Ciclismo Giovanile

Alexandr Riabushenko: «Io corro sempre per vincere»

31.10.2017 15:45

Intervista al dilettante più titolato degli ultimi due anni in Italia, in procinto di passare professionista alla UAE Team Emirates


Lo abbiamo acciuffato per un pelo: Alexander Riabushenko è adesso in Bielorussia, dove si godrà tre settimane di meritato riposo in famiglia (è figlio d'arte: papà Syatoslav fu l'ultimo campione nazionale dell'Unione Sovietica), coi suoi genitori e la sua sorellina, a Minsk. Meritato, questo è fuori da ogni dubbio: negli ultimi due anni, trascorsi in Palazzago, ha vinto ben 16 gare, tutti successi pesanti, a cominciare dal titolo europeo Under 23 ottenuto a Plumelec. Ma anche il Giro del Belvedere, la Bassano-Monte Grappa (due volte) e una tappa del Giro d'Italia Under 23. Un corridore moderno e completo, a suo agio in salita come a sgomitare in volate ristrette. E soprattutto, estremamente determinato a far bene ora che il suo passaggio da professionista, alla UAE Team Emirates, si concretizza, confermando di essere uno dei corridori da tenere d'occhio per il 2018.

Ciao Alex, raccontaci di te
«Sono nato a Minsk. Ho cominciato a correre a 12 anni, ed in Italia sono approdato al primo anno under 23. Correvo in Toscana, nella Altopack, e vivevo a Lucca. I primi due anni da dilettante sono andati bene, tranquilli, non facevo tante corse. Poi sono passato alla Palazzago, ho vissuto sempre qui, in ritiro. Olivano Locatelli è stato bravo con me, mi ha gestito bene, ho fatto un'ottima preparazione».

Esattamente, quando hai realizzato che saresti diventato uno dei più forti corridori in circolazione?
«Dentro di me ho sempre saputo di essere capace di vincere. Certo poi è diventato tutto più concreto dal primo anno in Palazzago».

Delle tante vittorie di questi due anni qual'è stata la più bella?
«Sicuramente il Campionato Europeo, una volata di gruppo, ma su uno strappo».

E quella che invece ti aspettavi di meno?
«Mah, non ci sono vittorie così, che non mi aspetto. Perché quando corro, io corro sempre per vincere».

Alla fine della stagione, tra corse e allenamenti, quanti chilometri hai percorso?
«Più o meno 25.000 chilometri».

Con la UAE Team Emirates quando sono cominciati i contatti?
«Senza entrare nei dettagli, si è concretizzato tutto in questa stagione».

E dell'esperienza dello stage cosa ti è rimasto?
«Mi è piaciuto molto, ho fatto anche delle belle gare. Sono soddisfatto di staff, organizzazione e tutto».

Quali differenze hai notato nel primo impatto con i professionisti, rispetto alle gare alle quali sei abituato?
«Le gare sono più programmate, nel senso che si capisce subito come va a finire, e poi corrono con le radio, è tutto un po' più controllato. Il ritmo è sempre molto alto».

Quando ti rivedrai col nuovo team?
«In realtà ci siamo già incontrati adesso, sono appena tornato da quattro giornate in Svizzera, ma non per allenarci. Ci ritroveremo in dicembre, in Sicilia, dove faremo il nostro ritiro».

Quindi adesso ti godi un po' di vacanze in Bielorussia.
«Si, quest'anno in realtà solo tre settimane, gli anni prima riuscivo a restare per più tempo. Starò un po' con la mia famiglia e i miei amici. Mio padre è un businessman ora, e mia madre lavora nella stessa compagnia».

Hai un hobby? O comunque qualcosa che ti piace fuori dal ciclismo?
«Niente di particolare, il tempo libero lo passo con gli amici. Però mi piacciono le auto: spero un giorno di comprarmi una bella Audi».
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