Matteo Trentin batte Rémy Rochas al Giro del Veneto 2022 © Giro del Veneto
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Ottobre castagne, vin e Trentin

Matteo vince il Giro del Veneto dopo aver domato un gruppetto di attaccanti. Podio francese con Rémy Rochas e Mattéo Vercher

12.10.2022 15:18

Se dicessimo che Matteo Trentin ha riportato l'Italia sul gradino più alto del Giro del Veneto dopo 12 anni diremmo una verità ma anche una mezza bugia, perché è vero che l'ultimo azzurro a vincere questa corsa fu Daniel Oss nel 2010, ma è pure vero che da quel giorno solo l'anno scorso la gara è tornata in calendario, grazie all'impegno di Filippo Pozzato. Nel 2021 s'impose il belga Xandro Meurisse, presente oggi ma tanto gentile da cedere il dorsale numero 1 al suo compagno Mathieu van der Poel, vedette della startlist (anche se destinato a una prova anonima, conclusa da un ritiro).

In generale, il graditissimo ritorno del Giro del Veneto, oggi all'85esima edizione, segna anche un interessante tentativo del suo organizzatore di sostanziare in questo periodo dell'anno, ancora climaticamente utile alle corse ciclistiche ma chissà perché tuttora così poco sfruttato, un gruppetto di corse (non necessariamente professionistiche) legate a doppio filo con un territorio storicamente ad altissima concentrazione ciclofila. Il Mondiale Gravel (disputato domenica a Cittadella), questa e quell'altra cicloturistica, un paio di gare pro' (domenica ci sarà la Veneto Classic) e chissà cos'altro nei prossimi anni, Pozzato ha individuato quest'enclave spaziotemporale e l'augurio di tutti è che il suo progetto possa proseguire nel tempo e godere dell'ottima salute che merita: ci vorrà pazienza, ma la strada tracciata dal vincitore della Sanremo 2006 ci pare davvero encomiabile.

159.8 km da Padova a Vicenza con una seconda parte di gara accidentata, al km 12 del Giro del Veneto 2022 è partita una fuga a 4 con Ludovic Robeet (Bingoal Pauwles Sauces WB), Andrea Pietrobon (Eolo-Kometa), Mattéo Vercher (TotalEnergies) e Matteo Zurlo (Zalf Euromobil Fior). Michael Belleri (Biesse Carrera) ha mancato di poco l'azione ed è rimasto a lungo a bagnomaria prima di gettare la spugna, intanto il quartetto ha raggiunto un vantaggio massimo di 4'22" al km 32 e poco dopo, al km 44, Pietrobon è caduto in curva e ha lasciato la fuga ma direttamente la corsa, dovendo recarsi in ospedale per accertamenti.

Il gruppo ha lasciato piuttosto fare fino a metà gara, quando sono arrivate le salite e il ritmo dietro è aumentato. Già sul muro di Ca' Lerna al km 85 il margine dei primi risultava più che dimezzato, poi sulla successiva Bocca d'Ansiesa al km 90 sono usciti da dietro in 12: Davide Bais (Eolo), Alexandre Balmer (BikeExchange-Jayco), Alessandro De Marchi (Israel-Premier Tech), Andreas Kron (Lotto Soudal), Miguel Ángel López (Astana Qazaqstan), Rémy Rochas (Cofidis), Natnael Tesfatsion (Drone Hopper-Androni), Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF), Jay Vine e Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck), Diego Ulissi e Matteo Trentin (UAE Emirates).

Sulla salita di Perarolo ai -61 dal terzetto di testa è scattato Zurlo e gli intercalati hanno raggiunto ai -58 Robeet e Vercher, il superstite al comando è stato ripreso ai -46 e in quel momento il drappello che guidava la corsa aveva 1'24" sul gruppo che però non mollava la presa; con questa configurazione di gara - coi 15 davanti - si è transitati una prima volta dal traguardo di Vicenza ai -43.5; sul circuito finale c'era la salita delle Torri di Arcugnano, al primo passaggio ai -32 il plotone pagava un minuto ai 15 di testa.

Al giro successivo il margine era sceso a 40" quando Zurlo è partito ancora una volta ai -13. Ulissi, che ha lavorato tutto il tempo per Trentin, ha riportato tutti sul corridore della Zalf sull'ascesa di Arcugnano e ha poi continuato a trenare operando una certa selezione, finché ai -11.3 López non è scattato a propria volta, chiamando la reazione in prima persona di Trentin, a cui si sono accodati Rochas e, con più fatica, De Marchi e Vercher.

Trentin e Rochas hanno spinto con convinzione e i cinque hanno scollinato ai -10 con una quindicina di secondi sui resti della fuga (tirati soprattutto da Kron) e circa un minuto sul plotone, ormai definitivamente tagliato fuori. Ai 2 km, appena entrati in Vicenza, c'era un cavalcavia su cui López ha tentato un allunghetto ma Trentin gli ha bagnato le polveri; ai 1300 metri si è mosso dall'ultima posizione De Marchi, ma pure in questo caso il trentino della UAE ha chiuso.

Matteo ha dovuto fare ancora gli straordinari muovendosi anche sul tentativo di Rochas ai 900 metri. I due hanno preso un piccolo margine e sono andati a giocarsi la vittoria: sul rettilineo finale Trentin non ha avuto problemi a far valere il proprio spunto davanti al francese (cronometrato a 1"), con Vercher che - in anticipo sugli altri - è andato a prendersi il terzo gradino del podio a 2" con López arrivatogli in scia; in particolare il 21enne transalpino, stagista ma già con contratto assicurato per il prossimo biennio, merita tutti gli applausi essendo stato in fuga sin dal mattino; De Marchi, quinto, è stato cronometrato a 4", mentre il secondo gruppetto è arrivato a 21" con Ulissi che ha preceduto Conci, Bais, Balmer e Kron per il sesto posto.

Il calendario professionistico è davvero agli sgoccioli, ma domenica 16 ci sarà - come accennato in apertura - un'ulteriore appendice da queste parti (da Treviso a Bassano del Grappa) con la Veneto Classic, gestita sempre dal team di Filippo Pozzato; qualche bel nome lo vedremo ancora, prima del rompete le righe e delle sospirate vacanze per gli stradisti.

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!