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La linea Tim prende anche alla Vuelta

24.10.2020 17:31

Fuga in porto a Sabiñánigo con vittoria di Wellens. Roglic si mette in mostra sulla strappo finale ma non guadagna secondi, causa decisione della giuria


Oltre 3000 metri di dislivello con sole tre salite di seconda e terza categoria e 184.4 km di lunghezza. Questo è il menu della Huesca-Sabiñánigo, sesta frazione della Vuelta a España, con le difficoltà concentrate nella seconda metà del tracciato che attraversa le strade dell'Aragona per una tappa, sulla carta, adatta agli attaccanti.

Attacchi in serie, il gruppo non lascia fare
Partenza alle 12.57 con 167 corridori al via e subito si registrano attacchi: vanno via in 13, tra cui bei nomi come Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step), Alberto Rui Costa (UAE Team Emirates), Guillaume Martin (Cofidis) e Robert Power (Team Sunweb). Tuttavia la Burgos BH e soprattutto la Caja Rural-Seguros RGA, rimaste fuori dall'azione, si dannano l'anima per andare a riprenderli, riuscendo nell'intento addirittura solo al km 69. A testimoniare l'andatura folle è la media della prima ora, che ammonta a ben 52.6 km/h.

Gli scatti si susseguono nei km successivi e verso al km 90 si avvantaggiano Robert Power, Thymen Arensman e Mark Donovan (Team Sunweb), Callum Scotson (Mitchelton-Scott), Fred Wright (Bahrain-McLaren), Tim Wellens (Lotto Soudal) e Jefferson Cepeda (Caja Rural-Seguros RGA), raggiunti poco dopo da Sepp Kuss (Team Jumbo-Visma), Andrea Bagioli (Deceuninck-Quick Step), Guillaume Martin (Cofidis), Nelson Oliveira (Movistar Team) e Matteo Badilati (Israel Start-Up Nation). Finita qui? Neppure per sogno! Troppi e decisamente di valore gli attaccanti, indi per cui stavolta è la Ineos Grenadiers a non dare luce verde.

Se ne vanno in tre, Wellens fa incetta di punti per la maglia dei gpm
L'azione buona nasce attorno al km 10, sulle rampe del primo gpm, l'Alto del Vio: vanno via di forza il giovanissimo neerlandese Thymen Arensman e il più esperto Tim Wellens, raggiunti in un secondo momento dall'attivissimo Guillaume Martin. I tre, con Wellens per primo, scollinano al km 125.4 con 2'50" sul plotone tirato dalla Ineos - ripresi tutti gli altri attaccanti.

Questi attaccanti, sia per nomi che per composizione, vanno bene sia alla Jumbo-Visma che alla Ineos Grenadiers, tanto che in cima all'Alto de Fanlo (km 136.5) il gap sale a 3'30". Gli uomini di Carapaz si spostano dalla testa del gruppo ai meno 32 km, lasciando così ulteriormente spazio ai battistrada - anche se, nei km seguenti, in maniera sorprendente si fanno vedere le maglie della Total Direct Energie. I vandeani proseguono nel loro impegno, soprattutto con Romain Sicard, ma comunque in vetta all'Alto de Petralba (km 166.7) il vantaggio dei tre è di 3'. Anche in questo caso è Wellens a passare per primo: così facendo il belga si assicura di indossare la maglia a pois al termine della tappa.

Wellens ne ha di più e vince, battuti Martin e Arensman
La velocissima discesa non muta la situazione, per cui sono i tre coraggiosi a giocarsi il successo: Arensman parte dall'ultima posizione appena entrati nel km conclusivo: Wellens risponde subito, Martin invece fatica e impiega mezzo km per rientrare, giusto quando la strada inizia a salire al 9-10%. Il belga si mette in prima ruota e fa subito fuori in crossista neopro'; Martin cerca di resistere, ma non può nulla neppure lui.

È troppo forte Tim Wellens, che va a conquistare la prima vittoria di una stagione sinora avara di successi per lui. E lo fa nella "sua" Spagna, paese nel quale ha ottenuto dieci delle ventinove affermazioni da pro'. L'alfiere della Lotto Soudal precede di 4" un volitivo Guillaume Martin (Cofidis) mentre per il giovane Thymen Arensman (Team Sunweb) il terzo posto a 12" questo sarà di sicuro il primo di tanti podi a livello World Tour.

Martin finisce giù, Roglic sfrutta il terreno e allunga ma...
Per quanto riguarda il gruppo, è la Movistar a lavorare ma ai meno 400 metri, proprio dove inizia il tratto in doppia cifra, si verifica una caduta nell'avanguardia: vanno giù Gorka Izagirre, David Gaudu, José Joaquín Rojas e soprattutto Daniel Martin, con lo spagnolo della Movistar che causa il patatrac. Nessun problema fisico per i coinvolti e, per loro fortuna, neppure alcun intoppo in classifica, dato che l'arrivo non era considerato in salita per cui vale la abituale regola della neutralizzazione in caso di incidente nei 3 km conclusivi.

Chi non perde l'occasione per guadagnare è Primoz Roglic: il capoclassifica sfrutta il terreno adatto alle sue caratteristiche e parte. Inizialmente il solo Felix Grossschartner gli sta a tiro, ma anche l'austriaco deve farsi da parte. Lo sloveno taglia il traguardo quarto a 2'13" dal vincitore, giusto 1" meglio di Grossschartner. A 2'17" vengono cronometrati Alex Aranburu, George Bennett, Julien Simon, Richard Carapaz, Dorian Godon, Wout Poels, Sepp Kuss, Enric Mas, Robert Stannard, Alejandro Valverde e Esteban Chaves.

Il vantaggio gli viene annullato; domani tappa modificata ad Aramón Formigal
Tuttavia la giuria decide, in virtù della caduta, di dare a tutti il medesimo tempo dell'inarrestabile sloveno. In classifica, dunque, Primoz Roglic (Team Jumbo-Visma) guida con 5" su Daniel Martin (Israel Start-Up Nation), 13" su Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), 32" su Enric Mas (Movistar Team), 38" su Hugh Carthy (EF Pro Cycling), 44" su Sepp Kuss (Team Jumbo-Visma), 1'17" su Felix Grossschartner (Bora Hansgrohe), 1'29" su Esteban Chaves (Mitchelton-Scott), 1'55" su Marc Soler (Movistar Team) e 1'57" su George Bennett (Team Jumbo-Visma).

Domani la prima settimana di questa Vuelta accorciata prevede una tappa modificata strada facendo: come accaduto al Giro, le disposizioni adottate dalle autorità francesi hanno comportato il cambiamento e l'alleggerimento della frazione transfrontaliera. La nuova versione è la Biescas-Aramón Formigal di 146 km, con due gpm nella fase centrale prima della lunga ascesa verso il traguardo, che misura 15 km con una pendenza media inferiore del 5% e gli ultimi 4 km attorno al 7%.
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