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Bennett, a Praia a Mare soffia la Bora

11.05.2018 17:15

La settima tappa del Giro d'Italia va al velocista irlandese che anticipa Elia Viviani e Niccolò Bonifazio; Simon Yates sempre in rosa


A Praia a Mare sede d'arrivo della settima tappa del Giro d'Italia non c'è stato l'atteso tris in volata di Elia Viviani: il veronese della Quick-Step Floors era apparso fuori portata per tutti i suoi avversari nei due sprint israeliani, ma qualche piccola incertezza ed uno stato di formato che dopo una settimana di gara potrebbe essere leggermente cambiato per alcuni hanno servito la sorpresa odierna. A conquistare la vittoria è stato l'irlandese Sam Bennett, 27enne della Bora-Hansgrohe che quest'anno non aveva ancora vinto come non ci era ancora riuscito in un grande giro in tutta la carriera, nonostante un secondo e ben cinque terzi ottenuti proprio nella corsa rosa tra il 2017 e le prime tappe di quest'anno: all'Irlanda il successo sulle strade del Giro mancava addirittura dal magico 1987 di Stephen Roche.

Androni in fuga per la sesta tappa di fila
Prima della volata finale, questi 159 chilometri tra Pizzo e Praia a Mare non hanno offerto un grande spettacolo, abbastanza inevitabile per un tappa senza gran premi della montagna e che arrivava dopo un trasferimento molto stressante che per alcune squadre si è concluso ben oltre le 21 di ieri sera. Nonostante ciò la partenza è stata velocissima perché al chilometro 0 sono scattati Davide Ballerini e Fausto Masnada dell'Androni, Markel Irizar della Trek e soprattutto Tony Martin della Katusha: solo quattro corridori, ma la presenza del tedesco non piaceva alle squadre dei velocisti e così Quick-Step Floors, Wilier-Selle Italia ed EF Education First hanno tirato a fondo per andare a chiudere dopo appena 7 chilometri percorsi.

Praticamente non c'è neanche stato il tempo di parlare di gruppo compatto perché Markel Irizar ha subito allungato nuovamente portandosi dietro Davide Ballerini, anche la Katusha è entrata in questa nuova fuga ma stavolta con il russo Maxim Belkov e dal plotone è arrivato quindi il via libera. L'occasione di oggi era comunque troppo ghiotta per i velocisti e le loro squadre non hanno tardato ad entrare in azione: a 140 chilometri dal traguardo il terzetto di testa ha toccato il vantaggio massimo di 4'25", poi Quick-Step Floors e Wilier-Selle Italia con un uomo a testa ad una più tranquilla distanza di due minuti e mezzo circa.

Fuga e gruppo si controllano a vicenda
I chilometri centrali di questa frazione, sono stati caratterizzata da una sorta di gioco al ribasso tra Ballerini, Belkov ed Irizar da una parte, ed il plotone principale dall'altra: davanti, infatti, hanno impostato un ritmo relativamente tranquillo tanto che nel giro di appena venti chilometri Quick-Step Floors e Wilier-Selle Italia si erano riavvicinate a meno di due minuti. Per non andare a riprendere la fuga, e dare vita ad una nuova sequenza di scatti, il gruppo è stato quindi costretto a rallentare per adeguarsi all'andatura del trio di battistrada e questo ha avuto un effetto sulla media che a lungo è rimasta ben al di sotto dei 40 km/h.

Il vantaggio dei fuggitivi ha continuato quindi ad oscillare: da 1'55" è risalito a 2'50", poi a 85 chilometri dall'arrivo è sceso addirittura 1'10" ma ai meno 45 era tornato a 2'35". In tutto questo gli unici fatti da registrare in cronaca hanno riguardato i traguardi volanti: Ballerini ha vinto il primo a Guardia Piemontese Marina, Belkov il secondo a Santa Maria del Cedro, ma soprattutto in entrambi i casi c'è stato il quarto posto di Elia Viviani che è andato a prendersi punti per la maglia ciclamino. La vera accelerazione in corsa c'è stata solo negli ultimi 25 chilometri anche perché un leggero strappo dopo Scalea imponeva a tutti di stare davanti: la Israel Cycling Academy ha provato a forzare il ritmo per appesantire le gambe dei velocisti, solo quello perché era impensabile pensare di fare selezione su certe pendenze, ma il risultato è che a 16 chilometri dall'arrivo sono stati ripresi Maxim Belkov e Markel Irizar, un paio di chilometri più avanti è stato raggiunto anche Davide Ballerini che aveva tentato di prolungare la propria azione.

Bennett supera Viviani negli ultimi metri
Nel finale l'ultima curva era posizionata a 1900 metri dall'arrivo, non le condizioni preferite dai treni più forti che non hanno la possibilità di mettere il gruppo in fila indiana, ma è stato attorno ai meno 4 chilometri che la Quick-Step Floors si è fatta sorprendere: davanti si alternavano Lotto Soudal, LottoNL-Jumbo e Trek-Segafredo mentre Elia Viviani e compagni hanno perso parecchie posizioni in una galleria poco illuminata ha consigliato loro di usare grande prudenza. Il treno in maglia blu ha dovuto spendere energie per risalire posizioni, ma all'ultimo chilometro erano ancora in tre pronti ad aiutare Viviani dopo averlo riportato davanti, fianco a fianco con tutti i rivali principali.

A circa 600 metri dall'arrivo Elia Viviani ha lasciato il treno dei propri compagni di squadra per andare a mettersi a ruota di Sacha Modolo che a sua volta era dietro a Kristian Sbaragli e ad un mini trenino del Team LottoNL-Jumbo: con il senno di poi, forse qui è stato commesso un piccolo errore anche perché poco dopo c'è stato un rallentamento davanti che non ha aiutato i velocisti dalle caratteristiche di Elia. Poco prima dei 200 metri è stato Sacha Modolo a lanciare lo sprint per primo con Elia Viviani e Sam Bennett, che aveva battezzato già da un po' la ruota del veronese, incollati alle sue spalle: Viviani ha saltato il veneto della Education First, ma proprio negli ultimi 80 metri è risalito Bennett che si è preso la vittoria forse anche grazie alla scia dei rivali che lo hanno lanciato dopo che la velocità era calata.

Bonifazio terzo e sfortunato
In terza posizione è arrivato Niccolò Bonifazio, che negli ultimi metri ha recuperato diverse posizioni, ma ormai era troppo tardi per puntare a qualcosa di più: il corridore ligure della Bahrain-Merida è stato anche abbastanza fortunato oggi perché a 18 chilometri dall'arrivo ha dovuto mettere piede a terra per una foratura ed ha impiegato alcuni chilometri e diverse energie preziose per rientrare in gruppo aiutato da un sempre encomiabile Giovanni Visconti. Solo quarto posto per Sacha Modolo, partito un po' troppo presto, ha chiuso quinto Danny Van Poppel che ha anticipato Jakub Mareczko.

La classifica generale è rimasta invariata nelle prime 10 posizioni, non per quanto riguarda l'undicesimo posto perché il colombiano Carlos Alberto Betancur ha avuto qualche problema nel finale e ha perso 23" e quattro posizioni in classifica. Domani si tornerà a salire con l'arrivo in quota di Montevergine di Mercogliano, una salita lunga ben 17 chilometri con una pendenza media del 5%: tra il 2001 ed il 2011 il Giro d'Italia ha fatto tappa quattro volte qui ed i principali uomini di classifica sono sempre arrivati tutti assieme con le differenze che al massimo hanno riguardato pochi secondi di abbuono o piccoli buchi in volata. Non dovrebbe essere un test molto indicativo o una salita su cui vedremo molti scatti, ma comunque occhi aperti perché da qui a Roma non si può sottovalutare niente.
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