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Evenepoel fa fuoco e fiamme a Burgos, ma Grossschartner sorprende tutti e vince

28.07.2020 16:52

La prima tappa della Vuelta a Burgos, partita e terminata dopo 157 km nella città capoluogo, è stata tranquilla nella fase iniziale per poi deflagrare nella parte centrale. La fuga di giornata è nata dopo pochi km con quattro protagonisti: si tratta del neerlandese Jetse Bol (Burgos BH) e gli spagnoli Francisco Galván (Kern Pharma), Gotzón Martín (Euskaltel-Euskadi) e Diego Sevilla (Kometa Xstra).

Il loro margine massimo è stato di poco inferiore ai 6' prima che le formazioni dei pretendenti per il successo di tappa. A cambiare la situazione ci pensa il vento, che inizia a soffiare lateralmente, provocando un paio di cadute: la prima, poco prima di entrare negli ultimi 50 km, coinvolge una quindicina di corridori fra cui Rafal Majka e Arnaud Démare. I più danneggiati sono il colombiano Sebastián Henao (Team Ineos) e il neerlandese Gijs Leemreize (Team Jumbo-Visma), entrambi costretti al ritiro.

Una decina di km dopo un nuovo incidente, stavolta nella coda, vede una decina di elementi toccare l'asfalto; tutti, compresi i due big della Mitchelton-Scott Jack Haig e Simon Yates, si rialzano e tornano in corsa. Purtroppo per loro, però, a 45 km dal termine Deceuninck-Quick Step e Trek-Segafredo forzano l'andatura e aprono un ventaglio: oltre ai corridori dei due team sono presenti in pochi, con Marc Soler e Alejandro Valverde come unici altri nomi di spessore.

La fuga della prima ora viene da loro riassorbita ai meno 39 km e sembra che anche il ventaglio possa essere chiuso ai meno 37 km grazie al lavoro dietro di varie squadre; tuttavia, sfruttando una pendenza, a Remco Evenepoel, prima in compagnia del fido Yves Lampaert e dopo pochi metri tutto solo, balza in mente un'idea. E se attaccassi? Detto, fatto, e il giovanissimo belga mette giù la testa. Per gli altri sono dolori: scottata da quanto accaduto un anno fa a San Sebastián, la Movistar mette subito a tirare Lluís Mas e Carlos Verona, ma nel giro di 4 km il ventenne ha già accumulato una quarantina di secondi.

Anche Bahrain McLaren e CCC Team si danno da fare, per un gruppo che si rompe nuovamente tra vento e tanta fatica accumulata. Con il margine che scende ad una trentina di secondi, Evenepoel decide, chiaramente avvertito dall'ammiraglia, di rialzarsi, venendo riassorbito ai meno 23 km con somma gioia dei tanti che hanno patito questo rientro in gara a tutta. Subito dopo, per provare a mostrare la maglia nella corsa di casa, Willie Smit (Burgos BH) si esprime in uno scatto ma il sudafricano non fa paura a nessuno e viene facilmente ripreso ai meno 15 km dal gruppo tirato da Filippo Ganna (Team Ineos), giusto ai piedi del primo passaggio sull'Alto de Castillo.

L'attenzione di tutti è per la salita al Mirador del Castillo, che misura 1100 metri per una pendenza media superiore al 6%, per cui la fase di avvicinamento vede i diversi team che si alternano a lavorare in un gruppo allungato e privo di diversi elementi. La Trek-Segafredo approccia al comando la salita con Stuyven, ma subito dopo c'è l'attacco di Felix Grossschartner che riesce a creare un bel buco. Dietro le altre squadre lasciano il peso alla Deceuninck, che però non ha modo di organizzarsi.

Va così a vincere in perfetta solitudine l'austriaco della Bora Hansgrohe, formazione già capace di centrare al Sibiu Tour quattro tappe e la generale; seconda piazza a 8" per il portoghese João Almeida (Deceuninck-Quick Step) che precede Alejandro Valverde (Movistar Team) e Alex Aranburu (Astana Pro Team). Gap di 10" per Mikel Landa (Bahrain McLaren), David Gaudu (Groupama-FDJ), Jon Aberasturi (Caja Rural-Seguros RGA), Jay McCarthy (Bora Hansgrohe), Matteo Trentin (CCC Team) e Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step).

Domani la corsa prevede la tappa più lunga e, sulla carta, più semplice: la Castrojeriz-Villadiego misura 168 km e non presenta alcun gpm, tuttavia non è da escludere che il vento faccia di nuovo la sua comparsa sulla carovana.

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