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Alla ricerca di un Tour diverso

25.10.2018 18:38

Presentato il percorso dell'edizione 102: tracciato particolare e difficile da giudicare ma con ben sette salite sopra i 2000 metri


Il Tour de France è la prima delle tre grandi corse a tappe a svelare ufficialmente il percorso del 2019: sarà un'edizione segnata da due importanti anniversari, i 100 anni dalla nascita della maglia gialla come segno distintivo del primo in classifica generame ed i 50 anni dalla prima delle cinque affermazioni del cannibale Eddy Merckx. La prima particolarità di questo Tour che balza subito agli occhi è che sarà una gara che si giocherà ad alta quota: sono ben sette i gran premi della montagna a più di 2000 metri di quota di cui sei concentrati nelle tre tappe decisive sulle Alpi prima della passerella finale sui Campi Elisi; nel complesso abbiamo davanti un tracciato con elementi molto interessanti e altri che invece lasciano perplessi, ma non è facile esprimere un giudizio assoluto perché purtroppo negli anni abbiamo visto che lo strapotere del Team Sky è capace di anestetizzare praticamente ogni tipo di percorso.

Il percorso è sempre più vario
L'organizzazione di ASO guidata da Christian Prudhomme sembra decisa a provare sempre qualcosa di nuovo per contrastrare la noia e la graduale perdita di appeal verso gli appassionati che sempre più spesso mettono in dubbio la superiorità del Tour de France su tutti gli aspetti. Il prossimo anno avremo un totale di cinque arrivi in salita e sette tapponi di montagna: il fatto di salire spesso ad alta quota, si salire sul Col de l'Iseran che è il valico più alto d'Europa, è un fattore da tenere in seria considerazione che potrebbe condizionare qualcuno dei favoriti, inoltre bisogna considerare che nessuna frazione si presenta con una salita unica e quindi le gambe saranno sempre appesantite una volta arrivati alla fase decisiva.

Sulla carta le tappe per velocisti più o meno puri dovrebbero essere sette, una in meno rispetto al 2018 e soprattutto sembrano distribuite in maniera da non avere mai due in due giorni consecutivi: ne può beneficiare lo spettacolo visto anche che frazioni intermedie e aperte a moltissimi corridori sono più numerose e più impegnative che in passato. Tra i pro del percorso aggiungiamo anche dei trasferimenti che sembrano essere complessivamente molto contenuti, se si esclude quello abbastanza complesso dal Tourmalet alla partenza di Limoux del giorno dopo. Per il resto, Prudhomme proverà anche nuove soluzioni dal punto di vista del regolamento: gli abbuoni saranno presenti in tutte le tappe e ci saranno secondi in palio anche su alcune salite intermedio con l'organizzazione che vorrebbe anche aumentarli rispetto ai canoni 10-6-4 al traguardo e 3-2-1 agli sprint intermedi; un'altra richiesta che è stata fatta all'UCI è quella di abolire i misuratori di potenza in gara, o almeno di non renderli visibili live ai corridori.

Si insiste su tappe di montagna dai chilometraggi ridotti
I due temi su cui si concentrano i dubbi e le critiche al percorso Tour de France 2019 sono le cronometro e i chilometraggi ridotti di alcune tappe. Il prossimo anno la Grande Boucle avrà solo 27 chilometri da percorrere individualmente contro il tempo ed il percorso un po' ondulato darà la possibilità anche ai non specialisti di limitare i danni: prima della crono in Pau, proprio il 19 luglio giorno in cui la maglia gialla compirà 100 anni, ci sarà anche una cronosquadre sempre di 27 chilometri che piace a pochi. Certo, in un'epoca in cui abbiamo corridori come Froome, Dumoulin e Thomas, che guadagnano su tutti i rivali a cronometro ma che spesso e volentieri fanno meglio di loro anche in salita, avere più o meno chilometri contro il tempo può cambiare poco nell'economia di una corsa: ma bisogna trovare il giusto equilibrio perché una crono più lunga potrebbe stimolare attacchi a più lunga gittata in montagna.

Anche il prossimo anno il Tour de France continuerà ad insistere sulla strada intrapresa negli ultimi anni di proporre tappe di montagna dai chilometraggi ridotti, e non mancano le perplessità. In totale il Tour sarà lungo 3460 chilometri, 131 in più rispetto allo scorso, e non ci sarà nessuna esagerazione assurda tipo gli appena 65 chilometri verso Saint Lary Soulan, ma la tappa del Tourmalet sarà di 117 chilometri, mentre le due alpine di Tignes e Val Thores saranno rispettivamente di 123 e 131 chilometri: le tappe brevi ci stanno, in passato hanno dimostrato di poter essere molto spettacolari, ma in questo caso manca qualche elemento. La tappa corta, infatti, funziona quando è ricca di salita di cui una subito in partenza che possa scatenare gli attacchi fin dall'inizio: sul Tourmalet e a Tignes non sarà così per cui qualche chilometro in più non avrebbe guastato.

Si parte dal Belgio in onore di Eddy Merckx
La Grand Départ del Tour de France 2019 sarà in Belgio a Bruxelles in onore dei 50 anni dalla prima vittoria di Eddy Merckx nella corsa più importante del mondo: si partirà con una tappa in linea toccando le Fiandre Occidentali, il Brabante Vallone e la regione della capitale. Sarà una frazione per velocisti anche se dopo 42 chilometri ci sarà uno spettacolare passaggio sul mitico Muur di Geraardsbergen seguito come da tradizione dal Bosberg: a 150 chilometri dall'arrivo non serviranno neanche a stimolare i più fantasiosi tra gli appassionati. Il giorno successivo si resterà a Bruxelles con la cronometro a squadre che creerà le prime differenze in classifica: l'arrivo sarà davanti all'Atomium, uno dei simboli della città.

L'ingresso in territorio francese avverrà con una tappa sulla carta molto interessante: da Binche ad Épernay saranno 214 chilometri e attenzione al finale con quattro salitelle negli ultimi 30 chilometri a cui si aggiunge l'arrivo posto in cima ad una breve rampa; non si escludono possibili colpi da finisseur. Al quarto giorno si gara poi torneranno di scena i velocisti con la tappa di Nancy che si concluderà su un lunghissimo rettilineo di circa un chilometro e mezzo dove anche i treni più organizzate potrebbero far fatica ad imporre la propria legge.

Vosgi e Massiccio Centrale per iniziare a fare sul serio
Il primo assaggio di montagna del Tour 2019 sarà sui Vosgi. Verso Colmar le salite della Côte du Haut-Koenigsbourg, Côte des Trois-Épis e Côte de Cinq Chateaux potrebbero favorire una fuga da lontano anche perché nessuno vorrà sprecare energie prezioni in vista del giorno successivo. La sesta tappa sarà infatti la prima con arrivo in salita: il traguardo sarà posto a La Planche des Belles Filles dopo aver scalato il Grand Ballon, in Ballon d'Alsace ed il Col des Chevrères. L'ascesa finale arriverà fino a quota 1140 metri, 105 metri più in su delle passate edizioni e con una nuova rampa al 20% di pendenza massima: in totale diventano 7 km all'8.7% medio.

A questo punto la corsa inizierà a puntare verso sud-ovest ed i Pirenei. Quella di Chalon-sur-Saône sarà una lunghissima tappa di trasferimento (230 km, la più lunga del Tour) adatta ai velocisti mentre il secondo weekend di corsa sarà caratterizzata da due tappe impegnativa: l'ottava tappa a Saint-Étienne avrà 3800 metri di dislivello e pochissima pianura, il 14 luglio invece spazio alla solita fuga nel mirino dei corridori francesi con il terribile Mur d'Aurec-sur-Loire in avvio di tappa, 3200 metri di salita con una pendenza media dell'11%. Prima del giorno di riposo, in programma al martedì, ci sarà ancora una fatica da superare: la tappa di Albi si presta ad una fuga, ma con poche occasioni fino a questo momento i velocisti faranno di tutto per arrivare compatti allo sprint.

Sui Pirenei quattro tappe impegnative
Dopo il primo riposo, la carovana ripartirà da Albi per puntare ad un'altra probabile volata a Tolosa ed a quel punto si entrerà in una sequenza di quattro tappe consecutive tutte importanti per la classifica generale. Giovedì 18 luglio si arriverà a Bagnères-de-Bigorre affrontando Peryresourde e La Hourquette d'Ancizan: gli ultimi 30 chilometri (di 202 totali) sono di discesa e pianura e potrebbero scoraggiare gli attacchi. Nel giorno in cui la maglia gialla compirà 100 anni, il Tour de France farà tappa nella solita Pau, un traguardo classico anche se sarà solo la terza volta nella storia che si troverà ad ospitare una cronometro: è l'unica prova individuale di questa edizione, 27 chilometri con un po' di salita tra cui la Côte d'Esquillot che spezzerà il ritmo agli specialisti.

Sabato e domenica torneranno di scena gli scalatori. La tappa numero 14 sarà la prima a salire a più di 2000 metri di quota: l'arrivo è posto in cima al Col du Tourmalet con i suoi 19 chilometri al 7.4%, ma attenzione perché sarà preceduto dal Col du Soulor. Molto interessante è invece la tappa di domenica che si concluderà a Prat d'Albis, sopra a Foix: fari puntati sugli ultimi 75 chilometri con il Port de Lers, poi il Mur de Péguère il cui gpm (con abbuono) sarà a 38 chilometri all'arrivo ed infine ascesa conclusiva di 11.8 chilometri al 6.9& con le rampe più dure all'inizio ed un ultimo chilometro in falsopiano o poco più. Questa di Foix sarà una giornata da affrontare senza troppi calcoli: dopo ci sarà il giorno di riposo e prima delle Alpi ci sarà modo di tirare ancora il fiato.

A Valloire un primo grande tappone
Ancora dopo il secondo giorno di riposo, il Tour de France ripartirà con una tappa per velocisti che non creerà problemi di gambe ingolfate ai corridori di classifica: la frazione di Nîmes sarà comunque da seguire anche grazie allo spettacolare passaggio sul Pont du Gard, un ponte romano a più livelli di circa 2000 anni. Prima di arrivare alle Alpi ci sarà un'altra tappa di trasferimento che sarà terreno di caccia per i fuggitivi da lontano: 206 chilometri con arrivo a Gap passando attravero il Col de La Sentinelle che potrebbe aggiungere un po' di pepe al finale.

La 18esima tappa sarà quindi la prima del decisivo trittico alpico e sarà il vero tappone di questa edizione della Grande Boucle: da Embrun a Valloire saranno 207 chilometri con tre colli a più di 2000 metri d'altitudine. A 125 chilometri dall'arrivo i corridori avranno a che fare con il Col de Vars, una sorta di riscaldamento di 9.3 km al 7.5% in vista di quello che arriverà poco dopo: la seconda salita di giornata sarà infatti il mitico Col d'Izoard dalla cui vetta, però, mancheranno ancora 74 chilometri all'arrivo. Qualcuno potrebbe provarci già qui, ma per farlo servirà un buon supporto da parte della squadra visto che dopo la picchiata verso Briançon ci si troverà il logorante Col du Lautaret prima di svoltare e salita ancora fino alla cima del Col du Galibier a quota 2642 sul livello del mare. A quel punto resteranno 18 chilometri tutti in discesa.

Gran finale col ritorno di Val Thores
Il Galibier non sarà il punto più alto del Tour de France 2019: nella diciannovesima tappa, infatti, i corridori affronteranno il Col d'Iseran, il valico più alto d'Europa con i suoi 2770 metri, che per la seconda volta nella storia della corsa verrà scalato dal versante sud, quello più impegnativo. La salita è molto bella, ma i 38 chilometri che la separano dall'arrivo non renderanno più facili gli attacchi: ci sarà spazio per recuperare e poi serviranno forse per spingere un bel rapporto sull'ascesa finale di Tignes che oscilla tra sezioni a più del 9% e altre in cui a fatica si tocca il 5%. Ma siamo quasi a fine Tour e la fatica potrebbe iniziare a farsi sentire.

L'ultima tappa di montagna, che anticipa di 24 ore la passerella finale sui Campi Elisi a Parigi che ormai conosciamo tutti benissimo, è molto stimolante ed un'ottima resa dei conti finali anche se si poteva fare qualcosa di ancora più duro. Si parte da Albertville e dopo 16 chilometri la strada inizierà subito a salire verso la Cormet de Roseland che rimane di poco sotto ai 2000 metri: chi vorrà provare a ribaltare la classifica generale potrebbe trovare il terreno ideale per farlo già da una buona distanza dal traguardo. La vetta della prima salita è a 93 chilometri dall'arrivo, discesa, pianura, l'intermezzo in salita della Côte de Longefoy ed una volta giunti a Moûtiers la strada sarà sempre all'insù: per arrivare a Val Thores sono 33.4 chilometri al 5.5% inframezzati da alcuni tratti in falsopiano. Mai il Tour de France ha avuto tre arrivi in salita a più di 2000 metri: basterà questo a renderla una corsa memorabile?

Le tappe
1a tappa: Bruxelles – Bruxelles (192 km)
2a tappa: Bruxelles – Bruxelles (Cronosquadre, 27 km)
3a tappa: Binche – Épernay (214 km)
4a tappa: Reims – Nancy (215 km)
5a tappa: Saint-Dié-des-Vosges – Colmar (169 km)
6a tappa: Mulhouse – La Planche des Belles Filles (157 km)
7a tappa: Belfort – Chalon-sur-Saône (230 km)
8a tappa: Mâcon – Saint-Étienne (199 km)
9a tappa: Saint-Étienne – Brioude (170 km)
10a tappa: Saint-Flour – Albi (218 km)
Giorno di riposo
11a tappa: Albi – Toulouse (167 km)
12a tappa: Toulouse – Bagnéres-de-Bigorre (202 km)
13a tappa: Pau – Pau (Cronometro, 27 km)
14a tappa: Tarbes – Tourmalet (117 km)
15a tappa: Limoux – Foix Prat d’Albis (185 km)
Giorno di riposo
16a tappa: Nîmes – Nîmes (177 km)
17a tappa: Pont du Gard – Gap (206 km)
18a tappa: Embrun – Valloire (207 km)
19a tappa: Saint-Jean-de-Maurienne – Tignes (123 km)
20a tappa: Albertville – Val Thorens (131 km)
21a tappa: Rambouillet – Paris (127 km)
Notizia di esempio
Altra vittoria italiana al Tour of Hainan: nella quarta tappa Guardini precede Ballerini