Van der Poel all'arrivo è una maschera di fango e stanchezza
Ciclocross

Neanche nel 2024 Van Aert gli tiene testa: Van der Poel straripante a Baal!

Nel fango del GP Sven Nys Wout tenta di attaccare Mathieu nei primi giri, ma il campione del mondo si conferma intoccabile. Gran gara di Pim Ronhaar, terzo. Molto deludente Tom Pidcock

01.01.2024 17:06

La narrazione dei big three: un'entità che non esiste

Una botta al morale non da poco per Wout van Aert e Tom Pidcock. Il primo era convinto, dopo la prova convincente di Hulst, di poter rendere dura la vita a Mathieu van der Poel su un tracciato altimetricamente e tecnicamente esigente come quello del GP Sven Nys, condito come quasi sempre da un impegnativo fango argilloso che a Baal rappresenta il carattere distintivo della corsa. E invece, nonostante la buona volontà emersa sin dal via, Mathieu si è dimostrato ancora intoccabile, soprattutto su percorsi lenti come questo in cui WVA sembra più far fatica rispetto a qualche anno fa. Difficilmente i valori cambieranno da qui a Koksijde (4 gennaio), per cui il campione del mondo è sempre più avviato verso il compito delle 14 vittorie su 14 corse. Gare in cui il suo rivale di sempre non ha visto palla.

Wout van Aert impegnato nella ricognizione del percorso con la nuova divisa © Visma | Lease a Bike

Pidcock invece, dopo un avvio poco brillante, sembrava essere sulla buona strada per andare alla caccia del podio, ma è crollato verticalmente nella seconda mezz'ora, uscendo addirittura dalla top ten. Questa controprestazione odierna fornisce l'assist per riflettere sulla narrazione del ciclocross a cui stiamo assistendo nelle ultime stagioni: per quanto comprensibile che venga naturale associare i tre grandi stradisti (e non solo, nel caso di TP e MVDP) in un'unica formula quando tornano nella loro disciplina natale, e per quanto sia vero che se tutti e tre al 100% riuscirebbero a monopolizzare il podio, i cosiddetti “Big Three” non esistono.

Non esistono né storicamente, dato che i Cannibali sono solamente Mathieu (in primis) e Wout (per secondo) da ormai il 2014 in qua, né nell'attualità, dato che in questo 2023-2024 Van der Poel sta facendo categoria a sé stante, in parte grazie al suo straordinario momento di forma e in parte a causa del differente approccio di Van Aert a quest'inverno nei campi gara. Pidcock, in ogni caso, resterebbe escluso da qualsiasi discorso sui Grandi con la G maiuscola, pur essendo molto spesso superiore ai crossisti puri. A lui il compito di smentire chi scrive, raccogliendo nelle prossime stagioni scalpi migliori della sola Gavere 2020, unica vera occasione in cui è riuscito - in una gara dallo svolgimento lineare - a vincere battendo o Mathieu o Wout.

Van Aert parte agguerrito, Ronhaar è il Maestro del fango

Wout van Aert, come detto, ha provato ad attaccare Mathieu van der Poel sin dal via e nel primo giro e mezzo ha quasi sempre dettato passo e linee, palesando oltretutto una solidità tecnica particolarmente significativa date le sue poche uscite invernali. Nella corsa a piedi sperava di poter far soffrire almeno un po' Mathieu, che però non ha dato segnali di cedimento e sul secondo Balenberg (sei giri nel complesso) ha seguito una linea tutta sua, con un ritmo tutto suo e ha definitivamente salutato la compagnia di Van Aert (poi secondo con un pesantissimo distacco di 1'55") e di un Pim Ronhaar che nel fango sa esaltarsi come pochi altri al mondo; capace di stare per quasi venti minuti al tavolo di Mathieu e Wout e poi di resistere ancora per altri venti al fianco, dietro o anche appena davanti all'alfiere della Visma | Lease a Bike, il vincitore di Dendermonde e Dublino (guarda caso caratterizzate dalla notevole presenza di fango) ha retto bene fino all'arrivo, dov'è giunto in terza posizione a 2'44" da Van der Poel, ma con ampio margine sul quarto, Lars van der Haar (+ 3'31").

Il campione dei Paesi Bassi, che vincerà con ogni probabilità la generale dell'X2O Trofee, oggi giunto a metà del calendario, è emerso vincitore dalla lotta per la top five con Michael Vanthourenhout (quinto a 3'47"), con il padrone di casa Thibau Nys (che ha in Baal il parco giochi preferito, tanto da potersi permettere scelte tattiche singolari) e con il già citato Tom Pidcock, che fino alla terza tornata pareva quello con le carte in regola migliori per guadagnarsi la quarta piazza e addirittura provare a ricucire il gap su Ronhaar, mentre alla fine ha chiuso dodicesimo a 5'24" dall'iridato.

 

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