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Falso positivo al covid-19 alla Bora, il team manager Denk esprime perplessità sulla strategia UCI

25.08.2020 21:35
Ralph Denk non è uomo che parla a caso: il team manager della Bora Hansgrohe, che ha fatto diventare in pochi anni una piccola formazione Continental tedesca in una delle migliori cinque squadre al mondo, oggi si è scagliato in maniera pesante contro l'UCI. Motivo del contendere? Il test positivo al covid-19 di uno dei corridori che avrebbero dovuto prendere parte alla Bretagne Classic e che, stante il protocollo in vigore, ha costretto tutto il team a disertare l'appuntamento; quel ciclista, che si è appurato essere Oscar Gatto, nel successivo test rapido effettuato in giornata è risultato negativo, così come erano stati negativi tutti gli altri tamponi precedenti. Quello dell'atleta veneto è quindi un caso di falso positivo.

Denk si scaglia contro l'UCI e contro il protocollo adottato tramite un comunicato: «Sembra che le mie preoccupazioni sono state confermate. È noto che i test hanno un certo tasso di errore e quindi producono alcuni falsi positivi. Questo di per sé non sarebbe un problema, se ci fosse la possibilità di verificare immediatamente i risultati in caso di riscontro positivo. Nella normativa antidoping sono previsti un campione A e un campione B, proprio per questo motivo: se il campione A è positivo, il risultato viene verificato con il campione B. Nell'attuale strategia di test dell'UCI, questa verifica non è presente. Anche i laboratori antidoping sono accreditati, il che significa che determinati standard vengono stabiliti e controllati. Questo sarebbe un approccio, quindi con un laboratorio centrale o alcuni laboratori certificati. Stiamo parlando di atleti che si sono preparati per una gara per settimane o mesi e quindi potrebbero non essere autorizzati a iniziare l'evento a causa di un falso risultato. Oggi abbiamo ritirato tutta la nostra squadra da una gara World Tour. La questione riguarda i punti per le classifiche ma riguarda anche la presenza sui media; in altre parole, il valore pubblicitario su cui si basano gli impegni dei nostri sponsor. Oggi non è stato possibile cercare di centrare questi obiettivi. Certo, la salute di tutte le persone coinvolte dovrebbe e deve sempre avere la priorità, tuttavia è ancora insoddisfacente che non si tenga conto di tutti gli altri aspetti. Penso che gli aggiustamenti debbano essere effettuati immediatamente su questo tema. Chiediamo anche di avere la certezza relativamente alle procedure e alla strategia di test. Se non lo abbiamo, presto avremo problemi seri, perché quale azienda vorrebbe investire in uno sport che è, da questo punto di vista, una lotteria?».
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