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Storia di un dominio annunciato

12.06.2022 17:42

Nell'ottava e ultima frazione del Critérium du Dauphiné Vingegaard e Roglic staccano tutti e si aggiudicano, rispettivamente, tappa e classifica generale. Buon terzo O'Connor, Caruso chiude la corsa al quarto posto


Non fossero bastate le prime sette tappe ad evidenziare il predominio della Jumbo-Visma su questo Delfinato, oggi è andato in scena un altro capitolo della squadra che stritola tutte le altre a suon di successi. Roglic ha vinto la generale, Vingegaard la tappa, ma soprattutto hanno dato l'impressione di poter giocare con gli avversari come se quest'ultimi, e stiamo comunque parlando di outsider eccellenti nel campo delle corse a tappe, fossero bambini inermi. In più oggi a dare ulteriore risalto alla superiorità della compagine dei Paesi Bassi ci ha pensato il gregario di lusso del team, quello Steven Kruijswijk che solo tre anni fa saliva sul podio della Grande Boucle dietro a Bernal e Thomas.

Per il resto, da segnalare un eccellente Ben O'Connor che dopo aver sfiorato il podio alla Grande Boucle 2021 in modo quasi rocambolesco si sta riscoprendo corridore solidissimo e affidabile sui grandi passi alpini, inferiore soltanto a quei due che avranno il compito di arginare il fenomeno dei fenomeni Tadej Pogacar. Infine, buone prestazioni offerte da Chaves e in misura un filo minore da Caruso ed Haig. Continua a deludere il vincitore del Giro 2020 Tao Geoghegan Hart, che a differenza di Hindley non è mai un fattore né nelle brevi corse a tappe né nei grandi giri.

L'ultimo atto del Critérium du Dauphiné 2022 è una frazione di 138.8 chilometri che da Saint-Alban-Leysse porta al Plateau de Solaison (11.3 km al 9.2%), la salita finale di questa breve corsa a tappe. Nel mezzo Col de Plainpalais (8.8 km al 6.5%), Col de Leschaux (7.9 km al 4.5%) e soprattutto Col de la Colombière (11.8 km al 5.8%) ai -40 dall'arrivo. Dato il disegno della tappa le possibilità che tutto si decida sul Plateau de Solaison sono molto alte.

A causa della caduta nella quinta tappa non prende il via l'acciaccato Enric Mas (Movistar Team), già uscito di classifica ieri. L'obiettivo per lo spagnolo ora è riprendersi in tempo per la partenza del Tour de France. Appena scattati dai blocchi iniziano gli allunghi per andare all'attacco e cercare di anticipare il gruppo. Lungo il primo GPM prende forma la fuga di giornata; la compongono Eddie Dunbar e Laurens De Plus (Ineos-Grenadiers), Matteo Fabbro, ancora all'attacco, (Bora-Hansgrohe), Gorka Izagirre (Movistar), Bruno Armirail e Michael Storer (Groupama-FDJ), George Bennett (UAE Team Emirates), Antonio Tiberi, Kenny Elissonde e Antwan Tolhoek (Trek-Segafredo), Simon Geschke (Cofidis), Alexis Vuillermoz (TotalEnergies), Jan Hirt (Intermarché Wanty-Gobert Matériaux), Franck Bonnamour e per l'ennesima volta Pierre Rolland (B&B Hotels-KTM). In gruppo la Jumbo-Visma di Primoz Roglic e Jonas Vingegaard tiene i quindici ad un tiro di schioppo per tutto l'arco della tappa e ai piedi della Colombière è distante solamente 1'30" dalla testa della corsa.

Non appena si inizia a salire verso il penultimo GPM i Groupama accelerano e a pagarne le conseguenze sono Rolland, Hirt, Vuillermoz, De Plus, Izagirre e Tolhoek. Con il nuovo cambio di passo di Armirail anche i due italiani Fabbro e Tiberi, insieme a Geschke e Bonnamour, si rialzano, mentre in testa, assieme al francese, rimangono solo Storer, Elissonde, Dunbar e Bennett. Ai -40 Armirail si sposta e lascia agli altri quattro il compito di difendersi dal ritorno del plotone, trainato da Chris Harper e Tiesj Benoot (Jumbo). Senza l'apporto del compagno di squadra di Storer i battistrada tirano indietro la gamba e grazie a questo scenario tattico rientrano De Plus e Hirt. Il belga può quindi sacrificarsi per l'irlandese nel finale di ascesa e nella successiva discesa.

Grazie al prezioso apporto dato da Wout van Aert (Jumbo) alla causa di Roglic il gruppo si presenta ai -11 con 1'00" tondo da recuperare ai primi per giocarsi anche la vittoria parziale. Terminato il lavoro di De Plus sono Dunbar e Hirt i primi a rompere gli indugi. Solo Storer riesce a seguire il loro ritmo, mentre Bennett ed Elissonde continuano del loro passo lasciando andare i tre più forti. A 10 dalla vetta Hirt semina anche Michael ed Eddie involandosi da solo. Dietro Steven Kruijswijk (Jumbo) prende il testimone da Benoot e distrugge il drappello maglia gialla, da cui si staccano, fra gli altri, Patrick Konrad (Bora), Andrea Bagioli (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Matteo Jorgenson (Movistar) e soprattutto David Gaudu (Groupama), Brandon McNulty (UAE) e Tobias Johannessen (Uno-X Pro Cycling Team).

Ai -8 Hirt viene ripreso da Storer e Bennett ma la trenata di Kruijswijk riavvicina i big a meno di 20" dalla testa. Pagano lo scotto tra i migliori pure Damiano Caruso (Bahrain-Victorious), Louis Meintjes (Intermarché) e Tao Geoghegan Hart (Ineos), mentre al seguito degli Jumbo rimangono Ben O'Connor (AG2R Citroën Team), Esteban Chaves (EF Education-EasyPost) e Jack Haig (Bahrain). Ai -6.4 anche l'ultimo dei fuggitivi, cioè Bennett, a sua volta ex-Jumbo, viene riassorbito. Chaves ed Haig si staccano ai -6, con il solo O'Connor che rimane a ruota dei tre Jumbo-Visma. A poco più di 5 km dall'arrivo Steven si si sposta e scatta Vingegaard, seguito da Roglic ma non dall'australiano, che perde metri dagli ultimi due vicecampioni del Tour. I due alfieri del team neerlandese procedono di comune accordo nei successivi chilometri, con il danese che fa la maggior parte del lavoro e lo sloveno in gestione. La spaventosa prova di forza dei due si conclude con l'arrivo in parata: tappa a Vinge e generale a Rogla. Terzo posto a 15 per O'Connor, quarto e quinto i due EF Chaves e Ruben Guerreiro a 53". Caruso conclude in crescendo conquistando un positivo sesto posto a 55" dal vincitore, precedendo Meintjes e il compagno Haig, arrivati con lo stesso tempo del ragusano. Chiudono la top ten parziale Kruijswijk (a 1'20"), autore di una frazione memorabile, e Johannessen (a 1'40").

Il Critérium du Dauphiné 2022 è di Roglic, il quale aggiunge un'altra breve corsa a tappe al suo clamoroso palmares che comprende, oltre a classiche e le tre Vuelta, anche Paesi Baschi, UAE Tour, Tirreno-Adriatico, Romandia e Parigi-Nizza. Secondo nella classifica finale Vingegaard a 40", sale sul podio anche O'Connor a 1'41". Quarta piazza per Caruso a 2'33", quinta per Haig a 3'13". Sesto Meintjes a 3'17", settimo Chaves a 3'18", ottavo Geoghegan Hart a 3'44", nono Guerreiro a 3'48" e decimo Johannessen a 3'51". Van Aert conquista per la terza volta su tre la maglia verde, Rolland quella a pois e lo stesso norvegese Johannessen la bianca di miglior giovane.
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