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Le squadre 2020: Team Ineos

16.01.2020 16:48

L’armata di Brailsford ha conquistato sette Tour de France in otto anni. L'infortunio di Froome è servito a lanciare in orbita Egan Bernal, la nuova stella del ciclismo mondiale


Circa un anno fa c'era un po' di apprensione in Sky, per la ricerca di un nuovo sponsor (si parla di un budget oltre i 40 milioni di euro) ma tutto è andato per il meglio con l'arrivo di Jim Ratcliffe. L'obiettivo principale del Team Ineos, ovvero vincere il Tour de France è stato raggiunto, non con Froome, non con Thomas, ma con Egan Bernal, che d'ora in poi sarà il punto di riferimento della squadra britannica. Oltre al colombiano ci sono altri giovani dal potenziale enorme come Pavel Sivakov e Iván Ramiro Sosa. A margine, ma non troppo, l'assenza assoluta di risultati nelle corse di un giorno (solo il Gran Piemonte come vittoria), con uomini come Kwiatkowski e Moscon in difficoltà, fisica e un po' anche psicologica.

ROSA
Leonardo Basso (Ita, 1993), Egan Bernal (Col, 1997), Richard Carapaz (Ecu, 1993), Jonathan Castroviejo (Spa, 1987), Rohan Dennis (Aus, 1990), Owain Doull (Gbr, 1993), Eddie Dunbar (Irl, 1996), Christopher Froome (Gbr, 1985), Filippo Ganna (Ita, 1996), Tao Geoghegan Hart (Gbr, 1995), Michal Golas (Pol, 1984), Ethan Hayter (Gbr, 1998), Sebastián Henao (Col, 1993), Vasil Kryienka (Blr, 1981), Christian Knees (Ger, 1981), Michal Kwiatkowski (Pol, 1990), Christopher Lawless (Gbr, 1995), Gianni Moscon (Ita, 1994), Jhonatan Narváez (Ecu, 1997), Salvatore Puccio (Ita, 1989), Brandon Smith Rivera (Col, 1996), Carlos Rodriguez (Spa, 2001), Luke Rowe (Gbr, 1990), Pavel Sivakov (Rus, 1997), Iván Ramiro Sosa (Col, 1997), Ian Stannard (Gbr, 1987), Ben Swift (Gbr, 1987), Geraint Thomas (Gbr, 1986), Dylan van Baarle (Ned, 1992)

L’ANALISI


Egan Bernal


CORSE A TAPPE: È mai esistita una squadra così profonda in questo settore? Probabilmente no. Partiamo da Egan Bernal, che non solo è il futuro delle corse a tappe ma è assolutamente anche il presente: alla prima occasione da leader (co-leader in realtà) si è portato a casa il Tour de France, primo colombiano a farlo. Per il 2020 era stuzzicato dalla possibilità di tentare la doppietta Giro-Tour ma il team ha bisogno di lui al 100% in Francia. Chris Froome sta recuperando da quella maledetta caduta al Delfinato: sono circolate voci, poi smentite dall'interessato, che il recupero non stesse procedendo per niente bene; solo la strada ci dirà la verità. Il nativo di Nairobi cercherà di vincere il suo quinto Tour de France, il che sarebbe un record, a pari merito con Anquetil, Merckx, Hinault e Indurain. Anche Geraint Thomas ha fatto sapere di puntare tutto sulla Grande Boucle, lui che comunque viene da un primo ed un secondo posto. Quindi chi sarà il leader al Giro d'Italia? Nessun problema, dato che è stato ingaggiato il detentore del titolo ovvero Richard Carapaz, che certamente da quest'anno avrà tutti gli occhi addosso e non potrà approfittare delle marcature altrui (senza nulla togliere a lui, che in salita era il più forte). Dietro ai "Fab 4" ci sono però altri cavalli di razza: il primo è Pavel Sivakov, che a 22 anni ha disputato una stagione notevole con la vittoria del Tour of the Alps, del Tour de Pologne e il nono posto al Giro d'Italia. Il secondo è Iván Ramiro Sosa, che ancora deve testarsi sulle tre settimane ma ha già in palmarès due Vuelta a Burgos e un'Adriatica Ionica Race. Tao Geoghegan Hart è sicuramente un atleta di livello ma dobbiamo capire quanto può ancora alzare l'asticella, nel 2019 ha disputato due grandi giri senza troppi acuti. Dal mercato è arrivato il campione del mondo a cronometro Rohan Dennis, il quale sembra aver rinunciato a diventare un corridore da grandi giri ma può ancora dire la sua nelle corse di una settimana, vedasi il secondo posto al Tour de Suisse, dietro Bernal. Una squadra con grandi obiettivi deve però poggiare anche su fidati gregari, che in Ineos non mancano: Jonathan Castroviejo, Vasil Kiryienka, Salvatore Puccio e Sebastián Henao.



Chris Lawless


VOLATE: Non è una novità che manchino uomini per gli sprint, che faticherebbero a trovare spazio in una squadra che punta sempre alla classifica generale. Chris Lawless, ha mostrato buone cose, in particolare al Tour de Yorkshire, dove ha perfino vinto la generale. Ben Swift, campione nazionale britannico, ama le tappe miste ed è dotato di un ottimo spunto veloce (vanta due podi alla Milano-Sanremo) ma in Ineos non correrà mai da leader della squadra. Owain Doull, ottimo pistard, è arrivato secondo alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne anche se sono più le volte in cui lavora per gli altri, aiutandoli nella preparazione alla volata. Leonardo Basso nel 2018 ha saputo cogliere qualche top 10 buttandosi allo sprint, cosa che non è successa l'anno passato.



Gianni Moscon





PAVÉ: Gianni Moscon, dopo due primavere andate a vuoto, deve per forza dare un segnale nel 2020. C'è la sensazione che l'ambiente Ineos non faccia per lui, corridore istintivo, ma c'è ancora da onorare un anno di contratto. Spesso si è trattato di un problema di fiducia, che Davide Cassani in nazionale ha sempre saputo dargli (ed infatti la scelta ha pagato). Dylan van Baarle ha ottenuto più volte piazzamenti di prestigio nelle classiche delle pietre; questo non è più successo con il suo passaggio all'allora Sky. Un caso? Probabilmente no. L'olandese addirittura sembra essersi invece avvicinato al ruolo di gregario per i grandi giri, migliorando notevolmente in salita; ha anche vinto una tappa di montagna dalla fuga al Critérium du Dauphiné. Luke Rowe e Ian Stannard sembrano ormai aver già dato il meglio sul pavè: il primo è ancora capace di qualche piazzamento mentre il secondo ormai è relegato ad un ruolo di gregario, così come il tedesco Christian Knees, che va per i 39 anni. Chiudiamo con Filippo Ganna, potenzialmente un protagonista di queste corse ma che, per gli impegni su pista, non ci si è ancora potuto dedicare a pieno. Per il momento se la passa bene lo stesso, con il record del mondo nell'inseguimento individuale ed il bronzo ai mondiali a cronometro. Nel 2020 punterà tantissimo sulle Olimpiadi di Tokyo.






Michal Kwiatkowski


CLASSICHEMichał Kwiatkowski viene da una stagione con più ombre che luci. Negli ultimi anni sembrava aver dedicato più energie alle corse a tappe (con anche buoni risultati) e all'aiutare i capitani al Tour de France. Nella seconda parte del 2019 il polacco ha sentito il bisogno di staccare quasi completamente, causa il troppo stress a livello fisico. Qui si potrebbe aprire un capitolo, che vede la Ineos utilizzare i propri uomini da classiche come gregari nei grandi giri, di fatto "consumandoli" fisicamente. Eddie Dunbar è un corridore solido, in grado di dire la sua anche nelle corse di un giorno o di essere un prezioso aiuto per i compagni. Jhonatan Narváez meriterebbe molto più spazio perché ha degli ottimi colpi, solo che in questa squadra è molto difficile trovarlo e l'ecuadoregno finisce per essere oscurato. È stato ingaggiato il 21 enne britannico Ethan Hayter (già medagliato ai mondiali su pista): corridore interessantissimo, dotato anche di buon spunto veloce. Un po' a sorpresa ha firmato Carlos Rodríguez, classe 2001, che salterà in toto la categoria Under 23. Avendo solo 18 anni, è difficile catalogarlo ma lo spagnolo ha saputo fare bene a cronometro, nelle corse di un giorno e perfino nelle corse a tappe.

Notizia di esempio
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