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La Spagna trova un nuovo Rodríguez

08.04.2022 18:02

Il giovane Carlos vince sui muri dei Paesi Baschi nel giorno in cui Evenepoel (terzo all'arrivo) guida il ribaltone ai danni di uno spento Primoz Roglic. Dani Martínez secondo di giornata e nella generale dietro a Remco, domani saranno scintille


Roglic giù, Remco su e l'Itzulia Basque Country cambia padrone a un giorno dal termine, senza che ciò presupponga l'assenza di ulteriori ribaltoni nella tappa conclusiva, che si annuncia particolarmente scoppiettante. Ma nel clima torbido tipico della zona, oggi la Spagna abbraccia un nuovo giovanotto, che a dire il vero da tempo si segnala come uno dei più promettenti sulla scena (se non altro quella delle gare a tappe), e che in questa giornata si gode la prima affermazione stagionale, diciamo la prima da pro' perché l'anno scorso lasciò segni profondi al Tour de l'Avenir (una tappa e il secondo della generale) e già vestiva la maglia INEOS Grenadiers, ma tutti sappiamo che la corsa francese è riservata agli under 23.

Nell'attesa di vedere e pesare il giovanotto in un grande giro (c'è tempo), prendiamo atto della freddezza con cui ha... freddato un caliente come Marc Soler, tenendo a distanza una muta rabbiosa al suo inseguimento, guidata da Evenepoel che al quinto giorno, dopo essersi speso in lungo e in largo per Julian Alaphilippe, ha fatto da sé, e ciò l'ha portato molto semplicemente a prendersi la testa della generale. Resta qualche dubbio sulla tenuta del belga sui muri più duri, laddove in questi giorni ha sempre perso qualche colpetto rispetto ai più forti rivali, ma la tigna di questo ragazzo è infinita, per cui se la differenza non la fa sulle rampe al 20% può sempre provarci su qualunque falsopiano. Staremo a vedere.

La Zamudio-Mallabia, quinta tappa del Giro dei Paesi Baschi 2022 lunga 163.8 km, si è aperta senza alcune presenze anche eccellenti, per esempio Sergio Higuita (Bora-Hansgrohe), il cugino brutto di quello che poche settimane fa ha vinto la Volta a Catalunya, o Pierre Latour (TotalEnergies), vittima ieri di una caduta abbastanza dolorosa; tra un forfait e l'altro, la Intermarché-Wanty - per dirne una - è ripartita col solo Kobe Goossens. Il quale, peraltro, sarebbe stato tra le vittime di una grossa caduta a 100 km dal traguardo, per poi ritirarsi poco dopo...

In tutta la parte precedente della tappa si è assistito a un continuo susseguirsi di scatti e tentativi destinati all'insuccesso, e un po' casualmente proprio sulla deadline dei -100 è partita la fuga buona della giornata con sei componenti: Sepp Kuss (Jumbo-Visma), Marc Soler (UAE Emirates), Sergio Samitier (Movistar), Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers), Lucas Hamilton (BikeExchange-Jayco) e Kenny Elissonde (Trek-Segafredo); Luis León Sánchez (Bahrain-Victorious) e Roger Adrià (Kern Pharma) hanno invece mancato il treno buono e si sono accontentati di restare per un po' a mezza strada mentre gli altri si involavano.

Ma non era giornata da letture semplici: Hamilton e Samitier hanno tentato un colpo di mano ai -86, ma è stata un'azione maledetta perché poi proprio Samitier più avanti si è staccato - con Kuss - sulla salita di Gontzegaraigana ai -70, mentre sulla successiva discesa Hamilton è caduto malamente (finendo oltre il guardrail) e si è ritirato. Destino comune con Milan Vader (Jumbo) in gruppo; i compagni di quest'ultimo tiravano il plotone, ma senza dissanguarsi.

Sulla salita di Trabakua ai -59 è stato Elissonde a perdere contatto, e la coppia superstite Soler-Rodríguez ha proceduto unita difendendo un margine oscillante fra i tre e i quattro minuti, di tutto rispetto se consideriamo che il corridore della UAE partiva dal 14esimo posto della generale a 1'08" da Primoz Roglic, e quindi si ritrovava ampiamente al comando virtuale della medesima. Senonché ci si è messa la Bora-Hansgrohe ad accollarsi il lavoro sporco negli ultimi 30 km, evidentemente Aleksandr Vlasov sentiva di poter inventare qualcosa nel finale. Il pungolo dei verdoni (nel senso delle maglie Bora, non dei dollari di zio Paperone) ha spinto all'azione pure i TotalEnergies, sicché per i due di testa il discorso ha cominciato a farsi un pochino complesso.

La situazione ai 20 km al traguardo era di 2' di vantaggio per Soler e Rodríguez, con due salite da affrontare, subito quella di Karabieta e poi la rampa che portava all'arrivo di Mallabia; sulla parte più dura della non breve scalata di Karabieta il gruppo ha di fatto dissolto le speranze dei battistrada, abbattendo a 1' il loro maargine; poi, non appena spianate un po' le pendenze ai -15 (poco più di 2 dalla vetta), dal gruppo Remco Evenepoel (Quick-Step Alpha Vinyl) ha piazzato una bordatina a cui hanno risposto Vlasov, Daniel Martínez (INEOS), Ion Izagirre (Cofidis), Jonas Vingegaard (Jumbo) ed Enric Mas (Movistar), e poco dopo è rientrato pure Pello Bilbao (Bahrain). Tra tutti chi mancava? Proprio la maglia gialla di Roglic.

Ai -14, a un chilometro dallo scollinamento, Carlos Rodríguez - dopo non aver collaborato da una vita - è scattato in faccia a Soler, prendendogli oltre mezzo minuto nella rimanenza di scalata, mentre il gruppetto di contrattaccanti era sempre più vicino. In discesa Remco ha messo ulteriore spinta, ai -9 è stato raggiunto Soler e intanto il vantaggio sul gruppo Roglic (tirato dalla Groupama-FDJ che aveva in David Gaudu un capitano che non era stato in grado di tenere l'attacco in corso) ammontava a 35". Ben poco, di quel margine, gli inseguitori hanno rosicchiato a Carlos fino all'ultimo muro, 500 metri impossibili che portavano allo striscione d'arrivo.

Ma anche qui Rodríguez ha dimostrato di saper gestire da veterano - lui che di primavere ne conta appena 21 - la situazione, cosicché caracollando e sbuffando è andato a tagliare la linea finale per festeggiare faticosamente la prima vittoria in una gara professionistica. Alle sue spalle un velenoso scatto ha permesso al compagno Martínez di assicurarsi il secondo posto a 7" dal primo; a 9" ha chiuso Evenepoel, a 11" Izagirre e Mas, a 13" Bilbao, mentre Vlasov e Vingegaard si sono impantanati in un tamponamento che ai 20 metri ha visto andar giù il russo, il quale nell'occasione non ha avuto parole delicate per il collega, giustificato dal pensiero che in una corsa come questa, destinata a decidersi probabilmente per pochi secondi, eventi del genere incidono in maniera enorme; entrambi hanno chiuso la tappa a piedi, visto che di ripartire in bici su quelle pendenze non era cosa agevole. 18" il ritardo cronometrato ad Aleksandr, 20" a Jonas; a 38" ha chiuso Soler, mentre a 1'07" Fernando Barceló (Caja Rural-Seguros RGA) è stato il primo del gruppo, con lo stesso ritardo di Ruben Guerreiro (EF Education-EasyPost) e Adam Yates (INEOS); Gaudu ha pagato 1'11", Roglic 1'15", nella stessa tranche di plotone di Diego Ulissi (UAE) e Gianluca Brambilla (Trek), i due migliori italiani, 17esimo e 21esimo rispettivamente.

La generale, come forse avrete intuito leggendo le venti sottolineature qui sopra, vede ora Evenepoel al comando con soli 2" su Dani Martínez, 21" su Izagirre, 22" su Vlasov e Bilbao, 29" su Vingegaard, 37" su Mas, 1'05" su Roglic, 1'15" su Yates, 1'30" su Soler, 1'33" su Gaudu, 1'45" su Alaphilippe. Ulissi è 15esimo a 3'40", Brambilla 18esimo a 4'17".

Domani si chiude con la sesta e ultima tappa, un classicissimo della zona come la Eibar-Arrate, contenente nei suoi 135.7 km 7 Gpm (più altre rampe sparse qua e là), l'ultimo dei quali, l'Alto de Usartza, scollinante a due chilometri e mezzo dal traguardo. Inutile dire che si incontreranno pendenze durissime un po' ovunque. Inutile dire che la classifica sarà passibile di essere completamente rivoluzionata, di sicuro gli INEOS - come hanno fatto ampiamente vedere in questi giorni - avranno tutta la voglia e la possibilità di far casino.
Notizia di esempio
Insert Kooij... Game over, Pedersen
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!