Ciclocross

Le mani di Iserbyt sul Superprestige

06.12.2020 16:49

Gli errori di Van Aert e Aerts a Boom portano a un'altra doppietta Pauwels Sauzen. Lucinda Brand ancora superiore su Del Carmen Alvarado


Tra una settimana tornerà in pista Mathieu Van Der Poel e certi discorsi (forse) dovremo metterli in cantina. Nel frattempo, ci godiamo un ciclocross molto equilibrato e interessante, dove la differenza la fa la preparazione tecnica e la lucidità di un'atleta a parità di gambe: in questo, Eli Iserbyt sta dimostrando quest'anno di essere molto più maturo di prima, come è ragionevole per un ragazzo che ha soli 23 anni ma che già si trova ai vertici della disciplina invernale per eccellenza. Oggi Iserbyt, su un percorso molto esigente (e molto bello!) come quello di Boom, di base tecnicamente non trascendentale ma reso molto più impegnativo dalla viscidità delle salite e delle discese, il campione europeo è stato più bravo degli altri a stare sempre in piedi e a portarli al limite. Una vittoria 'corsara', se consideriamo che era un percorso molto congeniale a Wout Van Aert e Toon Aerts. Se il primo è abbastanza giustificabile dal fatto di essere rientrato solo la settimana scorsa alle corse (e dunque paga in lucidità nei finali di corsa), sebbene ai tempi migliori su questi percorsi li avversari li staccava di ruota, il secondo quest'anno non riesce proprio a fare una gara "serena", e se oggi la gamba è sembrata assisterlo meglio delle ultime prove, le cadute in serie ne hanno vanificato gli sforzi.

Restano presto in 5 davanti
Una gara dura dura (pavé, salite in serie, discese) permette anche una partenza malevola come quella di Wout Van Aert, alla prima curva intorno alla 25esima posizione. Chi parte davanti a tutti è invece Tom Pidcock, che però vanifica la buona partenza con uno scivolone con tanto di cambio bici: non lo rivedremo più nelle prime posizioni. La selezione si configura nel corso del terzo dei 9 giri previsti, praticamente per dispersione, con gli uomini più in forma del momento che restano davanti: Eli Iserbyt, Toon Aerts, Michael Vanthourenhout, Corné Van Kessel e Wout Van Aert; Laurens Sweeck manca l'aggancio. È sopratutto Wout a essere abbastanza galvanizzato dal tracciato: a metà gara si mette in testa e fa un passo molto sostenuto, mettendo seriamente in croce le gambe di tutti, anche di Iserbyt, con Van Kessel che definitivamente paga. Ma nel complesso, specialmente sui rilanci, Van Aert è ancora indietro rispetto agli specialisti, e per ora non può fare la differenza.

Gara decisa dagli errori a 3 giri dalla fine
Nel corso del sesto giro Van Aert appare già più affaticato, ma la gara è ancora vantaggiosa per lui: d'altronde non concorre per il challenge, a differenza di Iserbyt e Aerts che devono rincorrersi a vicenda quando uno dei due attacca. Tutto si consuma prima del previsto, però, nel corso del settimo giro, sulla salita principale: Iserbyt si mette davanti, Aerts si pianta troppo presto e deve inseguire a piedi; Van Aert è a ruota, ma osa troppo e si pianta anch'egli, facendo per giunta da tappo. In fondo alla discesa l'inseguimento è ulteriormente rallentato da una caduta di Aerts mentre era davanti. Iserbyt chiude dunque il giro con 10" di margine: decisamente troppo da recuperare per gli altri verso un corridore come lui, che non sbaglierà più una virgola. Continuano invece gli errori di Van Aert, che all'inizio dell'ottavo giro scivolerà ulteriormente , di fatto lanciando Michael Vanthourenhout verso un secondo posto senza troppa fatica.

4 della Pauwels Sauzen nei primi 7: in crescita il giovane Kamp
Le posizioni si consolidano dunque, con Iserbyt che vince con 15" su Vanthourenhout (1 tripletta e 2 doppiette per la Pauwels Sauzen nelle ultime 4 gare!) , 21" su Aerts e 32" su Van Aert. Altri due punti guadagnati per Iserbyt su Aerts nel Superprestige, a 3 gare dalla fine: avere 5 punti di margine in questa fase del challenge risulta un vantaggio importante. Corné Van Kessel arriva ad 1'11", precedendo altri due Pauwels Sauzen, Ryan Kamp ad 1'18" (il ventenne sta crescendo tantissimo) e Laurens Sweeck a 1'33". Ottavo Lars Van Der Haar, tornato impalpabile oggi, ad 1'46",  precedendo Tom Pidcock a 2 minuti e Quinten Hermans a 2'06". Buona anche la quindicesima piazza per il 18enne Thibau Nys, considerando la partenza dalle retrovie.

Donne: duello Brand - Del Carmen Alvarado sempre più intenso
Nelle gare femminili ormai si corre solo in due per la vittoria: continua a essere tra Lucinda Brand e Ceylin Del Carmen Alvarado il duello per il successo. E non solo sul piano, ma anche sui muri la Brand sta dimostrando superiorità sulla campionessa del mondo, oggi staccata anche con un "giallo": entrambe cambiano bici all'ultimo giro, la Brand lascia la sua in malo modo facendo inciampare la rivale, senza tra l'altro aspettare più di tanto. Un episodio forse non decisivo (anche se la giuria condannerà la Brand a una multa di 120 franchi svizzeri), ma che aggiunge pepe ad una rivalità che si va consolidando sempre più ora che le due atlete sono a pari merito nel Superprestige.
Delle altre, Denise Betsema testimonia il suo buono stato di forma arrivando terza a 45",  davanti ad Annemarie Worst (1'06") e Yara Kasteljin (1'20"). Alice Arzuffi ancora non è al top: oggi solo 14esima, a 3'07" dalla vincitrice.

 
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