Van der Poel esulta anche a Hulst; nessuno può fermarlo © UCI Cyclocross
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Mathieu van der Poel, a Hulst è vittoria con sputo

Il campione del mondo fa sette su sette ma perde la calma nel finale con uno spettatore. Pidcock e Van Aert fuori dai giochi causa errori e sfortuna. Podio completato dai Baloise, 2° Nieuwenhuis e 3° Van der Haar. Bertolini 18esimo

30.12.2023 17:35

Sette su sette e la striscia di vittorie consecutiva si allunga ulteriormente. Anche a Hulst, su un tracciato, il Vestingcross, che pare disegnato sulle caratteristiche di Mathieu van der Poel, esplosivo ma allo stesso tempo molto tecnico, il campione del mondo non ha fatto prigionieri e ha dominato la gara dal terzo giro in avanti. Limitandosi però a gestire da metà in poi, dato che la stanchezza accumulata ieri a Loenhout e giovedì a Diegem difficilmente gli avrebbe permesso di accelerare ancora. Adesso, per riuscire nel filotto invernale dal 100% di successi (riuscitogli solo da juniores), il pericolo principale è la gara di lunedì a Baal: Wout van Aert infatti è apparso oggi in notevole crescita fisica e su un tracciato come quello del GP Sven Nys potrebbe creare più di qualche grattacapo al dominatore Mathieu.

Prima di passare alla cronaca da segnalare un gesto ben poco elegante da parte di MVDP, che fa poco onore al campione che è: dopo ripetute provocazioni e insulti ricevuti (a partire già dal riscaldamento secondo ciò che è emerso nel post-gara) da un tifoso, Mathieu nell'ultimo giro gli ha sputato in faccia, facendosi sopraffare dalla tensione agonistica. Certi personaggi meriterebbero solamente l'indifferenza, soprattutto quella dei grandi campioni che cercano di provocare.

La gara: Pidcock cade, Van Aert sbaglia valutazione

La partenza ha subito fatto selezione ed escluso dai giochi Tom Pidcock: il britannico si è toccato con Cameron Mason (il quale già ieri aveva causato il mucchione in avvio dell'Azencross di Loenhout), è caduto e ha rotto la bicicletta, sprofondando in novantanovesima - e ultima - posizione, dovendo poi proseguire a piedi fino al primo box. Inutile dire che la gara era a quel punto del tutto compromessa. Alla fine Tom ha operato una buona rimonta chiudendo il cross in venticinquesima posizione a 3'44" dal vincitore.

Davanti invece partivano bene Eli Iserbyt e Laurens Sweeck, ma non lontano da loro si stagliava l'imponente profilo del campione del mondo Mathieu van der Poel, pronto ad attaccare da un momento all'altro; un po' più indietro invece cercava di riportarsi sotto Wout van Aert, scattato bene ma rimasto coinvolto in un incidente non inquadrato dalla regia dopo pochi minuti di corsa. Il peggio però Wout l'ha combinato in avvio di seconda tornata: per voler a tutti i costi rimanere a ruota di Van der Poel ha fatto a spallate con Pim Ronhaar (suo "erede crossistico" per caratteristiche tecniche), perdendo aderenza sulla contropendenza e finendo a terra. Il problema meccanico conseguente gli è costato ulteriore tempo e l'ha condannato alla ventisettesima posizione. La troppa fretta e una mossa oggettivamente non necessaria gli sono costate la gara.

A quel punto, tra secondo e terzo giro, sono finite due cose e ne sono iniziate altrettante: innanzitutto è terminato l'equilibrio in corsa, dato che in avvio di terza tornata Van der Poel ha preso la testa e quasi senza scattare davvero ha staccato Lars van der Haar e Pim Ronhaar, suoi primi inseguitori, ed è quindi iniziata la lunga cavalcata dell'iridato; inoltre si sono esaurite le colpe di WVA, rimpiazzate però subito dalla sfortuna, elemento caratteristico della carriera del belga: una foratura nel terzo round l'ha fatto ripiombare oltre la 25esima piazza proprio quando era iniziato il suo recupero.

I Paesi Bassi sugli scudi; Van Aert rimonta; Iserbyt si ritira; Van der Poel sputa verso il pubblico

Nella quarta tornata è diventato chiaro che a giocarsi le restanti posizioni sul podio alle spalle di Van der Poel sarebbero stati altri tre neerlandesi, tutti della Baloise Trek Lions: Van der Haar e Ronhaar, partiti molto bene, e Joris Nieuwenhuis, che dopo qualche problema in avvio si stava imponendo come il terzo uomo più veloce in pista. Il secondo, anzi il primo, stando ai tempi sul giro dal quarto in avanti, era Van Aert, impegnato in un recupero da lontanissimo che alla fine l'ha portato ad una mesta quinta posizione, che non riflette la forza odierna di WVA.

Wout van Aert impegnato nella sua rimonta sul durissimo muro di Hulst, per l'ultima volta con la maglia della Jumbo-Visma © Jumbo-Visma

Chi invece oggi proprio non ha trovato il passo è stato Eli Iserbyt: il leader di Coppa del Mondo dopo una buona prima tornata è sprofondato sempre più in basso, ritirandosi a circa metà gara: le cause di questa sua débâcle sono da indagare. A rischio, ora, c'è la possibilità di giocarsi l'X2O Trofee contro un Van der Haar che alla fine ha colto la terza piazza, venendo staccato nell'ultima tornata dal compagno Nieuwenhuis, ma precedendo l'altro Baloise Ronhaar. 

Il loro distacco nei confronti di Van der Poel è rimasto piuttosto limitato: a 12" dall'iridato è giunto Nieuwenhuis, a 20" LVDH, a 30" Ronhaar e a 43" un Van Aert che ad un certo punto è arrivato ad accusare quasi 1'30" dal battistrada. Ai margini della top ten, decimo, ha chiuso il giovane e promettente Tibor del Grosso, mentre Gioele Bertolini, miglior italiano, ha confermato di star attraversando un ottimo periodo di forma piazzandosi diciottesimo a 2'18".

 

 

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