Dopo un giorno all'attacco, Alessandro De Marchi si è dovuto accontentare del terzo posto
Giro d'Italia

Vegni: «Oggi devo fare i complimenti ai corridori». Cort è entusiasta, De Marchi frustrato

Discussione prima del via tra i corridori e la direzione di gara: da una parte la richiesta di accorciare la tappa, dalla'altra le rassicurazioni, che poi hanno prevalso. Ma è stata una tappa durissima per tutti.

16.05.2023 19:53

Non è stata una giornata facile quella di rientro dal lunedì di riposo per i protagonisti del Giro, orfano della maglia rosa Remco Evenepoel e sferzato, dal primo chilometro della Scandiano-Viareggio, da pioggia battente e vento. A preoccupare in particolare i corridori, il passaggio ai 1521 metri di Passo delle Radici, su cui, secondo alcuni canali meteo, erano previste raffiche di vento fino a 80 km/h, oltre alla successiva discesa. Nei minuti precedenti la partenza della tappa, i rappresentanti dei corridori e la direzione di gara hanno discusso circa possibilità di neutralizzare la prima parte della frazione di e di ridurla ad appena 70 km, come testimoniato dal tweet di Adam Hansen, presidente dell’Associazione dei ciclisti professionisti: «Stiamo discutendo sull'ipotesi di ridurre la decima tappa del Giro, a causa dei 3°C, della pioggia e delle raffiche di vento fino a 80 km/h previsti in cima alla salita, oltre alla possibilità di frane. La scelta dei corridori è stata quella di seguire la maggioranza e la maggioranza ha deciso di percorrere solo gli ultimi 70 km».

Alla fine, però, la tappa si è disputata per intero e, al termine, il direttore del Giro d’Italia Mauro Vegni ha voluto complimentarsi con i corridori: «I corridori volevano avere informazioni precise sulla pericolosità tappa. Una volta rassicurati sul fatto che le condizioni non fossero estreme, hanno accettato di partire. Tutti hanno interpretato nel modo migliore la corsa: quando c’è da bastonarli li bastoniamo, quando c’è da dire che hanno fatto il loro lavoro alla grande mi piace dirlo e oggi è uno di questi giorni». Polemica chiusa prima ancora di nascere, insomma, mentre non si spegne quella sui tanti ritiri per covid delle ultime ore, in conseguenza dei quali la direzione di corsa ha deciso di raccomandare l’utilizzo delle mascherine in determinati contesti: «La mascherina – ha spiegato Vegni ai microfoni Rai – è consigliata nei luoghi chiusi per rispetto ai corridori, che hanno chiesto di avere un po’ più di controllo. Sono state le squadre ad avanzare questa richiesta, perché preoccupate per la salute dei loro corridori. Venire loro incontro non mi sembrava una tragedia e quindi lo abbiamo fatto». Vegni ha anche motivato la decisione di passare dal tunnel del Gran San Bernardo: «La strada è stata pulita, ma continuano a scendere slavine e ovviamente non possiamo permetterci che accada al passaggio dei corridori».

Magnus Cort, vincitore della 10a tappa del Giro d’Italia 2023: «È stata una delle giornate più difficili che abbia mai vissuto su una bicicletta»

«Sono molto felice per la vittoria e per il fatto di essere riuscito a conquistarne una, dopo Tour e Vuelta, anche al Giro. È stata una giornata durissima, probabilmente una delle più dure che abbia mai vissuto in bici. Nel finale la radiolina non funzionava, quindi non avevo molte informazioni sul vantaggio che avevamo rispetto al gruppo. Abbiamo spinto tutto il giorno, prima per entrare nella fuga e poi per provare a guadagnare abbastanza da scoraggiare l’inseguimento del gruppo. Non avevamo molto scelta, ma alla fine ce l’ho fatta e non posso che essere felicissimo per questo».

Alessandro De Marchi: «Tutto è andato come doveva, tranne l’epilogo. Inizia a essere frustrante».

«Più di così non potevo fare. Era una tappa che mi piaceva, volevo provarci e siamo riusciti a mettere in fila tutte le cose, tranne una. Ero più tranquillo con i compagni di fuga di oggi, eravamo forti e uniti, ma io ero quello più lento; purtroppo non si è creata la condizione per sorprenderli. Inizia a essere frustrante, vorrei provarci un po’ di meno e azzeccarla un po’ di più, si vede che la mia storia deve essere questa. Non voglio sembrare patetico, però sarebbe bello che questa vittoria arrivasse. È appena la decima tappa, le occasioni per provarci di nuovo non mancheranno. Avevo detto che oggi sarebbe stato un giorno in cui avrei potuto provarci: aver mantenuto la parola è la cosa che mi rende più fiero, in questo ciclismo è già una gran cosa».

Geraint Thomas: «Senza Remco, sarà un Giro molto diverso da come ce l’eravamo immaginato»

«Quelle di oggi non erano le condizioni migliori per godersi la maglia rosa però, in qualche modo, ci sono riuscito. Siamo partiti e arrivati forte, con condizioni meteo pessime e una discesa molto difficile. È un onore indossare questa maglia, soprattutto in queste zone, dove ho vissuto i primi anni della mia carriera. Vogliamo tenerla il più possibile, sperando che il meteo migliori nei prossimi giorni. Il Giro, ora che non c’è più Remco, è tatticamente molto diverso da come ce lo aspettavamo».

Enrico Gasparotto, direttore sportivo Bora-Hansgrohe: «Vlasov non aveva forza nelle gambe»

«Vlasov non si sentiva al 100% prima della tappa, ma non eravamo particolarmente preoccupati. Dopo pochi chilometri, però, ha perso contatto, lamentando il fatto di non avere forza nelle gambe. È stato subito chiaro che non sarebbe riuscito a portare a termine la tappa, viste anche le condizioni difficili».

La crisi infinita del ciclismo tedesco
Insieme fino alla fine: dopo Van Avermaet si ritira anche Schär