Professionisti

Valerio fa i Conti giusti

29.08.2020 16:24

L'alfiere della UAE Team Emirates conquista di forza il Trofeo Matteotti, sul podio Rubio e Savini


Dopo le prime classiche monumento, i Campionati italiani in Veneto e gli appuntamenti lombardo-piemontesi, l'agosto del ciclismo italiano prosegue proprio in conclusione di mese, riproponendo un'altra classica ricollocata in una nuova posizione, a fungere questa volta non da premondiale ma da preparazione ai successivi appuntamenti di cartello, quali la Tirreno-Adriatico e il Giro d'Italia: stiamo parlando del Trofeo Matteotti, giunto alla sua edizione numero 73 e arricchito dalla presenza di quattro formazioni World Tour, nonostante le tantissime concomitanze presenti da qui in avanti.

Ci si sarebbe aspettati un possibile nuovo epilogo in volata tra una decina di corridori ed invece Valerio Conti ha trovato quel colpo vincente che attendeva da ben quattro anni ormai (l'ultima affermazione risaliva alla tappa di Urdax alla Vuelta 2016), nei quali aveva saputo farsi apprezzare come uomo squadra e dove non erano tuttavia mancate belle soddisfazioni (come la maglia rosa indossata per varie giornate all'ultimo Giro d'Italia). Una vittoria che alza senza dubbio il morale e l'autostima del romano, proiettato verso le prossime settimane, in cui provare a strappare magari una convocazione in nazionale (nella prospettiva che i Mondiali possano avere una sede e quindi a disputarsi regolarmente) e a focalizzare l'attenzione sulla Corsa Rosa.

Vanno via in quattro per oltre 100 chilometri
La gara, che proponeva il tradizionale circuito di 15 chilometri da ripetere per 13 volte per 195 chilometri totali, è scattata alle ore 11.15 ed ha visto al via 141 corridori. Già dopo pochi chilometri dal via si è sviluppata la fuga che ha caratterizzato gran parte della giornata: fautore è stato il veneto Giulio Masotto del Team Colpack-Ballan, raggiunto poco dopo da un altro giovane, il ligure Valter Ghigino della D'Amico UM Tools, dal lettone dell'Amore&Vita-Prodir Viesturs Luksevics e dal colombiano William David Muñoz della Colombia Tierra de Atletas. A loro ha cercato di ricongiungersi invano anche Matteo Rotondi della Work Service Dynatek Vega, rimasto però costantemente a bagnomaria tra la testa e il gruppo, decidendo in seguito di desistere dal tentativo.

Il gruppo ha prevedibilmente lasciato fare i quattro volenterosi protagonisti, che sono arrivati a raggiungere un vantaggio massimo di 5'18", prima che il gruppo, tirato soprattutto da Vini Zabù-KTM, Trek-Segafredo e Bahrain McLaren, cominciasse a reagire con veemenza e a mangiare secondi su secondi all'azione. Il vantaggio si è pian piano ridotto ed ha portato al ricongiungimento al chilometro 129, ossia quando al traguardo ne mancavano ancora sessantasei.

Mosca e Nesi i più attivi prima del gran finale
Rientrati nei ranghi i fuggiti, è stata la volta di Jacopo Mosca che si è prodotto in un bell'allungo solitario già nel tratto in salita sulle colline pescaresi ed in grado di guadagnare un margine di circa 30" sul gruppo, cercando di stanare le altre formazioni principali in gara. Proprio in quei frangenti la Vini Zabù-KTM si è trovata costretta a far fronte alla defezione di Giovanni Visconti, vittima di una caduta fortunatamente senza conseguenze ma costretto, di fatto, a porre proprio in quei momenti la parola fine alla propria gara - nella formazione toscana ha provato a venir fuori anche Wackermann, subito riassorbito.

I chilometri, nel frattempo, andavano assottigliandosi e dopo che il tentativo di Mosca era giunto al termine, ci ha provato con coraggio il toscano della D'Amico Nicolas Nesi, che ha allungato prima del passaggio sul traguardo a due giri al termine: la sua azione ha avuto una buona verve, toccando un vantaggio massimo di 30" prima dei proverbiali fuochi d'artificio che annunciavano il gran finale.

Evadono in 11, poi Conti sorprende tutti
Con la corsa di nuovo proiettata verso Colle Caprino e Montesilvano Colle, è stato Nicola Conci a forzare il ritmo in salita, trascinando nell'azione, poco dopo anche Lorenzo Rota. La situazione si è fatta sempre più interessante col passare dei chilometri, allorquando alla coppia costituita dai portacolori di Trek e Vini Zabù si sono dapprima uniti Mauro Finetto (Nippo Delko Provence), Valerio Conti (UAE Team Emirates), Simone Velasco (Gazprom-RusVelo) e Jan Bakelants (Circus-Wanty Gobert) e poi anche Jelle Vanendert (Bingoal-Wallonie Bruxelles), Diego Rubio (Burgos BH), Riccardo Lucca (General Store Essegibi), Daniel Savini (Bardiani CSF Faizanè) e Gonzalo Serrano (Caja Rural-Seguros RGA). Con un drappello di undici atleti al comando e molti dei protagonisti principali in avanscoperta, le cose per il gruppo si sono complicate: al suono della campana il drappello è passato con una ventina di secondi di vantaggio su un gruppo in cui è stata soprattutto la NTT di Carlos Barbero ad incaricarsi dell'inseguimento.

Il vantaggio dei fuggitivi si è stabilizzato e la situazione è così rimasta in sospeso anche dopo l'ultimo passaggio su Colle Caprino. Sul tratto di discesa precedente lo strappo di Montesilvano Colle però è partito con forza Valerio Conti, che ha deciso di giocare il tutto per tutto. L'atleta laziale ha guadagnato subito cinque secondi, poi dieci, poi quindici, dando fondo a tutte le proprie energie per coronare un'azione fortemente voluta e giocata ottimamente nei tempi. Giunto all'ultimo chilometro Conti ha cominciato a vedere gli inseguitori sempre più minacciosi alle sue spalle, pescando quindi ulteriormente tra le energie residue per non subire una beffa difficile da digerire, visto anche il lungo periodo d'astinenza dal successo.

Nonostante la buona volontà altrui però, il corridore della UAE Team Emirates ha resistito giungendo a braccia alzate sul traguardo. Seconda posizione per l'interessante Diego Rubio della Burgos BH, già protagonista di un buon Campionato spagnolo mentre al terzo posto (staccato di 4") un ottimo Daniel Savini che ripete il piazzamento del 2019. La volata del gruppo inseguitore, distante 13", ha visto prevalere Simone Velasco davanti ad un ritrovato Vincenzo Albanese (vincitore del Matteotti nel 2016), e al belga della Bingoal-Wallonie Bruxelles Arjen Livyns. Hanno chiuso la top ten di giornata Mauro Finetto (Nippo Delko), Paolo Totò (Work Service Dynatek Vega), Jan Bakelants (Circus-Wanty Gobert) e Gonzalo Serrano (Caja Rural-Seguros RGA). Più staccati tutti gli altri protagonisti più attesi, con ritardi superiori al minuto.

Conti soddisfatto, Savini volitivo. Ora Memorial Pantani e Settimana Coppi&Bartali
«La gara è stata durissima, eravamo tutti al gancio»  dichiara al termine Valerio Conti. «Io ho giocato d'astuzia nei giri precedenti, poi ho attaccato prima dell'ultimo strappo in un momento di bagarre e sono riuscito a tenere fin sul traguardo. Sono molto soddisfatto. Adesso punterò a far bene al Giro d'Italia». Appagato dalla sua prova anche Daniel Savini, nuovamente a podio nella classica abruzzese: «Quest'anno ci sono andato anche più vicino dello scorso anno» ha affermato l'emiliano «dato che le sensazioni erano veramente ottime. Forse per questo sono un po' meno soddisfatto, però comunque proverò a fare del mio meglio nelle prossime gare. Probabilmente ho fatto un errore a non considerare fin da subito l'azione dei vari Conci, Conti, Rota e via dicendo, poiché ero nelle retrovie e ho dovuto compiere un grande sforzo per rientrare. Adesso testa al Memorial Pantani di domani e poi cercherò di farmi trovare pronto per la Tirreno-Adriatico».

Archiviata l'edizione 2020 del Matteotti, domani il calendario italiano proseguirà con il Memorial Marco Pantani a Cesenatico, in attesa della Settimana Coppi&Bartali, che scatterà nella giornata di martedì 1 settembre.
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