsata dalle scie indebite. Jonathan Milan e Luca Mozzato nei 15

26.02.2023 18:10

Quando Tiesj Benoot passò professionista e un attimo dopo - aveva 21 anni - si piazzò quinto al Giro delle Fiandre, tutti dicemmo: ah però. Pensavamo al suo percorso di ottimo rilievo tra i dilettanti e gli pronosticammo una carriera di primo livello nelle classiche. Il belga continuò poi a piazzarsi qua e là, ma piàzzati oggi, piàzzati domani, gli anni passavano e la caratura del corridore si assestava su un gradino un po' più basso rispetto ai vaticini.

In maglia Lotto (la sua prima patria ciclistica) ha fatto ancora in tempo a vincere una corsa importante, la Strade Bianche 2018 (la sua prima affermazione), poi una tappetta al Giro di Danimarca 2019, poi nel 2020 si impose in una frazione alla Parigi-Nizza, poi stop. Intanto si faceva tentare dal fare qualche mezza classifica per fare top 20 al Tour… insomma una carriera piuttosto sfiorita (malgrado qualche raro picco) e finita con gregariati di lusso alla Jumbo-Visma, suo approdo l'anno scorso.

Tra pochi giorni Benoot compirà 29 anni, l'età è quella della maturità ed è ora che quel palmarès si arricchisca di qualche altra bella corsa: tipo la Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Sì, insomma, tipo quella che ha vinto oggi con ottimo scatto a 700 metri dal traguardo, dopo una fuga a cinque di cui è stato animatore e, alla fine, mattatore.

Tutto questo sarebbe molto bello da descrivere semplicemente come un riscatto per l'individuo Tiesj (e lo è, non è che non lo sia) e come una conferma di strapotere di una squadra che in due giorni ha conquistato Omloop Het Nieuwsblad con Dylan van Baarle e KBK con Benoot appunto. Però nello svolgimento di gara odierno c'è una macchia, e stavolta non riusciamo a ignorarla. Il problema è atavico soprattutto nelle gare belghe e riguarda la presenza pervasiva e incisiva delle moto in corsa.

Un esempio evidente di come le moto, con le loro scie, abbiano dato più di una mano ai battistrada nella Kuurne-Bruxelles-Kuurne 2023

La storia del ciclismo è piena di gare, classiche, indirizzate o addirittura decise dalle scie delle moto al seguito, siano esse della tv, o di qualche fotografo, o motostaffette varie. Oggi è toccato a un mezzo delle riprese televisive fendere a lungo l'aria per i cinque battistrada, una presenza tanto disturbante (per lo spettatore, non certo per i corridori che ne beneficiavano) quanto spudorata, pure troppo spudorata, talmente evidente e fatta sotto gli occhi di tutti, con la moto che addirittura veniva inquadrata pure dalla telecamera sull'elicottero, che siamo tentati di non ravvisare malafede in tutto ciò: il ragionamento è che se vuoi fare una cosa in malafede, provi quantomeno a non dare nell'occhio.

Invece quel che ravvisiamo è una grande noncuranza, figlia anche del fatto che sulla cosa viga sostanzialmente un'altrettanto grande impunità. Ma l'UCI non sente l'esigenza di porre un argine - se non proprio uno stop definitivo - a un simile retrogrado malvezzo? Proprio non c'è modo di attuare le dovute contromisure per impedire che le gare vengano falsate? Non merita forse Benoot che raccontiamo di una sua vittoria limpida, senza asterischi accanto al risultato? O in alternativa, non avrebbero meritato i vari Christophe Laporte, Arnaud de Lie, Jordi Meeus e Fabio Jakobsen di giocarsi il successo, se il gruppo fosse riuscito a rinvenire sui primi senza indebite intromissioni di parti terze nella contesa?

Una Kuurne-Bruxelles-Kuurne 2023 dominata dalla Jumbo-Visma

La Kuurne-Bruxelles-Kuurne 2023, 193.1 km (è inutile specificare la sede di partenza e arrivo, no?) è partita con una notizia non allegrissima, una caduta dopo neanche 10 km di gara ha coinvolto diversi corridori: Matteo Malucelli (Bingoal WB), Jan Tratnik (Jumbo-Visma), Guy Sagiv (Israel-Premier Tech) e Filippo Baroncini (Trek-Segafredo), che ha avuto la peggio ed è stato portato in ospedale, dove le radiografie gli hanno riscontrato una frattura del radio destro. Non è stata l'unica caduta, nei primi chilometri si è ritirato anche Patrick Bevin (DSM).

Dopo 20 km di gara è partita la fuga del giorno con Gilles de Wilde (Flanders-Baloise), Lluís Mas (Movistar), Daniel Oss (TotalEnergies) e Taco van der Hoorn (Intermarché-Circus-Wanty), poi ai -159 sono usciti dal gruppo pure Guillaume van Keirsbulck (Bingoal) e Matthew Gibson (Human Powered Health) che rapidamente hanno raggiunto i battistrada a formare un sestetto che ha preso un vantaggio consistente, fino a 4'30" a 100 km dal traguardo.

Solo che a questo punto la Jumbo-Visma ha deciso di spaccare la corsa, imponendo un ritmo forsennato che da un lato ha pesantemente decurtato il margine dei battistrada (tra i quali ai -95 ha perso contatto Gibson), dall'altro ha messo pressione al gruppo e infatti le cadute son continuate a fioccare: giù Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) - con altri - ai -98, giù Mathias Vacek (Trek) e Søren Waerenskjold (Uno-X) ai -85.

Sul muro di Le Bourliquet (ottavo dei 13 di giornata) ai -83 un'ennesima accelerazione Jumbo orchestrata da Nathan van Hooydonck, Tiesj Benoot e Tratnik ha chiamato la risposta di Matej Mohoric (Bahrain-Victorious), Tim Wellens (UAE Emirates) e un redivivo Peter Sagan (TotalEnergies); quest'avanguardia ha raggiunto la fuga mentre il gruppo, poco distante, era tutto sfilacciato.

Subito dopo, ai -78.5 sul muro di Mont Saint-Laurent, dalla dozzina di uomini in quel momento al comando Wellens ha forzato allungando e facendo saltare quasi tutti i fuggitivi della prima ora ma anche Sagan. Mohoric è stato il primo a inseguire Tim, poi è rientrato Benoot con a ruota un  sempre tignosissimo Van der Hoorn; infine ai -75 è arrivato pure Van Hooydonck a completare il quintetto che avrebbe caratterizzato la corsa da lì in avanti; invece il primo gruppo inseguitore, formato da una trentina abbondante di uomini, era tirato dalla Lotto Dstny a beneficio di Arnaud de Lie. Il problema per questi era che il distacco dai primi continuava ad aumentare in maniera costante.

Il gap dal quintetto al comando era ormai superiore al minuto e mezzo quando, ai -55, un secondo, folto gruppo è rientrato su quello di De Lie. Il distacco dai primi è continuato a salire fino a circa i -50, 1'48" il massimo, dopodiché l'inerzia della gara è cambiata e gli inseguitori hanno cominciato a recuperare qualcosa, oltre mezzo minuto, ma poi arrivati ai -35 il distacco si è stabilizzato, senza andare più né su né giù per diversi chilometri. La Soudal-Quick Step dava una mano alla Lotto (lavorando per Fabio Jakobsen) ma ciò non risultava determinante, poi ci si è messa pure la Cofidis, che aveva Bryan Coquard da lanciare.

Kuurne-Bruxelles-Kuurne 2023, lo spunto vincente è di Tiesj Benoot

Ma i cinque al comando erano in realtà in sei, nel senso che i cinque ciclisti erano aiutati dalle citate troppe scie della generosa moto della tv belga, e anche grazie a ciò sono riusciti a conservare quell'inscalfibile minuto fino alla fine, quel tanto che è bastato per permettere loro di giocarsi la vittoria senza il pensiero di poter essere raggiunti. Ad aprire le ostilità nel finale è stato Van Hooydonck a 4.5 km dal traguardo, con due allunghetti in sequenza stoppati da Mohoric e da Wellens: lo schema era già tracciato, con gli Jumbo a far valere la loro superiorità numerica.

Ai 3.7 è stata la volta di Benoot, Mohoric ha chiuso subito e poi ha tentato un contropiede da fagiano, e stavolta è stato Van Hooydonck ad annullare l'azione. Ai 3 km si è mosso di nuovo lo stesso Nathan e Mohoric è andato ancora a chiudere, e stavolta ha dovuto spendere abbastanza per togliere la luce tra l'attaccante e gli altri, dato che NVH non ha mai accennato a calare l'intensità della propria azione. In ogni caso ai 2.4 il tentativo di Van Hooydonck era ufficialmente annullato.

A questo punto Matej è scivolato indietro, ha fatto un buco a Van der Hoorn che era lì silenzioso a fare la parte del convitato di pietra, si è preso poi l'ultima posizione che era quella ideale per uno sparo decisivo, ma sull'ennesima ripartenza di Van Hooydonck (chiusa da Wellens all'ultimo chilometro) le posizioni si sono rimescolate e in quinta ruota ci si è accomodato Benoot. E infatti proprio lui, dopo l'ultima curva a sinistra ai 700 metri, è partito forte, fortissimo, e questa era l'azione buona e lo si è capito subito.

Wellens non si è più ritrovato gambe sufficienti per bagnare ancora le polveri Jumbo, Mohoric idem, di Taco poi non ne parliamo, era già tanto che fosse ancora lì dopo tutti quei chilometri in avanscoperta (ricordiamo che era all'attacco dal km 20).

Vittoria per Benoot, quindi; alle sue spalle Van Hooydonck a completare esultante la doppietta giallonera, poi Mohoric, Van der Hoorn e Wellens. A 43" il gruppo con Christophe Laporte (Jumbo) a vincere lo sprint per il sesto posto, dimostrando che la squadra olandese avrebbe avuto ottime chance di imporsi anche se fosse stata annullata la fuga. Alle spalle del francese troviamo De Lie, Jordi Meeus (Bora-Hansgrohe), Jakobsen, Jasper Stuyven (Trek), Iván García Cortina (Movistar) e, al 12esimo posto, Jonathan Milan (Bahrain). Nei 20 anche Luca Mozzato (Arkéa), 15esimo.

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!