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Tour de France, le dichiarazioni dei migliori in classifica nel giorno di riposo

23.07.2018 21:18

Per Thomas e Froome l'obiettivo che vinca uno del Team Sky, Dumoulin con l'incognita terza settimana, battaglieri Bardet e i Movistar


GERAINT THOMAS (Team Sky)
«Alla vigilia, era un sogno trovarmi a tiro del podio ed è ottimo che sia ancora in gioco, ma sto solo cercando di mantenere la stessa mentalità che ho avuto fin dall'inizio. Il direttore sportivo Nicolas Portal è colui che decide alla fine perché è lui che comanda, ma durante la corsa si confronta con noi, ovviamente lui ha la sua opinione e alla fine prende le decisioni. Penso che per ora sia andando veramente bene e speriamo di poter continuare così. Non sto ancora pensando alla vittoria, continuo a prenderla giorno per giorno. Si tratta di vincere questa gara, la corsa principale è che sia uno di noi a farlo. Io e Chris siamo buoni compagni, corriamo assieme nella stessa squadra da parecchi anni, dieci o forse undici, e di solito abbiamo sempre vissuto nella stessa zona e ci siamo sempre allenati assieme. Ho imparato molto dalla sua forza mentale, il non mollare mai e come affrontare tutto ciò che ti arriva addosso in questa cosa; questa è la cosa più impressionante. La tappa di 65 km sarà dura, ma anche qualcosa di unico: penso che potremmo avere molto attacchi fin dall'inizio e una grande giornata; sarà sulle salite più dure, la salita conclusiva termina in alta quota e non si potrà essere rilassati alla partenza, questo è sicuro. Sarà emozionante da vedere. Ho visto i finali di tutte le tre tappe pirenaiche: la prima è un finale impegnativo classico, quindi la tappa corta ma durissima e giovedì molte salite, il Tourmalet e l'arrivo in discesa. Sarà una guerra, l'ultimo arrivo in salita sarà il più decisivo».

CHRIS FROOME (Team Sky)
«Siamo in questa posizione fantastica, siamo primo e secondo e non sta a noi attaccare, sono gli altri corridori del gruppo a dover attaccare e provare a guadagnare su di noi. Ho provato a mettermi nella mente di Tom Dumoulin o Primoz Roglic, terzo e quarto al momento, per capire come possano sentirsi: avere due corridori del Team Sky davanti a loro gli rende le cose molto più difficili. Dovranno preoccuparsi delle dinamiche di avere due di noi, primo e secondo ed entrambi che lavorano assieme. Quindi è una posizione fantastica per noi quella in cui siamo. Lo scenario da sogno sarebbe di arrivare così fino alla cronometro, con un discreto vantaggio su ogni nostro rivale: con Tom Dumoulin e Primoz Roglic, due corridori forti a cronometro, è ovviamente una preoccupazione che possano guadagnare. Geraint è stato impeccabile finora. Non è mai resistito tre settimane prima, quindi devo restare lì davanti anche io, con Dumoulin attaccato alle caviglie 11 secondi dietro di me. In vista della cronometro finale, vorrei più vantaggio su di lui, ma al tempo stesso Tom ha bisogno di guadagnare più di un minuto a Geraint per avere sperare di vincere a Parigi, potremo vedere corse molto esplosive nelle prossime tappe. Roglic è molto forte a cronometro, è in grande forma: mi aspetto che vedremo qualcosa da parte sua nei prossimi giorni. Finche uno di noi del Team Sky sarà sul gradino più alto del podio a Parigi, noi saremo felici, sarà aver compiuto il nostro lavoro».

TOM DUMOULIN (Team Sunweb)
«Al momento Thomas è molto più avanti rispetto a me e Froome, quindi al momento è lui il rivale più pericoloso. Sta andando molto forte, mancano solo sei giorni alla fine, cinque se non si contano i Campi Elisi, ma non mi aspettato che Yates crollasse al Giro quindi devo aspettare e vedere cosa succede perché il mio ritardo è troppo per recuperare solo con la cronometro e quindi potrei aver bisogno di una brutta giornata di Thomas. Penso che Froome voglia guadagnare qualcosa su di me prima della cronometro, potrà provare un attacco a sorpresa da qualche parte: se avrà le gambe attaccherrà, l'abbiamo visto al Giro, ma se avrò le gambe lo seguirò. Non sono sorpreso dai LottoNL-Jumbo: Roglic è andato forte tutto l'anno ma anche lui ha l'incognita della terza settimana, Kruijswijk è uno specialista dei Grandi Giri. Fisicamente il Giro è stato più impegnativo nell'arco delle tre settimane, è duro fisicamente fin dalla prima settimana; è la grande differenza con questo Tour in particolare, la prima settimana è stata fisicamente abbastanza facile, ma qui i corridori hanno più interessi, si prendono più rischi, ci sono più cadute, c'è più nervosismo in gruppo e richiede tanto dal punto di vista mentale. Nelle ultime due settimane mi sono sentito leggermente più forte di come mi sentivo al Giro, è stata una bella scoperta, ma per me c'è anche un punto di domanda su come starò nella terza settimana dopo aver già fatto un altro Grande Giro. Non so come andrò, ma ho una squadra pronta a dare tutto, poi vedremo a Parigi. Non ho idea di cosa aspettarmi dalla tappa di mercoledì, penso che qualcuno attaccherrà dalla prima salita ma penso che il gruppo aspetterà fino al Col du Portet: ma non ho mai fatto una tappa di montagna così corta e sono curioso di vedere cosa succederà; penso però che l'affronteremo come se fosse una cronometro, almeno come preparazione e riscaldamento. Penso che possa essere un'innovazione interessante, ma io mi sono appassionato a questo sport perché amo la resistenza, le tre settimane, l'energia che richiede e non mi piacerebbe se fosse così tutti i giorni. Certo, sono nervoso e non mi nascondo: ma la terza settimana è una battaglia di nervi per tutti, specialmente per la forza mentale, ma sono fiducioso di riuscire a gestirla. Ho un solo rimpianto in questo Tour de France finora, non aver avuto il rapporto lungo prima della volata all'Alpe d'Huez».

ROMAIN BARDET (AG2R La Mondiale)
«L'obbiettivo è sempre stato lo stesso, fare il meglio possibile; la corsa deciderà che posizione. Un Tour de France non va mai esattamente come ti immagini, devi essere reattivo e adattarti alle circostanze. I Grandi Giri si decidono nella terza settimana e questo mi rende ambizioso. Ma la stanchezza si sente e può succedere di tutto. Non mi è presentata ancora l'occasione giusta; se non vai all'attacco non è necessariamente per mancanza di ambizioni, è essere realista. Non credo che la Movistar si accontenti, e anche Daniel Martin non penso sia soddisfatto di dove sia; molti corridori vogliono scalare la classifica, ma la Sky è molto forte. Ci può essere un'opportunità in questo Tour e bisogna riuscire a coglierla. La tappa di 65 chilometri diminuirà l'influenza delle squadre e consentirà ai capitani di esporsi senza essere guidati dai gregari. Ci potranno essere subito fuochi d'artificio e il Col du Porter è lungo ed impegnativo. Può essere la tappa con i distacchi maggiore e le gerarchie saranno ben stabilite mercoledì sera. Non voglio andare a casa e avere rimpianti per un anno intero».

MIKEL LANDA (Movistar Team)
«Ieri ho sentito alcuni miglioramenti con il dolore alla schiena, non faceva più male come nei giorni precedenti. Sono ottimista. Per quanto riguarda le gambe, nel 2017 la seconda settimana è stata quella in cui mi sentivo più forte, quest'anno non mi sono sentito uguale e considerando la mia preparazione per questo Tour speso che la terza sia la più adatta a me. La nostra ambizione rimane di far soffrire il Team Sky, metterli in difficoltà, senza dimenticare che siamo sesto e ottavo in classifica, con corridori forti davanti come Roglic e Dumoulin, che dovrebbero fare la loro parte. La Sky ha perso un uomo, uno importante come Moscon che fa un grande lavoro in pianura e in salita, dovrebbero avere debolezze maggiori. Continueremo a provarci, come ha spiegato anche Nairo la scorsa settimana non siamo stati in grado di batterli, ma questa è una corsa di tre settimane e, storicamente, la terza è quella in cui andiamo meglio. Spero che anche quest'anno sia così. La tappa breve di mercoledì sarà abbastanza diversa, una dove tutti vogliono far bene e attaccare, specialmente chi come noi ha da recuperare in classifica. D'altro canto, la tappa di venerdì sarà affrontata con tre lunghe settimane nelle gambe e probabilmente gli specialisti che vorranno guadagnare su di noi a cronometro proveranno a risparmiare qualche energia. Non penso che qualcuno possa predire come sarà la classifica alla fine dell'ultima settimana. Finora tutto è stato tranquillo tra Thomas e Froome, ma è ovvio che siano entrambi molto ambiziosi. Per Geraint un successo sarebbe la realizzazione di un sogno di tanti corridori, mentre Froome scriverebbe il suo nome nella storia. Prima o poi, l'ego e le ambizioni dei due si paleseranno».

NAIRO QUINTANA (Movistar Team)
«Abbiamo lavorato duramente per questo Tour, ma la settimana appena conclusa non è minimamente avvicinata a ciò che speravamo. Abbiamo avuto difficoltà. Ma restiamo convinti che possiamo far bene nel resto della corsa; dobbiamo lotta speriamo che le cose possano andare bene per noi nelle ultime tappe. La nostra forza più grande è credere nel nostro passato, la nostra storia nel Tour de France dici che tendiamo a migliorare nella terza settimana. Dobbiamo aspettare il nostro momento e ccercare i punti deboli dei nostri rivali, che ad essere onesti sono stati duri da battere finora. Speriamo di avere la forza e l'intelligenza di giocare bene le nostre carte, trovare qualche buona strategia con i nostri direttori sportivi, far soffrire la Sky e puntare quindi ai nostri obiettivi. In realtà, ad alcuni nostri Tour precedenti eravano anche più lontani a questo punto della gara, quindi ogni cosa può succedere. Restiamo certi che posso ancora arrivare qualcosa di buono per noi, se troveremo le gambe faremo il nostro meglio per approfittarne. L'unica cosa importante è avere una buona giornata e approfittarne, senza pensare ai numeri, alle posizioni in classifica o al tempo perso. Abbiamo tre tappe impegnative davanti a noi, in particolare quella corta mercoledì da 65 km, su strade che conosciamo bene e che si possono adattare al nostro stile di corsa. Alla fine ci sarà una cronometro su un terreno che non dovrebbe essere troppo negativo per noi, sebbene non sia un vero vantaggio».

ROMAIN BARDET (AG2R La Mondiale)
«L'obbiettivo è sempre stato lo stesso, fare il meglio possibile; la corsa deciderà che posizione. Un Tour de France non va mai esattamente come ti immagini, devi essere reattivo e adattarti alle circostanze. I Grandi Giri si decidono nella terza settimana e questo mi rende ambizioso. Ma la stanchezza si sente e può succedere di tutto. Non mi è presentata ancora l'occasione giusta; se non vai all'attacco non è necessariamente per mancanza di ambizioni, è essere realista. Non credo che la Movistar si accontenti, e anche Daniel Martin non penso sia soddisfatto di dove sia; molti corridori vogliono scalare la classifica, ma la Sky è molto forte. Ci può essere un'opportunità in questo Tour e bisogna riuscire a coglierla. La tappa di 65 chilometri diminuirà l'influenza delle squadre e consentirà ai capitani di esporsi senza essere guidati dai gregari. Ci potranno essere subito fuochi d'artificio e il Col du Porter è lungo ed impegnativo. Può essere la tappa con i distacchi maggiore e le gerarchie saranno ben stabilite mercoledì sera. Non voglio andare a casa e avere rimpianti per un anno intero».
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