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Vincere a 19 anni: Arnaud De Lie lo fa benissimo, oggi un altro saggio al GP Monseré

06.03.2022 15:44

Fra 10 giorni Arnaud De Lie compirà 20 anni. Nel ciclismo sempre più imberbe di queste ultime stagioni i ventenni la scena se la stanno prendendo in maniera sempre più pervasiva, basti pensare all'età degli ultimi vincitori di Tour e Giro, per non parlare di Remco e dintorni. In tutto ciò non c'era ancora un esponente della "categoria teen" (qui a qualcuno parte un riflesso pavloviano del terzo tipo) a far la voce grossa in volata. O meglio, c'è Olav Kooij che è andato a segno addirittura a 18 anni, alla Coppi e Bartali 2020 (poi l'anno scorso ha infilato un paio di successi in Croazia), e che quest'anno si è già più volte piazzato all'UAE Tour.

Da poche settimane abbiamo però imparato a conoscere - e conseguentemente a seguire con curiosità che sta diventando interesse - anche Arnaud De Lie, 19enne della Lotto Soudal che a sorpresa ha alzato le braccia al Trofeo Palma, nel corso della Challenge Mallorca di inizio stagione; un episodio? Se lo è stato, oggi si è ripetuto, quindi siamo a due episodi. Che assurgono al rango di indizi a questo punto: al prossimo avremo le prove. Insomma, il ragazzino belga ha fatto 9 corse quest'anno e ne ha vinte due. La seconda, oggi al GP Monseré, una di quelle meravigliose prove di seconda fascia di cui pullula il calendario fiammingo, sempre difficili da condurre (su quelle strade la parola d'ordine è "imprevisto"), spesso concluse da volate tiratissime in coda a svolgimenti di gara sincopati.

Da Hooglede a Roeselare oggi avevamo 203.2 km piatti e nervosi, punteggiati da pochi muri e quasi niente pavé e destinati - con percentuali da 9/10 - allo sprint. Una fuga interessante ha caratterizzato lunghe fasi di gara, al suo interno Jonas Iversby Hvideberg (DSM), Robbe Ghys (Sport Vlaanderen-Baloise), Thomas Joseph (Minerva), Robin Orins (Elevate p/b Home Solution Soenens), Robert Scott (WiV SunGod) e Jon Knolle (Saris Rouvy Sauerland); il vantaggio dei sei è oscillato sempre sul minuto, poi ai -32 hanno perso contatto Joseph e Orins, comunque il gruppo, controllato dai team dei velocisti e quindi Alpecin-Fenix e Lotto Soudal su tutti, aveva decisamente in mano la situazione.

A 19 km dalla fine i quattro superstiti della fuga sono stati infine ripresi, alte velocità verso il finale e un tentativo di rimescolare il tutto sull'ultimo muretto, il Gitsberg ai -7: è stato Ludovic Robeet (Bingoal Pauwels Sauces WB) a scattare, andando a prendere fino a 8" di margine. L'impresa di portare quel vantaggio al traguardo era complicata, e infatti alla lunga è sfumata: dopo che Cedric Beullens (Lotto) ai -3 ha provato a sua volta a portarsi sul connazionale, Robeet è stato raggiunto ai 1700 metri.

Ultima diversione prima della volata, Bert Van Lerberghe (Quick-Step Alpha Vinyl) ha provato l'anticipo sul rettilineo finale, ma non è andato da nessuna parte, anzi semmai ha finito col lanciare proprio la volata di Arnaud De Lie, il quale ha preso la testa ai 200 metri, ha controllato agevolmente quelli che tentavano di contestargli il successo e ha vinto anche con una certa nettezza. La freschezza dei 19 anni davanti a - nell'ordine - Dries De Bondt (Alpecin), Hugo Hofstetter (Arkéa Samsic), Gerben Thijssen (Intermarché-Wanty), Ethan Vernon (Quick-Step), Pierre Barbier (B&B Hotels-KTM), Donavan Grondin (Arkéa), Laurence Pithie e Jensen Plowright (Équipe Continentale Groupama-FDJ) e Stanislaw Aniolkowski (Bingoal).

Il prossimo dei tanti (42 in tutto) appuntamenti con la Coppa del Belgio è in programma il 16 marzo con la Nokere Koerse. Il giorno del compleanno di De Lie, guarda caso. Chissà se ci sarà anche Kooij, a iniziare a imbastire col collega il dualismo veloce del futuro...

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!