Marta Cavalli vince in cima a Hautacam al Tour des Pyrénées 2023
Donne Élite

Marta Cavalli e il sorriso più atteso!

La cremonese vince in cima a Hautacam e conquista il primo posto in classifica al Tour des Pyrénées. Tappa segnata dalle proteste del gruppo e infine resa memorabile dal duello tra l'italiana e Ashleigh Moolman

10.06.2023 16:30

Il sorriso che le è esploso in faccia un attimo dopo aver piazzato l'anticipo buono, avendo capito immediatamente che era l'azione che la portava a rivincere a quasi un anno esatto dall'ultima volta (Mont Ventoux Dénivelé Challenges 2022), vale tutto. Vale il patimento nei confronti di una corsa che in questi ultimi due giorni ha riservato più lati oscuri che momenti solari, vale la pazienza di dover assistere a una tappa di fatto neutralizzata per intero, vale l'attesa di una scalata che per il ciclismo femminile era un momento nevralgico.

Ma ora lo possiamo dire: a Hautacam, in cima ai Pirenei, abbiamo ritrovato Marta Cavalli. La 25enne cremonese, grande protagonista della prima metà della scorsa stagione, poi finita nelle spire di una crisi fisica (e non solo) dopo la caduta di cui fu vittima (investita in pieno da una collega) al Tour de France, è di nuovo lì dove merita di essere: davanti a tutte, in montagna, dopo una scalata durissima, per un risultato che in vista dei grandi giri la rimette al centro della scena. State tranquilli, ci sarà anche e di nuovo lei a contendere i massimi traguardi alle Van Vleuten e alle Vollering!

La seconda tappa del CIC-Tour Féminin International des Pyrénées 2023 portava il gruppo da Pierrefitte-Nestalas a Hautacam per 96 km di cui sono stati percorsi effettivamente a passo di corsa solo una minima parte (una trentina in totale). Primi 26 km neutralizzati per protesta dopo i fatti di ieri, quindi stop alla tappa a 54 dalla fine e altri 40 km poi neutralizzati fino ai piedi dell'ascesa finale. Tutta la situazione è spiegata nel dettaglio a questo link.

Dopo il temporaneo stop, la corsa è ripresa piano ma nonostante l'andatura ridotta non sono mancate cadute dovute a distrazione: ai -30 sono andate giù Michaela Drummond (Farto-BTC), Britt Knaven (AG Insurance-Soudal Quick-Step) e Leonie Laubig (Groupe Abadie), che ieri avevamo visto lungamente in fuga; poco dopo, ai -25, giù Claire Steels (Israel Premier Tech Roland), Francesca Tommasi (Mendelspeck) e Maria Camila Atahualpa (Colombia Pacto por el Deporte-GW Shimano).

A circa 15 km dalla fine la corsa è ripartita di fatto e un attimo dopo eravamo sulla lunga e impegnativa salita verso il traguardo di Hautacam. La AG Insurance della leader Ashleigh Moolman ha preso il controllo del gruppo che subito è andato selezionandosi drasticamente. Nelle prime posizioni le FDJ-Suez erano comunque in superiorità numerica, pronte eventualmente a colpire.

Ai -12 proprio Ashleigh Moolman ha attaccato in prima persona, seguita in prima istanza dalle FDJ Grace Brown e Cecilie Uttrup Ludwig; subito dopo sono rientrate - col loro passo - Marta Cavalli (FDJ) e Antonia Niedermaier (Canyon//SRAM Racing), quindi è arrivata pure Clara Emond (Arkéa); l'andatura della Moolman non era comunque asfissiante, sicché ci sono stati altri sei rientri intorno ai -11: altre due Canyon (Neve Bradbury e Pauliena Rooijakkers), Olivia Baril (UAE ADQ), Clara Koppenburg (Cofidis) e altre due italiane, Debora Silvestri (Laboral Kutxa Fundación Euskadi) e Barbara Malcotti (Human Powered Health), entrambe viste ottimamente nei giorni scorsi alla Ruta del Sol.

Un secondo gruppo non lontano comprendeva Amber Kraak (Jumbo-Visma), Loes Adegeest ed Évita Muzic (FDJ), Cédrine Kerbaol (Ceratizit-WNT), Dilyxine Miermont (St Michel-Mavic-Auber93) e Lotte Claes (Stade Rochelais Charente-Maritime), poi ai -9 è rientrata pure Eva van Agt (Jumbo) che ha provato a dare una mano a Kraak ma senza risolvere granché.

La Canyon ha aumentato il ritmo con Niedermaier e ai -8 ne hanno fatto le spese Silvestri e poi Emond; ai -7 anche Malcotti è saltata, poi ai -6.5 un'altra botta bella forte l'ha data di nuovo Moolman, facendo una piccola strage: con la sudafricana sono rimaste solo Ludwig, una sempre più brillante Cavalli e l'impassibile Niedermaier; Bradbury ha con fatica provato a chiudere il gap ai -6 ma è malamente rimbalzata; alle sue spalle, una alla volta, salivano con fatica Brown, poi Koppenburg, poi Rooijaakkers, poi Baril.

La tenacia di Neve Bradbury ha pagato e ha permesso all'australiana di rientrare sulle prime ai 4.5, non appena il ritmo della maglia gialla è calato un po'; a quel punto una Niedermaier rinfrancata si è rimessa a tirare, respingendo il riavvicinamento di Koppenburg e Brown (che intanto si erano appaiate). Ai 3.5 è stata Cecilie Ludwig a rompere l'equilibrio con uno scatto che ha chiamato la rabbiosa risposta di Moolman. Niedermaier ha chiuso, Cavalli l'ha fatto con un po' più di fatica (il cambio di ritmo non è il punto forte della cremonese), Bradbury si è di nuovo staccata.

Ai 2700 metri la leader della classifica ha ripreso a martellare, per tutta risposta Marta Cavalli ha piazzato un ficcante allungo che le ha permesso di allungare insieme alla sudafricana staccando Ludwig e Niedermaier; Ashleigh è riscattata ai 2300 ma l'italiana della FDJ è andata ancora a chiudere. La cosa sembrava destinata a essere discussione tra le due, ma con una bella sgasata all'ultimo chilometro Niedermaier è rientrata un'altra volta dopo aver staccato Ludwig.

La ventenne tedesca si è rimessa a tirare il terzetto praticamente fino allo sprint, lanciato da Marta Cavalli con un anticipo ai 250 metri grazie al quale ha fatto nettamente il vuoto, vincendo con margine su Moolman e Niedermaier transitate nell'ordine alle sue spalle. I distacchi del traguardo ritornano pari pari nella generale (non ci sono abbuoni in questa corsa e le migliori avevano tutte lo stesso tempo), per cui la lombarda è la nuova leader con 3" su Moolman, 5" su Niedermaier, 38" su Ludwig, 1'14" su Bradbury e via via le altre (come da classifica riportata sotto).

Domani la terza e ultima tappa del CIC-Tour Féminin International des Pyrénées 2023 sarà la Nay-Bosdarros, 126 km piuttosto accidentati seppur privi di salite campali come quella odierna. Gli strappetti si susseguiranno con notevole persistenza, l'ultima rampa - proprio alle porte di Bosdarros - scollinerà a un paio di chilometri dalla linea d'arrivo. Di fatto potremo assistere ancora ad importanti assestamenti in classifica.

La crisi infinita del ciclismo tedesco
Da domani il Tour de Suisse, si rivedono anche Remco e Wout