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Due giorni senza vincere? Impossibile per Sagan!

26.02.2017 21:00

Il campione del mondo conquista la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, battuti Stuyven e Rowe. Quinto Trentin


Non è facile correre da favorito in quasi tutti i giorni dell'anno, e per di più spesso e volentieri isolato o in inferiorità numerica. Capitava con la maglia Liquigas, avveniva con la divisa Tinkoff e succede nelle poche esibizioni nella nuova esperienza targata Bora-Hansgrohe. Per Peter Sagan è così, ormai ci ha fatto il callo. Ma il due volte campione del mondo non se ne cura e si porta a casa con pieno merito la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, terminando al meglio il primo weekend sulle pietre.

Non parte Boonen, lo stomaco è in rivolta. In otto provano l'attacco
Da Kuurne il via al tratto di trasferimento viene dato alle 11.45, in una giornata da 200 km tondi tondi; tra chi non ha attaccato alla schiena il numero vi è Tom Boonen. Il plurivincitore nella storia della semiclassica, unico capace di imporsi in tre occasioni, deve alzare bandiera bianca a causa di problemi di stomaco che lo hanno tormentato nella notte. Per Tommeke il prossimo impegno si chiama Tirreno-Adriatico, dove vorrà preparare al meglio l'ultimo mese di carriera.

Subito dopo aver raggiunto il km 0 allo scoccare di mezzogiorno il primo a tentare è il veterano David Boucher (Pauwels Sauzen-Vastgoedservice), che dura lo spazio di qualche centinaio di metri. Attorno al km 8 c'è un tentativo più corposo, visto che all'attacco vanno in otto, ossia Berden De Vries (Roompot-Nederlandse Loterij), Jimmy Janssens (Cibel-Cibon), Benoît Jarrier (Fortuneo-Vital Concept), Mark McNally (Wanty-Groupe Gobert), Lawrence Naesen (WB Veranclassic Aqua Protect), Jonas Rickaert (Sport Vlaanderen-Baloise), Julien Stassen (WB Veranclassic Aqua Protect) e Timothy Stevens (Pauwels Sauzen-Vastgoedservice).

Gougeard e Oss non vengono lasciati andare, l'azione si forma tardi. C'è Roelandts
Costoro vengono riassorbiti poco dopo il km 20; da segnalare nel mentre una scivolata senza conseguenze per Yoann Offredo (Wanty-Groupe Gobert) e Bram Tankink (Team Lotto NL-Jumbo). Un attacco ridotto a livello numerico ma maggiormente pericoloso a livello è quello che si forma al km 24: ma sia Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale) e Daniel Oss (BMC Racing Team) incutono timore e sono ripresi dopo una manciata di km. Nulla si muove nel resto della prima ora di gara, con il gruppo che viaggia a tutta (48.5 i km percorsi) e non lascia spazio ad alcuno.

Poco prima del secondo dei dodici muri (Onkerzele Berg, km 68.2) si forma l'azione di giornata. I sei atleti che allungano sono Guillaume Boivin (Israel Cycling Academy), Antoine Duchesne (Direct Énergie), Alex Kirsch (WB Veranclassic Aqua Protect), Jurgen Roelandts (Lotto Soudal), Sjoerd van Ginneken (Roompot-Nederlandse Loterij) e il solito Alexis Gougeard, che è l'iniziatore del tentativo. A loro si accodano Sander Cordeel (Pauwels Sauzen-Vastgoedservice), il figlio d'arte Maxime Farazijn (Sport Vlaanderen-Baloise) e il già citato David Boucher.

Movimento sull'Oude Kwaremont, la situazione mutua
Il drappello viene lasciato andare e inizia il muro di La Houppe (km 83.4) con 4'30" sul plotone, aumentando il vantaggio a 6' sul Kanarieberg (km 90) che rimane inalterato anche nell'immediata accoppiata Kruisberg (km 97.1) e Hotond (km 99.2). Nulla da segnalare, né in positivo né in negativo, nel settimo muro, la Côte de Trieu (km 106.4), anche se l'attenzione nel gruppo in vista di quello che accadrà a breve fa in modo di assistere alla riduzione del gap a 4'50".

L'ottavo muro è il più atteso, dato che si tratta dell'Oude Kwaremont (km 115.5); davanti si stacca prima Boucher, poi Boivin e Cordeel (ripresi dal plotone nel successivo falsopiano), dietro c'è finalmente movimento. Il Team Sky, con Ian Stannard in particolare, imboccano l'asperità chiave della Ronde van Vlaanderen a tutta, favorendo il frazionamento nel gruppo; nella seconda parte dello strappo prova l'accelerazione Zdenek Stybar (Quick Step Floors), marcato dal solo Tiesj Benoot (Lotto Soudal), corridore sotto la sufficienza ieri.

In venti in azione, ci sono Sagan e Van Avermaet
Poco prima della vetta ai due si riaccoda Stefan Küng: il promettente svizzero del BMC Racing Team conferma la buona prestazione di ieri nel quale faceva parte del gruppo Sagan sull'Eikenberg, dove è stato costretto a fermarsi a causa di un problema meccanico. Il terzetto dura poco perché, capita la situazione, si rialzano per aspettare il gruppetto di una ventina di elementi alle loro spalle. In esso presenti fra gli altri Jempy Drucker, Tony Martin, Peter Sagan, Jasper Stuyven, Matteo Trentin e Greg Van Avermaet.

Ai piedi del Kuisberg (km 122.5) il sestetto al comando, con i componenti che non appaiono in piena spinta, inizia la difficoltà con 3' sul gruppo Sagan e 3'50" sul gruppo principale. Il gap continua a scendere in cima all'ascesa, visto che si è ridotto a 2'45" il distacco rispetto al plotone dei favoriti in cui viaggiano anche Arnaud Démare, Dries Devenyns, Silvan Dillier, Luke Durbridge, Yves Lampaert, Nikolas Maes, Oliver Naesen, Baptiste Planckaert e Luke Rowe.

Brutta caduta per Tony Martin che deve abbandonare
Nel tradizionale tratto di pavé in pianura di Varent, mentre i fuggitivi vengono costretti dai commissari in moto a pedalare a centro strada, sia il gruppo Sagan che il gruppo principale percorrono l'antistante pista ciclabile, rinfocolando così le polemiche emerse ieri da parte della Trek-Segafredo sulla percorrenza di tratti esterni alla carreggiata e formalmente vietati dalla giuria. Al di fuori del tratto si registra una caduta: un elemento del BMC Racing Team, nelle fasi finali del drappello Sagan, frena, causando la contemporanea frenata di Démare.

Alla sua ruota c'è Planckaert, che nulla può fare e cade, con Martin e Boivin che sfortunatamente lo imitano. Il più danneggiato è proprio Martin, che sbatte col volto sbucciandosi all'altezza del sopracciglio e iniziando a sanguinare. La corsa del tedesco, che tarda ad alzarsi, di fatto finisce, venendo riassorbito dal gruppo; per il portentoso cronoman saranno necessari otto punti di sutura, ma fortunatamente non c'è alcun problema ulteriore. Il plotone dei migliori, tirato in principal modo da Devenyns, si avvicina sempre più, transitando ai meno 65 km a 1'50" dai fuggitivi.

Gli attaccanti continuano, idem i contrattaccanti
Sul decimo muro, il Tiegemberg (km 138.6), a dettare il ritmo è Stuyven, che prova a selezionare, non riuscendovi, il drappello. Nulla succede sull'Hoolstraat (km 143), se non il rientro dello stoico Planckaert dopo un inseguimento solitario di qualche km, con il plotoncino che si è portato a soli 50" dalla testa della corsa. Calma piatta anche sull'ultimo muro, il Nokereberg (km 150.6), in una corsa decisamente anestetizzata, con il gruppo principale distante 2' dal sestetto al comando.

Nel drappello dei favoriti la collaborazione prosegue senza intoppi, con gli elementi isolati come Dèmare e Sagan che non si tirano indietro al pari dei più numerosi BMC e Quick Step. I sei superstiti della fuga non si arrendono e continuano di buona lena, passando ai meno 40 km con circa 20" sul drappello di inseguitori.

Il gruppo si riavvicina, la fuga ripresa
A dare una scossa alla situazione è quanto avviene nel gruppo: Astana Pro Team, Cannondale-Drapac, Cofidis, Solutions Crédits, Team Lotto NL-Jumbo, Wanty-Groupe Gobert e WB Veranclassic Aqua Protect decidono di darsi da fare e trainano in doppia fila il gruppone. La diretta conseguenza è che ai meno 37 km i sei fuggitivi mantengono 12" sul gruppetto Sagan e solo 1' sul plotone compatto, con le ammiraglie nel mezzo fatte opportunamente accostare al lato della strada.

Il ricongiungimento dei sei battistrada con il drappello Sagan avviene ai meno 32.5 km, proprio quando inizia a soffiare un forte vento laterale e pochi metri prima del passaggio sotto il traguardo finale (con Farazijn che parte per conquistare il traguardo volante, vendendo però superato da Naesen e Lampaert), dando il via ai due giri conclusivi di 15.3 km ciascuno. Il plotone passa a soli 27", sempre più in pericoloso avvicinamento.

Stuyven tenta il bis, Sagan e Trentin lo marcano. Benoot e Rowe si accodano
Poche centinaia di metri e dal gruppetto dei venticinque c'è uno scatto secco: ad evadere è Jasper Stuyven, uno che in una maniera pressoché identica ha beffato tutti solo dodici mesi fa. Il campione in carica si incunea per le tortuose stradine della cittadina; Peter Sagan, conscio che tale elemento è pericoloso come pochi, decide di contrattaccare in prima persona, portandosi appresso un Matteo Trentin versione stopper.

La coppia italo-slovacca rientra sul battistrada ai meno 25 km, mentre al loro inseguimento si lanciano Tiesj Benoot prima (rientrando 1 km più tardi), Stefan Küng (non riuscendovi) e Luke Rowe (che si riporta ai meno 23 km). Il margine sul resto del drappello è di 12" ai meno 21 km mentre il gruppo, a causa della netta accelerazione, viene ricacciato sopra la barriera del minuto, toccando i 70" in breve tempo.

La BMC si lascia sorprendere e lavora, ma senza esito
Il quintetto extralusso procede di comune accordo continuando ad incamerare secondi su inseguitori immediati (tirati dai BMC Racing Team, addormentatisi nel momento decisivo) e non. Al passaggio sotto il traguardo i cinque transitano con 29" sugli inseguitori, con Van Avermaet che si sacrifica per Drucker, mentre il ritardo del plotone appare oramai incolmabile dato che tocca quota 1'17".

L'accordo rimane in vigore e il margine si fa di sicurezza, visto che ai meno 10 km il gruppo Van Avermaet è a 40" e il plotone principale a 1'20". Con Sagan che lavora quel qualcosa in più degli altri i km passano inesorabili e i vantaggi rimangono inalterati anche nei pressi del cartello dei meno 5 km. I cinque iniziano a controllarsi e a marcarsi attorno ai meno 2 km, diminuendo rapidamente l'andatura di viaggio.

Trentin cerca il colpaccio, Sagan ha la meglio in volata
All'ultimo km entra per primo Trentin, il quale non attende lo sprint e cerca l'allungo ai meno 800 metri, vendendo recuperato prima da Rowe e poi dagli altri. L'ingresso sul rettilineo finale del gruppo inseguitori prima e del plotone principale poi non è così ritardato, tanto che si ha, almeno per un momento, l'impressione che il ricongiungimento in extremis possa accadere. Così non è, anche perché poco prima dei meno 250 metri Sagan decide di partire, prendendo di infilata i compagni di fuga.

I quattro ci provano, ma non c'è nulla da fare; per il campione del mondo è il primo successo stagionale e, di conseguenza, il primo del 2017 per la Bora-Hansgrohe. Secondo il detentore del titolo Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), terzo Luke Rowe (Team Sky), quarto Tiesj Benoot (Lotto Soudal) e quinto Matteo Trentin (Quick-Step Floors), che ripete la top 10 di ieri. A 6" la volatina del gruppo inseguitore la conquista Arnaud Démare (FDJ) che precede Greg Van Avermaet (BMC Racing Team), Oliver Naesen (AG2R La Mondiale), Zdenek Stybar (Quick-Step Floors) e Baptiste Planckaert (Team Katusha-Alpecin).

Ora le pietre vanno a riposo per qualche giorno e lasciano spazio a Strade Bianche, Paris-Nice, Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo. Si preannuncia altro spettacolo, con protagonisti nuovi e non. L'unica garanzia è che Sagan c'è sempre.
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