Ciclismo Giovanile

Giovani e spettacolo, bentornato Giro Under!

07.06.2017 15:50

Torna la gara a tappe più attesa a livello giovanile. Stranieri superfavoriti ma l'Italia ci prova


Cinque anni di buio prima di rivedere la luce. Tale è il lasso di tempo trascorso da quel 2012 in cui acclamammo lo statunitense Joseph Dombrowski come vincitore del GiroBio al termine di un duello con Fabio Aru andato in scena per nove appassionanti tappe. Conclusa l’esperienza, portata avanti con successo e passione per alcune stagioni da Giancarlo Brocci, la corsa rosa destinata a lanciare gli aspiranti talenti del domani entrò in una preoccupante stasi, tanto da chiedersi se davvero si fosse giunti ad un punto di non ritorno a furia di promesse e d’inserimenti in calendario puntualmente disattesi.

Ci sono voluti tutto l’amore, la passione e la dedizione al lavoro di Davide Cassani, che ha fatto del proprio ruolo di Commissario Tecnico della nazionale semplicemente il vivere la bicicletta in tutte le sue sfaccettature per 365 giorni l’anno, per non rischiare di disperdere definitivamente una corsa che è da considerare un patrimonio del nostro movimento. Del resto le indicazioni giunte dal Giro d’Italia numero 100 appena andato in archivio sono state assai eloquenti: le difficoltà del ciclismo italiano, con la fatica nel trovare corridori sufficientemente competitivi nelle gare a tappe e la dovuta pazienza nell’attendere che alcuni talenti nostrani riescano ad emergere, sono anche lo specchio di un deciso impoverimento del panorama dilettantistico sotto il profilo delle gare a tappe. Se, infatti, si mandano in archivio stagioni come quella 2016 in cui sul territorio nazionale (anzi, neppure interamente nel nostro territorio) si disputa la bellezza di una (!) gara a tappe (ci riferiamo, naturalmente, al Giro della Valle d’Aosta), diventa assai complicato auspicare di trovare nel giro di poche stagioni i degni eredi di un Vincenzo Nibali e un Domenico Pozzovivo per i quali l’età avanza e da affiancare ai vari Fabio Aru e Davide Formolo, al momento le nostre più concrete speranze di buon risultato in un grande giro.

Cinque anni di attesa per tornare a convincere la Federazione ad investire in un progetto importante ma con l’attesa, ora possiamo dirlo, finalmente giunta al termine: venerdì 9 giugno scatterà finalmente la quarantesima edizione di un Giro Under 23 che si preannuncia spettacolare e dal tasso tecnico indubbiamente elevato, che a livello d’immagine ha già ottenuto non pochi motivi di soddisfazione con la presenza di grandi marchi a griffare le varie maglie che caratterizzeranno la gara. In proposito: se alle tradizionali rosa (leader della generale), rossa (classifica a punti), verde (gran premi della montagna, viva la tradizione!), bianca (miglior giovane), blu (intergiro, scomparsa ormai da tempo nel Giro dei grandi) si è fatta ormai una certa abitudine, molto interesse è destinato a suscitare il ripristino della maglia nera (naturalmente sponsorizzata Pinarello, come poteva essere altrimenti!) che andrà a premiare l’ultimo classificato, con la speranza che tale contesa sia portata avanti nel verso giusto e senza troppi intoppi per la giuria, facendo così fede al mero scopo simbolico ed educativo che essa riveste.

Un’avventura lunga 7 tappe (con la quinta suddivisa in due semitappe) distribuite fra tre sole regioni (Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo): scelta che esclude gran parte della penisola ma che di certo non farà mancare lo spettacolo. Del resto dopo un lustro caratterizzato dal vuoto ci si può accontentare eccome.

In Romagna un inizio insidioso, in Abruzzo il gran finale
Come anticipato il via del rinato Giro d’Italia Under 23 lo si avrà venerdì 9 giugno con la Imola-Imola di 132.2 chilometri che presenta un finale già ostico ed in grado di tagliare fuori le ruote veloci più pure: la celeberrima salita dei Tre Monti, teatro del campionato del mondo 1968 e del campionato italiano 2009, piazzata a poco più di 10 chilometri dalla conclusione si presenta infatti adattissima ai primi tentativi di blitz, tanto più che per squadre composte da appena 6 corridori non sarà affatto facile riuscire ad organizzare l’inseguimento, lasciando così in testa solo i velocisti più resistenti. Così come si farà già sul serio nella seconda frazione di 145.8 chilometri con partenza dall’azienda Cem di Castellarano e conclusione all’Abbazia di San Valentino, al termine di due chilometri con pendenze ben oltre la doppia cifra che faranno leccare i baffi scattisti e scalatori, creando così i primi sostanziali distacchi nella generale.

Appennino emiliano grande protagonista anche nella terza frazione da Bagnara di Romagna a Forlì per complessivi 140.5 chilometri, in cui Galbane, Casale, Trebbio, Colle Centoforche e Rocca delle Camminate si prestano a interessanti tentativi d’imboscata in cui farsi sorprendere potrebbe costare molto caro. Solamente lunedì 12 giugno invece i velocisti potranno, in teoria, finalmente avere degno spazio nella Forlì-Gabicce Mare di 155.5 chilometri, in cui ad anticipare il traguardo ci sarà anche la scenografica ascesa a Gabicce Monte. Con essa la corsa approderà quindi nelle Marche, che avranno la propria giornata campale martedì 13 giugno, in cui il Giro Under 23 si snoderà attraverso due semitappe: al mattino si partirà da Senigallia per poi giungere a Osimo dopo 87.2 chilometri che potranno vedere ancora grandi protagonisti gli scattisti mentre al pomeriggio ci si sposterà nella vicina frazione di Campocavallo per l’unica cronometro di questa edizione: 14 chilometri ondulati nella prima parte che costituiranno un nuovo spartiacque decisivo prima del gran finale.

I fuochi d’artificio conclusivi spetteranno invece all’Abruzzo con due frazioni molto interessanti: mercoledì 15 giugno la Francavilla al Mare-Casalincontrada di 132.2 ricchi di mangia e bevi si presta molto adatta alle fughe ma con gli occhi da tenere sempre bene aperti, prima che a decretare il vincitore finale sia la tappa regina, la settima ed ultima in programma: giovedì 16 giugno infatti, dopo che sarà ancora Francavilla al Mare a salutare la carovana come sede di partenza, il gruppo inizierà una lenta e costante ascesa che dalla Strada delle Svolte porterà alla Piana di Navelli e quindi, una volta giunti a L’Aquila, verso la lunga, estenuante salita ai 2130 metri di Campo Imperatore. 30 chilometri di salita abbastanza regolare nella prima parte ma che diventa decisamente cattiva negli ultimi 5 chilometri, dove le pendenze costantemente al 10% e con il forte vento che potrebbe complicare non poco la marcia rappresenteranno gli ultimi ardui ostacoli per impossessarsi definitivamente della maglia rosa, su un traguardo che fu marchiato nel 1999 da una delle tante imprese di Marco Pantani e che vide concludersi con successo anche una tappa del GiroBio 2011, in cui a trionfare fu il colombiano Winner Anacona davanti a Fabio Aru.

Colombia, Axeon, BMC: tra gli stranieri è una parata di stelle
Saranno 174 i corridori che prenderanno il via in questa 40ª edizione con undici formazioni provenienti dall’estero. Proprio su alcune di queste squadre sarà concentrata la maggior parte dei riflettori, potendo annoverare corridori dal pedigree già importante a livello giovanile che li proietta automaticamente nel novero dei grandi favoriti. Particolare occhio di riguardo andrà riservato alla nazionale colombiana: la formazione sudamericana è stata infatti garanzia di spettacolo nelle ultime edizioni del Giro a cui ha partecipato, portando al successo Cayetano Sarmiento nel 2009 e rivelando il grande talento di Carlos Betancur nell’edizione successiva, in cui vi fu addirittura la doppietta nella generale con Edward Beltran in seconda posizione.

Nonostante il talento più atteso, vale a dire Egan Bernal, sia costretto a rinunciare all’appuntamento per poter essere in gara altrove con l’Androni, il sestetto sudamericano si presenta di prim’ordine: dagli scalatori Sergio Martínez, Cristian Muñoz e Germán Chaves, vale a dire i tre atleti che nell’ordine sono saliti sul podio dell’ultima Vuelta Juventud a Colombia a Wilmar Paredes (atleta della Manzana Postobón secondo alla Klasika Primavera in aprile) e Jhon Rodríguez, corridore della Delko Marseille, già protagonisti di buone prestazioni in Europa, per chiudere il roster con Alvaro Hodeg che invece cercherà di disimpegnarsi negli arrivi più favorevoli alle ruote veloci.

Molto attesa sarà anche la Axeon Hagens Berman, capace di conquistare vittorie e podi a iosa in giro per l’Europa e che schiererà al via Neilson Powless, in top ten al Tour of California lo scorso anno (nono) ma soprattutto vincitore del Palio del Recioto nel veronese in questa stagione. Occhio anche a Logan Owen, atleta veloce ma capace di vincere una Liegi Under 23, molto abile alla guida viste le ottime esperienze nel ciclocross e all'irlandese Edward Dunbar, sul podio a San Vendemiano ma soprattutto vincitore del Fiandre Under 23 in questo 2017.

Eccellente anche il sestetto proposto dalla BMC Development Team in cui è attesissimo il russo figlio d’arte Pavel Sivakov, recente vincitore con notevole padronanza della Ronde de l’Isard. Il coriaceo atleta dell’Est fu già protagonista al Giro della Valle d’Aosta lo scorso anno, dove fu secondo anche nella Liegi Under 23 e sarà uno dei maggiori candidati al successo, con una tappa come quella di Campo Imperatore che si addice molto alle sue caratteristiche. Ad assecondarlo al meglio ci sarà l’olandese Pascal Eenkhoorn ma da tenere d’occhio saranno anche il talentuoso belga Jasper Philipsen, il francese Tanguy Turgis e lo svizzero Patrick Muller mentre a Bram Welten spetterà il compito di disimpegnarsi negli sprint.

Anche gli aussie e i russi non scherzano
Gli australiani della
Mitchelton Scott riporranno le maggiori aspettative su Lucas Hamilton (secondo a Liegi U23, Recioto, Belvedere e Trofeo Edil C nonché terzo al Toscana Terre di Ciclismo) e Jai Hindley (che in Toscana ha trionfato e lo scorso anno sfiorò il successo a Capodarco), oltre ad annoverare ottimi passisti come Robert Stannard; sarà invece James Knox l’atleta di punta del Team Wiggins in cui saranno presenti anche l’altro britannico Oliver Wood, il veronese Leonardo Fedrigo e il francese Corentin Ermenault, eccellente passista capace di battere Filippo Ganna agli Europei su pista nell’Inseguimento individuale.

Punterà a mettere in evidenza i propri passisti invece la Gazprom-Rusvelo con i vari Nikolay Cherkasov ed Evgenii Koberniak mentre per le volate attenzione ad Alexander Kulikovskiy, primo al Trofeo Almar del 2016. Presente al Giro Under 23 anche la Dimension Data for Qhubeka, che potrà annoverare nelle sue file l’interessante ruandese Joseph Areruya.

La formazione olandese SEG Racing ha nel britannico Stephen Williams un atleta che potrebbe essere protagonista sui percorsi mossi mentre il campione nazionale olandese Fabio Jakobsen (3 vittorie in stagione) si candida ad essere uno dei protagonisti per gli arrivi allo sprint. A sorpresa invece la Lotto Soudal U23 non schiererà al via né il talentuoso Bjorg Lambrecht, uno dei migliori interpreti europei delle gare a tappe a livello giovanile, né i connazionali Stan Dewulf e Harm Vanhoucke, ragion per cui il compito di cogliere un buon risultato andrà principalmente ad Emiel Planckaert e al danese Mikkel Honore.

Non mancano poi importanti presenze straniere anche nei team nostrani, in cui spiccano due atleti dell’Est Europa su tutti: l’ucraino Mark Padun, che verosimilmente sarà il capitano della Colpack pigliatutto finora ammirata in stagione, giunto a questo Giro dopo il trionfo nel Trofeo Piva e dopo aver chiuso in seconda posizione la Flèche du Sud in Lussemburgo (oltre al podio ottenuto in Valle d’Aosta lo scorso anno), e il bielorusso Aleksandr Riabushenko della Palazzago, campione europeo in carica capace di vincere già 4 volte (spicca il successo al Belvedere) e di conquistare otto prestigiosi podi in stagione. Le sue caratteristiche si sposano molto bene con il disegno generale del Giro e potrebbero fare del bielorusso uno dei più proficui cacciatori di tappe, dato anche l’eccellente spunto veloce in possesso. Il portoghese Joao Almeida e l’argentino Nicolas Tivani saranno tra le punte di diamante della Unieuro, il bielorusso Aleksandr Vlasov una delle valide carte da giocare della Viris Maserati mentre negli sprint proverà a farsi vedere, nelle file del Delio Gallina, il marocchino Ahmed Amine Galdoune.

Covili, Negrente, Conci tra le maggiori speranze italiane
E gli italiani? In un simile panorama appare molto ardua la lotta per le 16 formazioni nostrane che si schiereranno al via, tuttavia atleti da seguire con particolare interesse ve ne saranno. Uno dei più accreditati ad ottenere un buon piazzamento è l’emiliano Luca Covili: l’atleta della Palazzago è in costante crescita e già lo scorso anno in Valle d’Aosta aveva fatto intravedere buone qualità in una gara a tappe decisamente impegnativa. Le buone prestazioni alla Vuelta Juventud in Colombia e al recente Gran Prix Pressnitz disputate con la maglia della nazionale (in cui è risultato il miglior italiano in classifica) sono state un buon viatico per un Giro d’affrontare da protagonista. Attenzione nella formazione bergamasca anche al siciliano Francesco Romano, particolarmente adatto ai percorsi misti.

Molto attesa, visto quanto fatto finora, sarà la Colpack: di Padun abbiamo già detto mentre la truppa italiana sarà rappresentata nelle tappe più dure da Marco Negrente (vincitore a Collecchio e molto adatto ai percorsi mossi) e da Filippo Zaccanti, anche se il bergamasco arriva alla corsa rosa non al meglio per via di alcune brutte cadute, patite soprattutto alla Ronde de l’Isard. Particolare attenzione però anche al piemontese Matteo Sobrero, sbloccatosi alla Vuelta Bidasoa e al coriaceo Alessandro Fedeli mentre per fughe da lontano e lavoro da gregario Seid Lizde, splendido vincitore al Liberazione, è una garanzia.

Buona varietà di nomi anche nella Zalf Euromobil Desirée Fior in cui c’è curiosità per le prestazioni del trentino Nicola Conci, nonostante anche lui abbia ritrovato solo in tempi recenti una buona condizione dopo la frattura di una clavicola. In alternativa vale la pena seguire Riccardo Lucca nelle tappe più impegnative mentre tra i cacciatori di tappe fari puntati su Filippo Rocchetti, Simone Bevilacqua (ben 4 successi per lui finora) e a Filippo Calderaro per gli arrivi allo sprint.

Non male anche il sestetto dell’Hopplà Petroli Firenze, che andrà principalmente a caccia di tappe con i veloci Emanuele Onesti e Federico Burchio e proverà a far bene in tappe dal percorso misto con Lorenzo Fortunato e il fratello d’arte Massimo Rosa. Curiosità invece per il primo anno pugliese Alessandro Monaco, che da juniores è stato capace di conquistare la Tre Giorni Orobica dando spettacolo su un’ascesa dura come quella del Passo Maniva. In tema di talenti un altro dei più attesi è senza dubbio il toscano Daniel Savini, leader della Maltinti vincitore in due occasioni (tra le quali il Gran Premio San Giuseppe di Montecassiano) in stagione e possibile protagonista nelle tappe più adatte agli scattisti.

Matteo Fabbro sarà invece l’atleta di riferimento del Cycling Team Friuli oltre che a candidarsi ad essere una delle più liete sorprese in chiave italiana della corsa: nella formazione friulana può far bene in salita anche Mattia Melloni mentre Alessandro Pessot (vincitore del Carpathian Couriers Race in Polonia) proverà a farsi vedere negli arrivi più adatti ai corridori veloci. Decisamente improntata agli arrivi allo sprint invece la General Store Bottoli, che presenterà un Giovanni Lonardi rinfrancato dal recente successo di Roncolevà e dai tantissimi piazzamenti in stagione, ben assecondato da Gianmarco Begnoni mentre da seguire con interesse saranno anche Cristian Scaroni e Gregorio Ferri.

La Viris Maserati punterà ad ottenere buone prestazioni con Luca Raggio nelle tappe più dure mentre negli arrivi per uomini veloci occhio a Matteo Moschetti e soprattutto Imerio Cima mentre nel Gavardo il valdostano Michel Piccot potrebbe rendersi protagonista anche con azioni da lontano. Interessante il roster proposto dalla Mastromarco, con ragazzi veloci quali Mirco Sartori e Tommaso Fiaschi a cui si affiancano un eccellente passista come Paolo Baccio e Michele Corradini che invece punterà a dare il meglio nelle tappe più mosse. Filippo Tagliani e Alessio Brugna, recentemente vincitori all’estero, saranno invece tra gli atleti di riferimento del Delio Gallina. Da segnalare poi anche la presenza delle due rappresentative regionali: una marchigiana (nelle cui file ci sarà il figlio d’arte Andrea Di Renzo) ed una che raccoglierà atleti di varie regioni del centro Italia, in cui vi saranno i due portacolori della GM Europa Ovini Francesco Canepa e Matteo Rotondi oltre al velocista toscano Gabriele Bonechi, vincitore della Firenze-Empoli in apertura di stagione.

Non resta quindi che attendere poche ore e poi gustarsi lo spettacolo. Con queste premesse c’è d’assicurare che ne varrà assolutamente la pena.
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