Lyu Xianjing © China Glory Cycling
Mondo Continental

Lyu Xianjing, la pandemia lo ha piegato, ma non spezzato

Il cinese sembrava pronto a spiccare il volo a fine 2019, ma la pandemia lo ha tenuto fuori per due anni. Nel 2023 è tornato alla vittoria e anche quest'anno si è già messo in luce

06.03.2024 22:40

Quinto appuntamento con Mondo Continental. In questa puntata: GP Syedra Ancient City, Salverda Bouw Ster van Zwolle, Visit South Aegean Islands, Le Tour des 100 Communes, GP de la Ville de Lillers, Trofej Poreč/Poreč Trophy e Lyu Xianjing, la cui carriera ha subìto una brusca frenata a causa della pandemia.

Le corse della settimana

Grand Prix Syedra Ancient City

Il podio del GP Syedra Ancient City
Il podio del GP Syedra Ancient City © China Glory Cycling

Il ricco calendario di corse turche prevedeva nel weekend il GP Syedra Ancient City, corsa di un giorno nata lo scorso anno. Al via erano presenti sedici squadre: nove Continental, due formazioni dilettantistiche e le selezioni nazionali di Turchia, Algeria, Azerbaigian, Mongolia e Uzbekistan.

Rispetto allo scorso anno, il percorso era più breve, ma presentava qualche asperità in più; confermato, invece, l’arrivo in cima alla salita di 4 km (con gli ultimi 1500 m oltre il 10%) che conduce all’antica città di Syedra. Nel 2023 si era imposto il greco Polychronis Tzortzakis (non in gara in questa edizione) grazie ad una lunga fuga salita e a una buona difesa sull’erta finale. Quest’anno i migliori scalatori non si sono fatti sorprendere e si sono giocati la vittoria.

La China Glory-Mentech si è dimostrata la squadra più forte: Lyu Xianjing e Julien Trarieux (fresco di successo al Tour of Alanya) hanno staccato tutti i rivali e si sono presentati insieme sul traguardo, dove il corridore cinese ha preceduto il compagno di squadra francese. Lo spagnolo Benjamín Prades ha completato il podio a 8”, dimostrando una volta in più che la VC Fukuoka ha fatto un affare ad ingaggiarlo, nonostante abbia già quarant’anni. Ai piedi del podio hanno chiuso Ruslan Aliyev (Almaty Astana Motors) e Maximilian Stedman (Beykoz Belediyesi), staccati di 9”. 

Salverda Bouw Ster van Zwolle

Nicklas Amdi Pedersen conquista la Ster van Zwolle
Nicklas Amdi Pedersen conquista la Ster van Zwolle © Ster van Zwolle

Nei Paesi Bassi è andata in scena la Salverda Bouw Ster van Zwolle (o più semplicemente Ster van Zwolle), corsa di un giorno giunta alla sessantatreesima edizione. Quest’anno si sono schierate al via venticinque squadre: un ProTeam (la TDT-Unibet), tredici Continental e undici formazioni dilettantistiche.

Il percorso era, come al solito, completamente privo di difficoltà altimetriche, ma, nonostante l’assenza di asperità, storicamente non si è quasi mai assistito a sprint di gruppi molto numerosi. Anche quest’anno si è capito presto che non ci sarebbe stato un volatone generale, ma il risultato finale si è discostato parecchio dal previsto: dopo quattordici anni, infatti, si è assistito ad una vittoria in solitaria.

Potendo contare sulla superiorità numerica nel gruppo di una dozzina di corridori che comandava la corsa, la TDT-Unibet ha scelto una condotta di gara offensiva e, a 17 km dal traguardo, Nicklas Amdi Pedersen ha attaccato. Aiutato dai compagni di squadra, che hanno svolto un ottimo lavoro da stopper nel gruppo, il danese ha lentamente incrementato il proprio vantaggio, fino a rendersi irraggiungibile. Il trentenne ha conquistato, così, la prima vittoria UCI in carriera, precedendo di 43” i più immediati inseguitori.

Jelle Johannink ha cercato di regalare la doppietta al ProTeam neerlandese, ma il suo attacco a 500 metri dall’arrivo ha trovato la pronta risposta dei rivali e, così, Simon Dehairs (Alpecin-Deceuninck Development) è andato a prendersi la seconda posizione davanti a Vlad Van Mechelen (Development DSM-Firmenich). Victor Broex (Metec-SOLARWATT) si è dovuto accontentare di restare ai piedi del podio, appena davanti ad Abram Stockman (TDT-Unibet).

Visit South Aegean Islands

Il Team Coop-Repsol festeggia il successo finale di André Drege
Il Team Coop-Repsol festeggia il successo finale di André Drege © Nassos Triantafyllou

Sono ben tre le corse UCI in programma sull’isola di Rodi, in Grecia, nel mese di marzo. Ad aprire il calendario è stata la Visit South Aegean Islands, corsa a tappe di due giorni, giunta alla terza edizione. Al via erano presenti tredici Continental, sette formazioni dilettantistiche e una selezione nazionale ellenica, per un totale di ventuno squadre.

La prima tappa presentava un profilo adatto ai corridori abili sulle salite brevi e dotati di un discreto spunto veloce: c’erano diverse salitelle e l’arrivo era situato in cima ad uno strappo lungo circa 2 km, con una pendenza media inferiore al 5%. Poco più di venti corridori si sono giocati il successo in volata e il più veloce è stato André Drege (Coop-Repsol), che ha confermato il feeling con l’isola greca, luogo del primo successo UCI della sua carriera nel 2022. Al secondo posto si è piazzato il giovane italiano Mattia Negrente (Astana Qazaqstan Development), mentre terzo ha chiuso il canadese Axel Froner (GIANT Store Assen-NWVG).

La seconda frazione era altimetricamente abbastanza simile alla prima, anche se in questo caso lo strappo finale era leggermente più lungo e duro. Sono stati undici i corridori a chiudere con lo stesso tempo e lo spunto vincente è stato nuovamente quello di André Drege. Questa volta il norvegese ha preceduto lo svizzero Lukas Rüegg (Vorarlberg) e l’ex EOLO-Kometa Márton Dina (ATT Investments).

Con due vittorie su due, André Drege ha ovviamente conquistato il successo finale (grazie ad una condotta di gara molto diversa rispetto allo scorso anno, quando si dedicò alle fughe vincendo la maglia dei GPM). Lukas Rüegg ha chiuso secondo a 17”, migliorando di due posizioni il risultato del 2023, e Mattia Negrente ha completato il podio, aggiudicandosi il titolo di miglior giovane e aiutando l’Astana Qazaqstan a portarsi a casa la graduatoria a squadre. Gli sprint intermedi hanno premiato Sean Christian (Aevolo), mentre il re degli scalatori è stato un altro norvegese, l’ex Drone Hopper-Androni Trym Holther (NCF Region Øst).

Le Tour des 100 Communes e Grand Prix de la Ville de Lillers Souvenir Bruno Comini

Emmanuel Morin vince il GP de Lillers
Emmanuel Morin vince il GP de Lillers © Van Rysel-Roubaix/Gus Rev

Le prime corse francesi di categoria .2 del 2024 sono andate in scena nel weekend: il sabato si è disputata la seconda edizione del Tour des 100 Communes. Al via erano presenti ventidue squadre: tredici Continental e nove formazioni dilettantistiche.

Le principali difficoltà erano concentrate nel circuito finale di 12,5 km da ripetere tre volte: vi era, infatti, l’asperità più impegnativa di giornata, una salita lunga più di un chilometro. Il percorso era più selettivo rispetto alla prima edizione: dopo i tre giri dello stesso circuito, nel 2023 c’erano oltre 20 km sostanzialmente pianeggianti, mentre quest’anno dopo l’ultima discesa arrivava subito il traguardo. Le pessime condizioni atmosferiche hanno reso la corsa ancora più dura e sette corridori sono riusciti a fare una grande differenza.

I corridori della Uno-X Mobility Development hanno sfruttato al meglio la superiorità numerica, attaccando a turno e, a 700 metri dal traguardo, Halvor Dolmen ha centrato l’attimo giusto ed è andato a vincere. A 2” dal norvegese, il serratissimo sprint per il secondo posto ha premiato Steffen De Schuyteneer (Lotto Dstny Development), che ha superato al colpo di reni Andrea Raccagni Noviero (Soudal-Quick Step Devo) e Thibaud Gruel (Groupama-FDJ Continental). Alle loro spalle hanno chiuso gli altri protagonisti di giornata: Emmanuel Morin (Van Rysel-Roubaix), Thomas Morichon (SCO Dijon-Team Matériel Velo.com) e Daniel Årnes (Uno-X Mobility Development).

Domenica, invece, è andato in scena il GP della Ville de Lillers Souvenir Bruno Comini, corsa decisamente più antica, giunta alla cinquantottesima edizione. Alle ventidue squadre in gara al Tour des 100 Communes si è aggiunto il Team Visma|Lease a Bike Development.

Il percorso era più semplice rispetto a quello affrontato il giorno precedente, ma era comunque molto ondulato e con pochissima pianura. A rendere le cose più complicate ci si è messo nuovamente il maltempo. Un sestetto di corridori forti ha scelto la carta della fuga da lontano e, a poco più di 50 km dal traguardo, in tre si sono avvantaggiati: due dei protagonisti del giorno precedente, Steffen De Schuyteneer ed Emmanuel Morin, e un corridore con esperienza nel WorldTour, Théo Delacroix (St.Michel-Mavic-Auber 93). 

Ai -17 il gruppo è arrivato a pochi metri dai tre battistrada e Antoine Aebi (Elite Fondations) ne ha approfittato per allungare e riportarsi su di loro; il resto del plotone, incredibilmente, non è riuscito nell’aggancio e i quattro sono andati a giocarsi il successo. Senza la necessità di rispondere ad attacchi di formazioni in superiorità numerica, Emmanuel Morin ha fatto valere il suo spunto veloce e si è imposto nettamente. Steffen De Schuyteneer ha chiuso ancora una volta secondo, davanti ad Antoine Aebi e Théo Delacroix. La volata del gruppo, giunto sul traguardo con 13” di ritardo, è stata vinta da Lars Vanden Heede (Soudal-Quick Step Devo).

Trofej Poreč/Poreč Trophy

Matthew Brennan vince il Trofej Poreč
Matthew Brennan vince il Trofej Poreč © Team Visma|Lease a Bike Development

Quattro giorni dopo il Trofej Umag, il calendario croato ha proposto il Trofej Poreč (noto anche come Poreč Trophy). Le squadre al via erano ben ventinove: alle ventotto già presenti al Trofej Umag si è aggiunta la Continental messicana Petrolike.

Il percorso presentava sette giri di un circuito di 19 km, caratterizzato da un paio di strappetti non troppo impegnativi. Nel finale era previsto un breve tratto in linea, che conduceva al traguardo, con l’ultimo chilometro che tendeva a salire con una pendenza del 6%. Come prevedibile non c’è stata molta selezione e quasi cento corridori si sono presentati insieme all’imbocco dello strappo finale: la volata non ha avuto storia e ha visto prevalere nettamente Matthew Brennan (Visma|Lease a Bike Development), che ha bissato il successo di quattro giorni prima all’Umag Trophy. Il diciottenne, appena uscito dalla categoria juniores, rimane, quindi, ancora imbattuto tra i grandi.

Alle spalle del britannico si è piazzato un altro giovane, il diciannovenne Lorenzo Conforti (VF Group-Bardiani), che ha confermato di avere un ottimo colpo di pedale dopo il quarto posto all’Umag Trophy. Il ventunenne danese Rasmus Søjberg Pedersen (Decathlon AG2R Development) ha completato un podio dall’età media estremamente bassa. Il più esperto Lukáš Kubiš (Elkov-Kasper) si è dovuto accontentare della quarta posizione, mentre quinto ha chiuso Noa Isidore (Decathlon AG2R Development), che all’Umag Trophy aveva conquistato la piazza d’onore.

Le Continental tra i big

Timothy Dupont sul podio del GP Jean-Pierre Monseré
Timothy Dupont sul podio del GP Jean-Pierre Monseré © GP Jean-Pierre Monseré/Sport Vanrsl

Diverse formazioni di terza divisione hanno partecipato al GP Criquielion e al GP Jean-Pierre Monseré. Oltre alla presenza, ormai sempre più costante, di vivai di squadre professionistiche, c’è stato spazio per diverse Continental “pure”, con le belghe Tarteletto-Isorex e Philippe Wagner/Bazin e la danese ColoQuick che hanno preso parte ad entrambe le prove. Al GP Criquielion Pierre Barbier ha chiuso in quarta posizione, regalando alla Philippe Wagner/Bazin il primo risultato pesante in Europa, dopo le vittorie allo Sharjah Tour. Al GP Jean-Pierre Monseré è stata la Tarteletto-Isorex a conquistare il grande risultato: Timothy Dupont si è, infatti, classificato al secondo posto. Ha centrato la top ten anche la VolkerWessels: Thimo Willems ha concluso nono.

L’unico movimento di mercato ufficializzato dall’UCI in settimana riguarda la Maloja Pushbikers: la formazione tedesca ha confermato la grande attenzione verso la pista, ingaggiando Claudio Imhof. Su strada lo svizzero, la cui ultima esperienza nel mondo Continental risaliva al 2020, ha vinto una sola corsa, una tappa dell’Alpes Isère Tour 2019, ed è stato argento europeo nella staffetta mista nel 2020. Su pista, invece, ha vinto la classifica finale Endurance della Champions League 2022 e ha conquistato il bronzo mondiale dello scratch nel 2016.

Il ritratto della settimana: Lyu Xianjing

Il podio finale del Tour of Poyang Lake 2023, vinto da Lyu Xianjing
Il podio finale del Tour of Poyang Lake 2023, vinto da Lyu Xianjing © HRE Mazowsze Serce Polski

La China Glory-Mentech sta dominando il calendario turco: la formazione cinese ha vinto tutte le corse di un giorno disputate nel paese in questa stagione e solo nel Tour of Antalya, corsa a tappe che vedeva al via diverse formazioni professionistiche, non è riuscita a lasciare il segno. Dopo le volate vincenti di Ma Binyan a GP Antalya Airport City e GP Apollon Temple, la squadra si è dimostrata superiore alla concorrenza anche in salita con le vittorie di Julien Trarieux al Tour of Alanya e Lyu Xianjing al GP Syedra Ancient City.

Quest’ultimo è stato probabilmente il ciclista in assoluto più svantaggiato dallo scoppio della pandemia nel 2020: era considerato il più grande talento cinese di sempre e sembrava pronto a sbarcare in Europa per mettersi alla prova contro i migliori, ma le forti restrizioni adottate dal suo paese per sconfiggere il covid hanno pesantemente frenato la sua carriera. Lo scorso anno ha messo in mostra un ottimo spunto veloce e, in occasione del GP Syedra Ancient City, è tornato a vincere su un arrivo in salita a sei anni dall’ultima volta. Ha ventisei anni e pensare in futuro di vederlo tra i professionisti non è un'ipotesi campata in aria.

Lyu Xianjing iniziò la propria carriera nella Mountain Bike, mettendosi in luce come uno dei prospetti asiatici più interessanti della specialità Cross Country. Vicecampione continentale fra gli juniores nel 2016, non subì il salto di categoria e l’anno successivo, a soli diciannove anni, conquistò il titolo di campione asiatico fra gli élite.

Nel 2018 fu ingaggiato da una formazione Continental, la Hengxiang, ma continuò a concentrarsi sulla Mountain Bike: ai Campionati Asiatici non difese il titolo élite, ma si iscrisse nella neonata categoria under 23, portando a casa il titolo. In seguito fu medaglia d’argento nella prova degli Asian Games. A fine stagione fece il suo esordio in una corsa internazionale su strada e stupì tutti: chiuse il Tour of Hainan (corsa di categoria HC) in quinta posizione, conquistando la classifica degli scalatori. Due settimane dopo si schierò al via del Tour of Fuzhou, in cui vinse la prima tappa (con arrivo in salita) e concluse terzo nella generale.

Chiamato a confermarsi nella stagione seguente, il cinese conquistò subito la medaglia d’argento nella prova in linea dei Campionati Asiatici, per poi conquistare il successo finale al Tour of China II, dimostrando che i risultati dell’anno precedente non erano frutto del caso. Fu protagonista anche nelle corse di fine stagione: al Tour of Quanzhou Bay finì fuori classifica, ma si riscattò vincendo l’ultima tappa e la classifica degli scalatori, mentre al Tour of Fuzhou fu quarto (diventato poi terzo perché uno di coloro che lo avevano battuto fu, in seguito, squalificato per doping).

Il 2020 era cruciale: dopo diversi risultati importanti, Lyu era pronto per l’ultima stagione da under 23, decisiva per provare a passare professionista. Iniziò benissimo, conquistando il titolo asiatico di Mountain Bike Cross Country, ma lo scoppio della pandemia bloccò tutto. Le pesanti restrizioni adottate dalla Cina azzerarono la sua attività per il resto dell’anno. Nel 2021 lasciò la Hengxiang per la neonata CFC, ma le cose non cambiarono e il corridore non prese parte a gare internazionali.

Per la stagione seguente, Lyu sposò il progetto della neonata China Glory, con cui ebbe la possibilità di tornare a correre con regolarità. Nell’anno del rientro, però, sembrò un po’ arrugginito e non riuscì ad ottenere risultati importanti. Ebbe comunque la possibilità di disputare diverse corse in Europa e prese parte sia ai Campionati del Mondo di Mountain Bike che a quelli su strada.

Nel 2023 è tornato a fare risultati: è rientrato nella top ten di una corsa UCI con il sesto posto all’Alanya Cup, e ha, poi, riassaporato il gusto della vittoria, aggiudicandosi l’ultima tappa del Tour of Sakarya. Con questo successo è diventato il primo cinese a vincere una corsa UCI in Europa. Secondo nella classifica finale della corsa turca, ha conquistato, in stagione, altri due successi, vincendo la prima tappa e la classifica finale del Tour of Poyang Lake. A fine stagione ha ripreso anche con le ruote grasse, vincendo il titolo asiatico sia nel Cross Country che nell’Eliminator, oltre a quello della staffetta.

Quest’anno ha fatto da gregario a Ma Binyan nelle corse più semplici, correndo con i galloni di capitano nelle gare più impegnative. Adesso è atteso nei prossimi giorni in Croazia, dove disputerà l’Istrian Spring Trophy

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