Davide Baldaccini vince la terza tappa del ToQL, foto di Adrian Hoe
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Baldaccini, primo successo lì dove un italiano portò la cultura occidentale

Diario dal Tour of Qinghai Lake 2023 - Il corridore della Corratec mette tutti nel sacco nella tappa con maggior dislivello. L'invito a non bagnare le miss, la storia di Matteo Ricci, la vasca di aragoste, pesci e... rane nere

dal nostro inviato

Una vecchia bretone
con un cappello e un ombrello di carta di riso e canna di bambù.

È ripartito da Guide il Tour of Qinghai Lake 2023, con la terza tappa, quella con più dislivello in assoluto, 3761 metri, pur concentrati quasi tutti nella prima parte. I percorsi e le strade lasciano poco spazio alle scorciatoie, quindi abbiamo percorso in auto lo stesso tracciato dei corridori per tutti i 200 km: era incredibile vedere quanto il percorso fosse sorvegliato, perché ogni 100 metri per tutto il tragitto circa c'era un poliziotto, o un vigile, o qualcuno con la maglia dell'organizzazione che già dalla mattina controllava che nessuno potesse entrare sul tracciato della corsa. Ai bordi delle strade ancora tanti contadini coi cappelli di paglia, che mi hanno spiegato essere i Tu, una minoranza etnica conosciuta anche come i Mongour, da cui prendono il nome anche le montagne ricche di minerali che circondano i loro villaggi.

Nils Sinschek alla partenza, foto di Adrian Hoe

Capitani coraggiosi
Furbi contrabbandieri macedoni

I capitani coraggiosi oggi sono stati Danny Osorio (Medellín-EPM), che ha scollinato sul Gpm di prima categoria della salita del Nie Jialiang, (17.3 Km al 5.9%) e i due alfieri della Green Project-Bardiani CSF-Faizanè,  Henok Mulubrhan e Alessio Nieri, che lo hanno seguito lottando su tutti i traguardi volanti: grazie ai punti incamerati Nieri supererà Wilmar Paredes Zapata (Medellín) nella classifica dei Gpm, e Mulubrhan balzerà in testa alla classifica a punti.

Non ci sono contrabbandieri macedoni per quanto si sappia tra le fila del gruppo, ma furbi sì: uno è stato il colombiano Paredes, che grazie alla fuga di ieri era terzo nella generale. Quando ha visto che i due che lo precedevano in classifica (la maglia gialla Nils Sinschek della ABLOC e Anton Stensby del Coop-Repsol) hanno ceduto prima uno e poi l'altro sugli ultimi due Gpm, si è tirato fuori dai giochi per le classifiche secondarie e ha fatto di tutto perché il vantaggio del gruppo dei migliori aumentasse. L'altro è stato Xianjing Lyu (China Glory) che in maglia di miglior asiatico, non ha dovuto che mettersi a ruota per essere sicuro di incrementare il suo divario nella speciale classifica e di entrare nei 10 della generale.

Nieri e Mulubhran nel gruppo di testa, foto di Adrian Hoe

Gesuiti euclidei
Vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori
Della dinastia dei Ming

I Gesuiti Euclidei di cui parla Battiato sono Michele Ruggieri e Matteo Ricci, i missionari che per primi, alla fine del XVI secolo cercarono di evangelizzare la Cina vivendo come bonzi confuciani. Se chiedete a un cinese chi sia Matteo Ricci non vi saprà rispondere: potreste avere più fortuna nominando “Lì Mǎdòu” (Ri Matteo), il nome cinese che si diede colui che introdusse in Cina i primi elementi di cultura occidentale, tra cui appunto la geometria euclidea, l'astronomia e il calcolo, e viceversa sdoganò in Europa la cultura orientale. Il contributo che Matteo Ricci diede alla cultura cinese gli valse il titolo di Xitai, Maestro del grande Occidente, e la prima deroga imperiale che concesse a uno straniero di essere seppellito a Pechino.

Lo scienziato che ha saputo fare i conti, oggi, è stato ancora una volta un italiano: Davide Baldaccini (Corratec-Selle Italia), che ha avuto prima il coraggio di seguire l'uruguayano Eric Antonio Fagundez (Burgos-BH) che era partito per primo ai-10, dopo che i Bardiani cominciavano a faticare nel tenere cucito il gruppo dei migliori, e poi la freddezza, dopo essere entrati nel lunghissimo rettilineo finale, di calcolare che 14" di margine in due chilometri sarebbero bastati: si è così messo a ruota di Fagundez e ha anticipato la volata ai 250 metri, lasciando l'uruguayano sul posto e cogliendo in terra cinese quella vittoria che non era ancora arrivata quest'anno per la Corratec. Per il bergamasco è il primo successo da professionista in carriera, e arriva a più di settemila chilometri da casa.

Davide Baldaccini festeggia con lo staff Corratec, foto di Adrian Hoe

L'organizzazione dopo l'arrivo si è dimenticata di avvisare Mulubhran che riceverà la maglia verde, quindi si è dovuti andare a chiamarlo, ma nessuno ha temuto che questo potesse ritardare la premiazione: dove dopo il silenzio di ieri sono tornate in grande stile le coreografie introduttive. Per Baldaccini (per quanto si difenda bene con l'inglese) mi hanno chiesto di tradurre una sola indicazione, quella di non bagnare le miss del podio con lo champagne, e nel dirglielo mi sono domandato perché possano aver sospettato proprio di lui come pericoloso innaffiatore di vallette.

Il podio si erge in mezzo alle statue dedicate agli inventori del glen (se ho traslitterato giusto il nome) una specie di focaccia alle erbe molto diffusa nel Qinghai. Mi aspetterei di trovarmela a cena, ma giacché io Adrian e Tom siamo finiti in un albergo senza ristorante, dobbiamo tirare un po' a casaccio e cercarcene uno vicino: invece che il glen, all'ingresso mi ritrovo delle inquietanti vasche con i pesci e le aragoste che aspettano solo di essere cucinate, oltre a un secchio con delle considerevoli rane nere. Mentre Adrian mi rassicura che le rane non saranno la nostra cena, non posso non pensare che se il buon Ricci avesse anche sdoganato anche qualche tradizione culinaria italiana oltre alla geometria euclidea, gli sarei stato certo più grato.

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Paolo Armentini
Inseguo sogni e utopie dal 1990. Non sapendo né correre, né scrivere, né insegnare, provo a fare le tre cose, sia mai che me ne esca una giusta.