Partenza ai campionati del mondo di Glasgow 2023 © UCI
Ciclismo Giovanile

Mondiali Under 23, è tempo di cambiare le regole UCI: professionisti esclusi per il futuro?

Nell'attuale ciclismo dei giovani fenomeni la categoria U23 perde sempre più una identità definita, ha senso mantenerla così com'è adesso? Sembra che l'UCI abbia in cantiere un progetto di riforma: aspettiamo di vedere cosa ne salterà fuori

14.09.2024 22:36

Il sasso nello stagno lo ha gettato il sito web francese DirecVélo. Secondo le indiscrezioni transalpine, a partire da 2025, i corridori di età inferiore ai 23 anni con un contratto da professionista, nel WorldTour o per un Pro Team (prima e seconda divisione), non potranno più partecipare a un Campionato del Mondo Under 23. Stesso discorso per le prove continentali e nazionali di categoria.

Il possibile cambio delle regole da parte dell'UCI, sulla quale, va detto, tutto è ancora da chiarire, sarebbe accolta dal popolo degli appassionati ed esperti seguaci delle categorie giovanili con uno sconsolato e corale “era ora”!

L'opinione molto diffusa tra gli addetti ai lavori è che bisognerebbe dare un'identità più precisa alle prove internazionali U23. Queste dovrebbero rappresentare un passaggio verso la categoria Élite. Oltrepassata la soglia fra i due livelli, non dovrebbe essere consentito tornare allegramente indietro per piccoli tornaconti personali. Per un corridore con un contratto da  professionista, mondiali e prove continentali non possono che essere quelle della Categoria Élite.

Il dibattito è aperto e non certo di facile o immediata soluzione. Deve comunque pesare il fatto che la realtà corre più della fantasia. Mentre la macchina burocratica rifletteva sul da farsi, Tour de France, Vuelta a España, classiche monumento sono state vinte da illustri Under 23. Un’intera generazione di ventenni sta rendendo appassionanti le competizioni più prestigiose ormai da tempo. L’idea che protagonisti di primo piano nella massima categoria abbiano la possibilità, per un giorno all’anno, solo in ragione della loro età, di andare a caccia di una maglia che mai verrebbe poi indossata non sembra avere  alcun senso.

Lo strano caso del tre volte campione europeo

L’argomento è di scottante attualità in queste settimane di settembre, in cui si tengono e si terranno le prove europee e mondiali. Mercoledì scorso, Alec Segaert, ventunenne già professionista con la Lotto Dstny, ha vinto per la terza stagione consecutiva la cronometro dei campionati europei riservata agli Under 23.

Alec Segaert vince la cronometro del Renewi Tour ©Lotto Dstny-Photo News
Alec Segaert vince la cronometro del Renewi Tour ©Lotto Dstny-Photo News

Una vittoria che ha del bizzarro. Segaert ha vinto il titolo U23 facendo segnare un tempo, sullo stesso percorso di 31,8 km, nove secondi più basso rispetto a quello di Edoardo Affini, vincitore del titolo cronometro Élite, nello stesso giorno, a poche ore di distanza dal suo collega 21enne.

Il neocampione europeo U23 sarebbe stato, di certo, molto competitivo anche nella categoria superiore, la sua categoria. Simili situazioni si sono ripetutamente presentate nelle rassegne internazionali degli ultimi anni, segno che il fenomeno non è per nulla episodico.

Solo un po' di buon senso

A non capire la scelta di competere per il terzo titolo europeo consecutivo è, tra gli altri, l’attuale compagno di squadra del giovane cronoman belga, Victor Campenaerts. Egli stesso, grande cronoman, ex detentore del record dell’ora ed ex campione europeo della specialità. Adesso esperto uomo squadra conteso dai grandi team.

Riflette Victor ad alta voce, pensando al suo giovanissimo compagno di squadra: "Se hai la gamba strepitosa di questo momento, devi semplicemente correre con i professionisti, nel Campionato del mondo di quella categoria. Devi spendere le tue risorse per quella maglia iridata”. Non ci sono vie traverse che la possano sostituire. Sta nell’ordine  delle cose.

E nell’ordine delle cose ci starebbe una decisione UCI che avesse la capacità di dare un indirizzo politico equilibrato al prossimo futuro di una categoria, gli Under 23, diventata ormai terra di nessuno, un  territorio di confine dove ogni cosa sta diventando sfocata. Capire e dirigere con tempestività i fenomeni è, in fondo, il compito di ogni leadership che non voglia essere solo burocratica. Aspettiamo di comprendere nel dettaglio la decisione presa e il dibattito che ne seguirà.

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