
Storm, l'Ingebrigtsen del pedale che sa battere i grandi
Il ventenne del Team Coop-Repsol, omonimo dei fortissimi mezzofondisti, ha beffato gli squadroni WorldTour nella prima tappa del Tour of Norway, centrando la prima vittoria internazionale in carriera
Diciassettesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour of Albania, Tour of Iran (Azarbaijan), Tour of Estonia, Alpes Isère Tour, Flèche du Sud, Oberösterreich Rundfahrt, Giochi dei Piccoli Stati d’Europa e Storm Ingebrigtsen, giovane norvegese che ha stupito tutti al Tour of Norway.
Le corse della settimana
Tour of Albania

In settimana è andata in scena l’ottantesima edizione del Tour of Albania, corsa a tappe di cinque giorni, entrata nel calendario UCI nel 2017. Al via si sono presentate quattordici squadre: nove formazioni dilettantistiche e cinque selezioni nazionali. Anche quest’anno, dunque, non c’erano Continental.
La prima tappa non presentava grosse asperità e strizzava decisamente l’occhio alle ruote veloci. Otto uomini, però, hanno staccato decisamente il gruppo, arrivando al traguardo con quasi 5 minuti di vantaggio. La vittoria è andata a Gabriele De Fabritiis (Nazionale Albania), corridore italiano della Rime-Drali che da quest’anno ha cambiato nazionalità. Il ventenne, primo leader della corsa, ha preceduto di 2” il giovanissimo Jesse den Otter (Wielerploeg Groot Amsterdam) e di 19” il resto dei fuggitivi, regolati dal corridore della Beltrami TSA Valentino Kamberaj (Nazionale Albania).
Neanche la seconda frazione prevedeva difficoltà altimetriche, anche se il finale tendeva leggermente a salire. Ancora una volta il gruppo non è riuscito a tenere chiusa la corsa e quattro uomini si sono giocati il successo. La Wielerploeg Groot Amsterdam ha sfruttato la superiorità numerica, portando alla vittoria Niels Reemeijer, che ha superato Callum Macleod (Schils-Doltcini) e Gregor Matija Černe (CCN Metalac). Il vincitore di giornata era presente anche nell’azione del giorno precedente e ha conquistato, così, anche la testa della classifica generale.
Nella terza tappa era previsto il primo GPM della corsa, ma si trattava di una salita non impegnativa, situata, tra l’altro, a più di 100 km dal traguardo. Ancora una volta il gruppo è stato beffato e la vittoria è andata al campione nazionale Olsian Velia (Nazionale Albania), già secondo lo scorso anno sullo stesso traguardo. Il trentunenne ha avuto la meglio su Oscar Hutchings (Schils-Doltcini) e su Mees Jacobs (Wielerploeg Groot Amsterdam). In classifica generale non ci sono stati cambiamenti nelle prime posizioni.
La quarta frazione proponeva, finalmente, qualche salita impegnativa, anche se gli ultimi 30 km erano privi di asperità. C’è stata selezione e quattro uomini hanno fatto la differenza: ha prevalso Callum Macleod, abile a battere Jelle Boonstra (Wielerploeg Groot Amsterdam) e Alessio Gasparini (P.A.S. Ioanninon). Tom Jonkmans (Wielerploeg Groot Amsterdam), quarto a 2”, ha conquistato la maglia di leader.
L’ultima tappa era molto semplice e, per una volta, il plotone è rimasto compatto, nonostante l’unico strappetto di giornata fosse situato ai -3. Lo sprint di gruppo ha premiato il serbo Jovan Divnić (BK Pljevlja), bravo a mettersi alle spalle il bulgaro Georgi Lumparov (Hemus Troyan) e il connazionale Marko Stanković (CCN Metalac).
Tom Jonkmans ha conquistato il successo finale, con un margine di 2’56” su Gabriele De Fabritiis, miglior giovane della corsa, e 3’23” su Ognjen Ilić (BK Pljevlja). Oltre alla vittoria nella generale, la Wielerploeg Groot Amsterdam si è portata a casa anche la graduatoria dei GPM, grazie a Jelle Boonstra, e quella a squadre. Callum Macleod, infine, ha vinto la classifica a punti.
Tour of Iran (Azarbaijan)

In settimana si è disputato il Tour of Iran (Azarbaijan). La corsa, che è tornata in calendario dopo l’annullamento dell’edizione del 2024, si è svolta interamente nella parte settentrionale del paese, limitandosi quasi esclusivamente ad Azerbaigian Occidentale e Azerbaigian Orientale, le due regioni al confine con l’omonimo stato che ha per capitale Baku. Al via si sono schierate undici squadre: otto Continental e le selezioni nazionali di Iran, Iraq e Uzbekistan.
La gara ha preso il via da Tabriz con una tappa abbastanza semplice. Lungo il percorso era prevista una sola salita breve e non troppo impegnativa, la cui cima era posta ad oltre 50 km dal traguardo. Come prevedibile, tutto si è deciso con uno sprint di gruppo: il più veloce è stato Milkias Maekele (BIKE AID). L’eritreo ha preceduto il turco Tahir Yiğit (Spor Toto) e il connazionale e compagno di squadra Yoel Habteab.
La seconda frazione era decisamente più ondulata della prima, con una salita di 9 km all’inizio e uno strappo di quasi 3 km ai -25. Le asperità previste non hanno fatto grande selezione ed è stata nuovamente volata. I protagonisti sono stati gli stessi della giornata precedente, ma Tahir Yiğit è riuscito a prendersi la rivincita, imponendosi davanti a Milkias Maekele, che è rimasto leader della generale, e Yoel Habteab.
La terza tappa era molto più dura, con una lunga salita a metà percorso e gli ultimi tre chilometri che tendevano costantemente all’insù, anche se con pendenze non impossibili. La selezione è stata maggiore del previsto e solo tre corridori sono rimasti davanti: Dawit Yemane (BIKE AID) si è imposto davanti al campione iraniano Hasan Seyfollahifard e a Even Yemane (Istanbul Büyükșehir). Il vincitore di tappa è passato anche in testa alla classifica.
La quarta frazione prevedeva salite più impegnative, con due GPM piazzati oltre i 2000 metri di altitudine. Anche gli ultimi 7 km erano in salita, pur con pendenze molto dolci. Saeid Safarzadeh (Nazionale Iran) è riuscito a staccare tutti e a imporsi in solitaria, conquistando anche la maglia di leader. A 31” dal trentanovenne, Milkias Maekele ha regolato Ahmet Örken (Spor Toto) nella volata per la seconda posizione.
La corsa si è conclusa con una tappa che tornava a salire oltre i 2000 metri in due occasioni, ma in cui gli ultimi 35 km erano in discesa. Nonostante un percorso tutt’altro che pianeggiante, il gruppo si è presentato sostanzialmente compatto al traguardo e Tahir Yiğit ha centrato la seconda vittoria, battendo ancora una volta Milkias Maekele. Il podio di giornata è stato completato da Aidin Aliyari (Nazionale Iran).
Saeid Safarzadeh ha conquistato il successo finale per la seconda volta consecutiva, con soli 3” di vantaggio su Milkias Maekele, miglior giovane della corsa e vincitore della classifica a punti, e 30” su Yoel Habteab. Daniil Pronskiy (Vino-North Qazaqstan) si è preso la maglia dei GPM, mentre la BIKE AID si è imposta nella graduatoria a squadre.
Tour of Estonia

Fra le corse di categoria 1, il Tour of Estonia è una di quelle con il campo partecipanti meno qualificato. Quest’anno, infatti, era presente al via una sola formazione professionistica, il Team Novo Nordisk. Ad affiancare la formazione statunitense, c’erano tredici Continental e le selezioni nazionali di Estonia, Finlandia, Lettonia e Svezia.
Dal 2014 il percorso è sempre lo stesso ed è composto da due tappe: la prima è una frazione prevalentemente pianeggiante che va dalla capitale Tallinn a Tartu, seconda città del paese, mentre la seconda è un circuito un po’ più impegnativo intorno alla stessa Tartu. Fino al 2012 si trattava di due corse di un giorno separate.
Pur priva di grandi difficoltà altimetriche lungo tutto il percorso, la Tallinn-Tartu presenta l’asperità principale proprio sull’arrivo, situato in cima ad uno strappo su strada acciottolata. Anche quest’anno, la rampa finale è stata decisiva: Marceli Bogusławski (ATT Investments) si è dimostrato il più forte e solo Mads Andersen (AIRTOX-Carl Ras) è riuscito a chiudergli in scia. Norman Vahtra (Nazionale Estonia), vincitore sullo stesso traguardo nel 2024, si è piazzato terzo, con un ritardo di 4”.
Il circuito di Tartu, da ripetere sedici volte, presenta uno strappo molto breve, ma estremamente impegnativo e, tradizionalmente, è difficile che il gruppo rimanga compatto. Anche quest’anno, alcuni corridori sono riusciti a evitare la volata. Marcus Sander Hansen (BHS-PL Beton Bornholm) si è imposto in solitaria, con 35” su Ville Merlöv (Nazionale Svezia) e 55” sul compagno di squadra Niklas Larsen.
La seconda tappa ha disegnato la classifica finale e, considerando che Ville Merlöv, vincitore della classifica a punti, era arrivato in ritardo il primo giorno, la BHS-PL Beton Bornholm ha centrato la doppietta (e si è aggiudicata la graduatoria a squadre): Marcus Sander Hansen ha conquistato il successo finale con 52” su Niklas Larsen. Marceli Bogusławski ha salvato il terzo gradino del podio, staccato di 1’. Szymon Wiśniewski (Monogo Lubelskie Perła Polski) si è preso la maglia dei GPM, mentre Matyáš Kopecký (Novo Nordisk) è stato il miglior giovane.
Alpes Isère Tour

In Francia si è disputata la trentaquattresima edizione dell’Alpes Isère Tour, corsa a tappe di cinque giorni. Al via si sono presentate ventuno squadre: diciassette Continental, tre formazioni dilettantistiche e una selezione regionale locale. Rispetto allo scorso anno, dunque, mancavano i ProTeams (nel 2024 ce ne erano due).
La prima tappa era la più semplice altimetricamente, anche se il profilo non era completamente piatto: le difficoltà altimetriche, comunque, non erano impossibili. Poteva essere una buona occasione per le ruote veloci, ma sette corridori sono riusciti ad anticipare il gruppo. La volata dei battistrada ha premiato lo statunitense Viggo Moore, bravo a mettersi alle spalle lo svizzero Valentin Darbellay (Elite Fondations) e il belga Viktor Soenens (Soudal-Quick Step Devo).
La seconda frazione presentava qualche strappo in più della precedente, con l’ultimo chilometro che tendeva a salire. Il plotone è stato ancora una volta sorpreso dall’attacco di due uomini, che sono riusciti a resistere: il tedesco Moritz Kretschy l’ha spuntata sul francese Maxime Decomble (Groupama-FDJ Continental), troppo generoso nel finale. Il gruppo principale è arrivato a soli 5” dai due battistrada ed è stato regolato da Rotem Tene. Viggo Moore è naufragato a oltre 12’ e ha ceduto le insegne del primato a Valentin Darbellay.
Anche la terza tappa aveva un profilo abbastanza ondulato, ma, rispetto al giorno precedente, le salite erano più lontane dal traguardo. Questa volta il gruppo, ridotto a poco meno di cinquanta unità, è arrivato compatto nel finale e la volata ha visto prevalere Matteo Milan (Lidl-Trek Future). Il friulano ha battuto Aubin Sparfel (Decathlon AG2R Development) e Antoine Raugel (VC Villefranche Beaujolais). In classifica non ci sono stati cambiamenti.
La quarta frazione prevedeva la salita più difficile a metà percorso, ma anche uno strappo non semplice a circa 10 km dal traguardo. Davanti sono rimasti circa venticinque corridori e, a 4 km dal traguardo, Moritz Kretschy ha attaccato. Il tedesco ha incrementato costantemente il suo vantaggio e ha centrato l’accoppiata tappa e maglia. A 19” Aubin Sparfel ha regolato Thomas Pesenti (Soudal-Quick Step Devo) nella volata per il secondo posto.
L’ultima tappa era decisamente la più impegnativa, con due salite di prima categoria (entrambe lunghe quasi quindici chilometri) e due di seconda. Anche l’arrivo era in salita e cinque uomini sono rimasti al comando. La volata fra i battistrada non ha avuto storia, con Aubin Sparfel che si è imposto nettamente. Il giovane francese ha messo addirittura 1” tra sé e Jamie Meehan (AVC Aix Provence Dole). Al terzo posto si è piazzato Liam O’Brien (Lidl-Trek Future).
Aubin Sparfel ha conquistato il successo finale, la classifica a punti e quella riservata ai giovani. Sul podio con lui nella generale sono saliti Maxime Decomble, staccato di 14”, e Matteo Vanhuffel (Development Picnic PostNL), che ha pagato 28”. Jean-Loup Fayolle (Arkéa-B&B Hôtels Continentale) si è preso i titoli di miglior scalatore e di corridore più combattivo, mentre Guillaume Bagou (Charvieu Chavagneux Isère) si è aggiudicato quello di re degli sprint intermedi. Alla Groupama-FDJ Continental, infine, è andata la graduatoria a squadre.
Flèche du Sud

In settimana si è disputata la settantaquattresima edizione della Flèche du Sud, corsa a tappe lussemburghese di cinque giorni. Venti squadre si sono presentate ai nastri di partenza: tredici Continental, cinque formazioni dilettantistiche e due ProTeams di ciclocross.
La gara si è aperta con una cronometro di 7 km, dal percorso piuttosto ondulato: erano presenti, infatti, una salita di 2 km al 6% e la successiva discesa. Kevin Pezzo Rosola (General Store-Essegibi) ha fatto segnare il miglior tempo, superando per questione di centesimi Martijn Rasenberg (Parkhotel Valkenburg). Il podio di giornata è stato completato da Timo de Jong (VolkerWessels), staccato di 3”.
La seconda tappa prevedeva un circuito lungo 16,5 km e composto da due salite, tra cui la Côte du Langengrund. Nonostante le difficoltà altimetriche, nessuno è riuscito ad evitare lo sprint di gruppo: si è imposto Seppe van den Boer (Baloise Glowi Lions), che aveva già vinto sul medesimo percorso nel 2024. Il belga ha avuto la meglio su Timo de Jong e Matthew Fox (VC Rouen 76). In assenza di abbuoni, non ci sono stati cambiamenti in classifica generale.
La terza frazione era abbastanza impegnativa, con un tratto in linea ricco di strappi e quattro giri di un circuito di 20 km, caratterizzato dal Col de l’Europe, un muro di 1 km con pendenza media del 9%. Il britannico Thomas Mein (Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente) è riuscito a staccare tutti e ha tagliato il traguardo con 11” di vantaggio su un gruppo di diciassette corridori. Mattia Negrente (XDS Astana Development) ha regolato Šimon Vaníček (ATT Investments) nello sprint per la seconda posizione. Martijn Rasenberg è passato in testa alla classifica.
Anche la quarta tappa era piuttosto ondulata, con diversi strappi disseminati nel tratto in linea iniziale. Nel finale erano previsti tre giri di un circuito con diverse asperità e l’ultimo chilometro che tendeva a salire. La corsa si è decisa con una volata di una quarantina di uomini, che ha visto prevalere Kay de Bruyckere (Pauwels Sauzen-Cibel). Il ventunenne si è messo alle spalle Clément Petit (VC Rouen 76) e Giovanni Bortoluzzi (General Store-Essegibi). Le prime posizioni della generale sono rimaste invariate.
L’ultima frazione prevedeva un circuito intorno ad Esch-sur-Alzette ed era la più semplice altimetricamente. Come da pronostico tutto si è deciso in volata e lo spunto migliore è stato quello di Joppe Heremans (VolkerWessels). Il ventunenne belga ha preceduto Šimon Vaníček e Matthew Fox.
Martijn Rasenberg ha conquistato il successo finale, mettendosi dietro di 6” il vincitore della classifica a punti Thomas Mein e di 7” Joppe Heremans, miglior giovane della corsa. Simone Zanini (XDS Astana Development) si è portato a casa la maglia dei GPM, Joshua Huppertz (Lotto Kern-Haus PSD Bank) è stato il re degli sprint intermedi e la ATT Investments si è aggiudicata la graduatoria a squadre.
Oberösterreich Rundfahrt

In Austria si è disputata la quindicesima edizione dell’Oberösterreich Rundfahrt, corsa a tappe di quattro giorni. Al via si sono schierate diciassette Continental, sette formazioni dilettantistiche e un ProTeam di ciclocross (la Deschacht-Group Hens), per un totale di venticinque squadre.
Nelle ultime cinque edizioni, la corsa si era aperta con un prologo di soli 700 metri nelle strade di Linz, mentre quest’anno gli organizzatori hanno preso una decisione ancora più curiosa: si è scelto di iniziare con una tappa in linea lunga appena 4300 metri, quasi totalmente in salita. Lorenzo Galimberti (Petrolike) ha giocato d’anticipo e ha trovato la prima vittoria internazionale in carriera. Il ventiquattrenne ha resistito alla rimonta del gruppo inseguitore e ha tagliato il traguardo davanti a Bálint Feldhoffer (United Shipping) e al compagno di squadra Edgar Cadena.
La seconda frazione presentava diverse asperità nella parte centrale, ma nel finale diventava molto più semplice. Quasi cento corridori si sono giocati il successo in volata e il primo a tagliare il traguardo è stato Carlos Garcia (Petrolike). Il corridore messicano è stato, però, declassato per volata irregolare e, così, la vittoria è andata a Marcin Budziński (ATT Investments). Alle spalle del polacco si sono piazzati il suo connazionale Bartłomiej Proć (Run & Race-Wibatech) e il ciclocrossista Corné van Kessel (Deschacht-Hens). Lorenzo Galimberti ha conservato la maglia di leader.
La terza tappa presentava un profilo abbastanza nervoso e l’ultimo chilometro in salita. Cinque corridori hanno attaccato sullo strappo situato ai -7 e un chilometro dopo, in un tratto in discesa, Edgar Cadena si è avvantaggiato ulteriormente. Il messicano ha sempre avuto un margine limitato sugli altri quattro, ma è riuscito a tenere fin sul traguardo, conquistando anche la testa della classifica generale. Aaron Dockx (Alpecin-Deceuninck Development), vincitore sullo stesso arrivo lo scorso anno, si è dovuto accontentare del secondo posto a 4”, mentre terzo è arrivato Bálint Feldhoffer.
L’ultima frazione era di gran lunga la più impegnativa, con un arrivo in cima ad una salita di quasi 10 chilometri. Jannis Peter (Vorarlberg) ha effettuato una grande scalata e con due scatti (il primo ai -5 e il secondo ai -2.5) ha staccato tutti tranne Edgar Cadena. Il messicano non ha mai collaborato e si è accontentato della maglia di leader, senza contestare la tappa al tedesco, che ha centrato meritatamente il primo successo UCI in carriera. Mattia Gaffuri (Swatt) ha completato il podio di giornata, con un ritardo di 11”.
Edgar Cadena ha conquistato il successo finale (e la classifica a punti), con 24” su Jannis Peter e 47” su Mattia Gaffuri. Josef Dirnbauer (Schwingshandl) ha vinto la maglia dei GPM, mentre Aaron Dockx è stato il miglior giovane. Alla Petrolike, infine, è andata la graduatoria a squadre.
Giochi dei Piccoli Stati d’Europa

Ad Andorra la Vella sono andati in scena i Giochi dei Piccoli Stati d’Europa, delle mini Olimpiadi riservate agli stati europei con meno di un milione di abitanti (attualmente l’unica eccezione è rappresentata da Cipro, che rientrava nei canoni ai tempi della prima edizione).
Dopo otto anni di assenza, il ciclismo è tornato e, su strada, assegnava tre titoli: oltre alla cronometro individuale e alla prova in linea, infatti, era prevista una classifica a squadre, che si calcolava con la somma dei tempi dei tre migliori corridori al traguardo della corsa in linea.
La prova contro il tempo ha visto il successo di Andreas Miltiadis (Roojai Insurance), che ha messo nel sacco i professionisti lussemburghesi. Alex Kirsch (Lidl-Trek) e Mats Wenzel (Kern Pharma) si sono dovuti accontentare degli altri due gradini del podio, staccati rispettivamente di 28” e 35”. Il ventottenne cipriota, che è stato anche argento nella mountain bike, era, tra l’altro, il campione uscente: aveva già vinto la cronometro otto anni fa, nell’ultima edizione dei Giochi in cui era presente il ciclismo.
I professionisti lussemburghesi si sono presi la rivincita nella corsa in linea, mettendo a segno la doppietta: Mats Wenzel si è imposto in solitaria, con 25” di vantaggio su Alex Kirsch. Sul terzo gradino del podio, con 49” di ritardo, è salito il colombiano Kevin Velasquez, che difendeva i colori del Principato di Monaco, essendo tesserato da anni per l’UC Monaco. Da segnalare i piazzamenti in top ten di due italiani: Tommaso Tessiore (UC Monaco), anche lui in rappresentanza del Principato di Monaco, si è piazzato quarto, mentre Alexander Konychev (Vorarlberg), che difendeva i colori di San Marino, ha chiuso sesto. La prova a squadre ha visto la prevedibile vittoria del Lussemburgo, davanti a Cipro e Malta.
Le Continental tra i big

Le quattro Continental storiche francesi hanno partecipato alla Boucles de la Mayenne. La St.Michel-Preference Home ha fatto meglio delle altre in classifica generale, grazie a Théo Delacroix, che ha concluso in ventiduesima posizione. La CIC-U-Nantes ha centrato il miglior risultato parziale con Justin Ducret, undicesimo nell’ultima frazione, ma si è tolta una soddisfazione molto più grande, vincendo la classifica dei GPM con Lenaic Langella.
Quattro compagini di terza divisione hanno preso parte al Tour of Norway: le locali Lillehammer CK e Coop-Repsol sono state accompagnate dalla statunitense Project Echelon e dalla danese ColoQuick. La Coop-Repsol ha centrato il risultato più esaltante, grazie al successo di Storm Ingebrigtsen nella prima tappa. Ha fatto bene anche la ColoQuick, con Emil Toudal vincitore della maglia dei GPM e Morten Nørtoft miglior rappresentante del mondo Continental in classifica generale, con il diciassettesimo posto finale.
Tra i cambiamenti di ciclomercato della settimana spiccano le novità riguardanti la Giant: la formazione cinese, al diciassettesimo anno nella categoria Continental, si è aperta per la prima volta agli stranieri, ingaggiando quattro giovani australiani: si tratta di Max Hobson (Bridgelane), Matson McAdam (Dutch Food Valley) e dei gemelli Aidan e Ronan Teese (St.George). Nessuno di loro ha ancora ottenuto risultati importanti a livello internazionale. Ha fatto un movimento anche la UAE Team Emirates Gen Z, che ha ingaggiato il giovanissimo Mateo Ramírez (High Level-Gsport), che quest’anno è stato terzo nel campionato nazionale in linea in Ecuador.
Il ritratto della settimana: Storm Ingebrigtsen

Nel mondo dello sport il cognome Ingebrigtsen è molto conosciuto grazie a tre fratelli norvegesi che hanno fatto grandi cose nell’atletica leggera. Il capostipite è stato Henrik, che nel 2012 si laureò campione europeo nei 1500 metri. Quattro anni dopo, Filip vinse la stessa gara e, nel 2018, a succedergli nell’albo d’oro fu Jakob. Nonostante gli ottimi risultati dei fratelli maggiori, quest’ultimo si è rivelato di tutt’altra pasta e, sebbene debba ancora compiere venticinque anni, può già contare nel proprio palmares due ori olimpici e svariati titoli mondiali ed europei. Attualmente, inoltre, è primatista mondiale dei 2000 e dei 3000 metri all’aperto e dei 1500 e del miglio indoor.
Circa una settimana fa, un Ingebrigtsen (senza parentele con i mezzofondisti) ha lasciato il segno anche nel mondo del ciclismo: si tratta di Storm, ventenne che milita nella Continental norvegese Coop-Repsol e che si è imposto a sorpresa nella prima tappa del Tour of Norway. Facendo onore al suo nome di battesimo (che significa tempesta sia in inglese che in norvegese), in una giornata caratterizzata da vento e pioggia, lo scandinavo, protagonista della fuga iniziale, ha resistito alla rimonta del gruppo, mantenendo 3” di vantaggio fin sul traguardo.
Poco importa che abbia chiuso la corsa a ventiduesimo posto: per un giorno è stato in testa a tutte le classifiche (generale, punti, GPM e giovani) e ha portato la piccola Coop-Repsol a guidare la graduatoria a squadre di una corsa ProSeries a cui partecipavano ben sette WorldTour. Oltre all’exploit nella corsa di casa, quest’anno aveva già fatto vedere ottime cose al Tour of Rhodes, che ha concluso in ottava posizione, con un bel quinto posto nell’ultima frazione. Si era ben disimpegnato anche al Ringerike GP, in cui ha chiuso dodicesimo, nel gruppetto che si è giocato il nono posto.
Storm Ingebrigtsen iniziò ad andare in bici all’età di sette anni, pedalando insieme ai genitori, appassionati di mountain bike. Appassionatosi anche lui alle due ruote, qualche anno dopo cominciò a gareggiare e si fece un nome nelle corse locali. Allenato dallo zio dai dodici anni di età, capì che avrebbe voluto fare della sua passione una professione e si spostò dalla mountain bike alla strada.
Nell’estate del 2021 approdò alla NTG, una delle formazioni giovanili di riferimento del panorama norvegese, disputando qualche gara locale tra gli juniores, pur essendo sotto età. Nella stagione seguente cominciò ufficialmente la sua esperienza nella categoria, entrando subito nel giro della nazionale. Prese parte a diverse gare di Coppa delle Nazioni, tra cui la Parigi-Roubaix e chiuse al terzo posto il campionato nazionale a cronometro.
L’anno successivo fece un salto di qualità, partecipando a quasi tutte le prove più importanti della Coppa delle Nazioni (con un quarto di tappa alla Course de la Paix) e fu selezionato sia per i Campionati del Mondo, che concluse in tredicesima posizione, che per gli Europei, in cui si piazzò sedicesimo. Andò vicinissimo alla vittoria in due gare internazionali in Italia: sia all’Eroica Juniores-Coppa Andrea Meneghelli che in una frazione del Giro della Lunigiana si fermò al secondo posto. In una gara minore in Svezia, la Svanesunds 3-dagars trovò, invece, i primi successi.
Nel 2024, per il primo anno da under 23, ha fatto il suo esordio nel mondo Continental con la maglia della Coop-Repsol. Nonostante la giovanissima età, ha saputo mettersi in luce in competizioni internazionali come il Tour du Loir et Cher e la Course de la Paix Grand Prix Jeseníky, ottenendo in entrambi i casi un terzo posto di tappa. Nel calendario nazionale, invece, si è imposto nella prova di Oslo della Norgescup. La squadra, inoltre, gli ha dato fiducia, schierandolo in tre gare professionistiche: il Tour of Norway, il Tour of Austria e l’Arctic Race of Norway.
Dopo la grande giornata al Tour of Norway, Storm Ingebrigtsen parteciperà nuovamente al Tour of Austria, in una gara dal forte valore simbolico per la Coop-Repsol, dato che nel 2024 una caduta in discesa si portò via il leader del team André Drege. Chissà che questo ragazzone di più di 1,90 non riesca a compiere una grande impresa per il suo ex capitano, a cui ha già dedicato la sua prima grande vittoria.